3 min
“Per farlo è necessario aumentare gli sforzi fatti nel campo della formazione al fianco delle reti. Le direttrici da seguire sono essenzialmente due: semplificazione dei messaggi e trasparenza dei prodotti”
Lorenzo Alfieri, il numero uno di JP Morgan Asset Management in Italia, non ha dubbi sulla centralità del sistema finanziario – in particolare dell’industria del risparmio gestito – nel farsi interprete della moderna sfida al cambiamento che le realtà aziendali stanno affrontando.
“Il settore finanziario sta interpretando al meglio tutte le novità regolamentari introdotte dalle autorità europee negli ultimi anni”, afferma in una conversazione con FocusRisparmio, tenuta a valle di un recente evento dedicato alla sostenibilità (clicca qui per rivederlo su FR|Vision) in cui Alfieri ha incontrato delle importanti realtà aziendali attive in processi di transizione ecologica.
Da questo incontro emerge il ruolo fondamentale dell’industria finanziaria nella rivoluzione sostenibile. Non si corre il rischio di caricare di eccessive responsabilità il settore?
Ritengo che il settore finanziario stia interpretando al meglio tutte le novità regolamentari introdotte dalle autorità europee negli ultimi anni, avallando l’impegno per un sistema più sostenibile e inclusivo. In questo quadro, il ruolo dell’industria del risparmio gestito si trova inevitabilmente nel mezzo, ponendosi come catena di trasmissione delle risorse fra domanda e offerta di capitali. È evidente che per non incorrere in questo rischio e facilitare questa transizione, il sistema deve continuare ad investire in innovazione di prodotto e nuove strategie.
Quali sono gli aspetti – se esistono – ancora migliorabili?
Sicuramente siamo di fronte a un processo di trasformazione che richiede del tempo. Va da sé che i risultati devono avvenire con una certa gradualità. Gli operatori, da un lato, gli investitori, dall’altro, devono con il tempo costruire un percorso congiunto. Ciò passa attraverso l’adozione di buone pratiche aziendali, l’utilizzo di rating e benchmark di sostenibilità nell’analisi e nella costruzione dei prodotti d’investimento. L’insieme di queste cose può certamente portare il sistema a tendere verso una modalità di interazione più diretta, chiara e trasparente fra gestore e investitore finale.
Sul fronte dell’offerta dei prodotti entrano in gioco i canali distributivi: qual è il tipo di rapporto fra Sgr e intermediari? Quali sono le responsabilità delle case prodotto verso le società distributive e secondo quali direttrici devono evolvere?
Il ruolo primario delle case prodotto è sicuramente quello di definire e costruire prodotti d’investimento che siano adeguatamente sostenibili e trasparenti. In secondo luogo, le Sgr hanno un importante ruolo nel saper trasmettere questa catena valoriale all’intermediario e da questi all’investitore finale. Per farlo è necessario aumentare gli sforzi fatti nel campo della formazione al fianco delle reti. Le direttrici da seguire sono essenzialmente due: semplificazione dei messaggi e trasparenza dei prodotti.
Qual è la caratteristica di JP Morgan AM che la colpisce di più e della quale va più fiero sul fronte della sostenibilità?
In nostro è stato un vero e proprio cambiamento della cultura aziendale del gruppo. Sostenibilità non è solo lanciare nuovi prodotti sostenibili o adeguare quelli già sul mercato, ma è soprattutto un cambiamento dell’organizzazione aziendale e della mentalità dei singoli. JP Morgan ha fatto suo questo concetto fino in fondo, tanto che oggi parliamo di un sistema dove la sostenibilità è integrata a pieno titolo in tutti i processi dell’organizzazione e delle strutture aziendali.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.