Lo sforzo di gestori e investitori per essere più forti di mercati avversi e crisi geopolitiche. Lo sguardo rivolto al lungo periodo, tra megatrend e lotta ai bias comportamentali
Il Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, a cui dedichiamo un approfondimento in questo numero, mostra nell’ultima edizione interessanti novità. I dati rivelano il cammino, non senza ostacoli, dell’investitore retail verso una maggiore consapevolezza finanziaria.
Un percorso costellato ancora da contraddizioni. Una su tutte, la scarsa confidenza, su cui influisce una fiducia ancora limitata verso gli intermediari, con il mondo della consulenza finanziaria di cui però solo il 39% degli italiani conosce davvero caratteristiche e prerogative. Se a questo sommiamo ciò che risulta in relazione a quei risparmiatori che utilizzano fondi comuni, strumento protagonista di molta dell’attività dei consulenti, ovvero che questi risultano ai primi posti per quanto riguarda le conoscenze e la consapevolezza in materia finanziaria, riusciamo ad intravedere uno schema. La fiducia si costruisce nel tempo con la conoscenza e questa deriva in buona parte dal contatto regolamentato con i professionisti del risparmio.
Un ulteriore dato emerge con forza. La scarsissima diversificazione dei portafogli degli italiani, con l’81% di questi che possiede al massimo due strumenti di investimento. Anche qui non può essere sottolineato il ruolo dei fondi comuni, nati esattamente con lo scopo di fornire una esposizione diversificata ai mercati. Chi li utilizza, mostra di averlo capito, come emerge dalla presentazione dei dati relativi al 2022 e dalla discussione sulle prospettive 2023 del settore, avvenuta all’interno del format di FR|Vision “The Big Picture”, a cui hanno preso parte l’Ufficio Studi Assogestioni e alcuni fra i principali protagonisti del settore, delineando opportunità e sfide per l’anno in corso (trovate un resoconto della discussione nella sezione “Industria” di questo numero).
Tra gli interrogativi della fase attuale, spicca la necessità di trasformare un portafoglio che vive tempi di crisi in un portafoglio anticrisi, perché l’inflazione, nonostante le politiche restrittive delle banche centrali, continua a mordere e il rally delle Borse di inizio anno sembra avere già perso la propria forza. La fotografia scattata dal senior research analyst di Assogestioni Riccardo Morassut in questo numero mostra, a partire dai dati di Banca d’Italia, la crescita dei depositi, arrivati a rappresentare alla fine dello scorso anno oltre un terzo della ricchezza detenuta dalle famiglie. Soldi abbandonati, per dirlo con un linguaggio allargato e immediatamente comprensibile, che perdono valore e servono a poco.
Di certo non aiutano il sistema Paese, impegnato nella messa a terra di quella grande occasione che è il Piano Nazionale di Ripresa e Relisienza, analizzato nella sezione “Scenari” insieme al professor Giorgino del Politecnico di Milano e agli esperti del risparmio gestito. Il Pnrr è, in sintesi, un grande investimento di lungo periodo in ottica di transizione verso un’economia più produttiva, più sostenibile, più digitale e più equa. Un’operazione di ingegneria del futuro che è catturata, in Italia e non solo, da tutte quelle strategie di investimento che sono al centro del Dossier Megatrend contenuto in questo numero. Energie rinnovabili, gestione delle risorse naturali, tecnologia e con loro molti altri settori che continuano a guidare la visione del domani. Una visione che non può mancare se oltre ad affrontare la crisi ci poniamo l’obiettivo di superarla con successo.
Jean-Luc Gatti