Banche europee tra risiko e regolamentazione: come investire
Per gli esperti di Candriam, il settore offre ottime opportunità, soprattutto nel debito subordinato. Ma tra tassi in calo, divergenze normative e consolidamento, la selezione è d’obbligo
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La crisi energetica minaccia anche le banche europee. A lanciare l’allarme è la Bce che punta i riflettori soprattutto sull’esposizione di oltre 350 miliardi di euro che gli istituti del Vecchio Continente hanno nei confronti delle utility, il 5,5% del totale dei finanziamenti concessi.
I rischi per il settore bancario europeo “sono aumentati e l’attuale clima è caratterizzato da notevole incertezza” di fronte a un quadro macroeconomico che “è continuamente deteriorato”, ha sottolineato nel suo intervento all’Eurogruppo il presidente del Supervisory board della banca centrale, Andrea Enria, soffermandosi proprio sugli aumentati rischi di controparte derivanti dalla pressione sui derivati sottoscritti dalle aziende energetiche.
In futuro, ha chiarito Enria, i finanziamenti alle utility in difficoltà “potrebbero portare a un deterioramento più pronunciato della qualità degli attivi, traducendosi tra l’altro in un aumento degli Npl. Mentre in generale il rischio di credito nei bilanci bancari è rimasto finora contenuto, alcuni segnali fanno osservare un accresciuto rischio di credito”. In ogni caso, per il capo della Vigilanza negli ultimi trimestri l’Npl ratio ha continuato a diminuire e, nonostante il recente aumento dei prestiti stage 2, il costo del rischio è sceso ai livelli pre-pandemia (0,52%).
Dunque, la raccomandazione è di restare prudenti. Mentre i ratio patrimoniali e di liquidità confermano che il settore è complessivamente resiliente, per Enria le banche devono infatti ancora essere preparate ad affrontare le sfide a breve termine.
Tra queste c’è anche il carry trade delle banche, ossia gli ampi margini d’interesse realizzati prendendo a prestito dalla Bce tramite le operazioni a tassi ultra-convenienti Tltro per reinvestire in titoli di Stato a lungo termine. Un fenomeno ora sotto l’attenzione della Vigilanza bancaria europea. “Il peggioramento dei costi di funding con la normalizzazione dei tassi d’interesse potrebbe minacciare la sostenibilità di strategie di carry trade mal concepite”, ha detto Enria, riferendosi in particolare ad alcuni istituti “troppo orientati” verso i Tltro e gli investimenti in titoli di Stato.
Il rapporto di Francoforte evidenzia quindi che “le banche potrebbero trovarsi sotto pressione su diversi fronti”. E che di fronte al peggioramento del quadro macroeconomico e ai mercati divenuti “particolarmente sensibili a variazioni improvvise nei prezzi degli asset e nei tassi d’interesse”, sia gli istituti di credito che la Vigilanza dovranno “essere molto attenti e prudenti”.
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