Alternativi, De Astis (Eurizon): “Puntiamo sulle micro cap”
16 dicembre 2020
di Redazione
3 min
Per l’esperto il futuro è dei mercati privati. “Presto il lancio di un nuovo Pir Alternativo in forma di Eltif”. E per intercettare i nuovi trend consiglia le piccole dell’Aim
Non c’è dubbio: il futuro vedrà una sempre maggiore apertura degli investitori verso i private market e in generale verso gli asset illiquidi. Sono tanti i fattori che giocano a favore di questo trend, primo fra tutti l’esigenza degli asset manager di trovare fonti alternative di reddito, diverse dal tradizionale portafoglio di obbligazioni e azioni, in un contesto di tassi bassi destinato a durare a lungo.
“Si tratta, ovviamente, di investimenti caratterizzati da elementi di complessità superiore, che richiedono competenze specifiche. È per questo motivo che Eurizon ha costituito alla fine dello scorso anno una NewCo, Eurizon Capital Real Asset Sgr, frutto di una partnership con la divisione Insurance del Gruppo Intesa Sanpaolo, specializzata nell’investimento in asset class alternative focalizzate sull’economia reale”, ha spiegato Francesco De Astis, responsabile Italian Equity di Eurizon, che nel corso dell’evento di Borsa Italiana – Assogestioni “Il futuro degli investimenti alternativi” ha annunciato di avere allo studio un Pir Alternativo in forma di Eltif e di preferire le micro cap dell’Aim, più adatte a intercettare i nuovi trend.
Eurizon si è già mossa sul fronte degli Eltif, strumento compliant con la normativa europea dei FIA volto a incanalare maggiori risorse verso l’illiquido, rendendo l’investimento disponibile a un gruppo molto più ampio di risparmiatori. “Lo strumento è gestito dal team Italian Equity perché va completare l’offerta di Eurizon di prodotti di risparmio gestito sul mercato azionario italiano”, ha sottolineato De Astis, annunciando appunto che il suo team sta ora lavorando anche alla partenza di un Pir Alternativo in forma di Eltif.
“Con l’attuale Eltif – ha proseguito l’esperto – la scelta è stata quella di investire su quanto di illiquido ci fosse sul quotato; mi riferisco in particolare alle società che ricorrono alla quotazione all’Aim, per attingere a quella che per loro è una nuova fonte di finanziamento. Sappiamo che le società di piccole dimensioni che si affacciano al mercato dei capitali molto spesso richiedono orizzonti temporali pluriennali per l’implementazione dei loro piani di sviluppo. L’investimento in queste aziende si rende compatibile con un investimento chiuso di durata pluriennale, coerente quindi con l’obiettivo di sostenere l’economia reale del nostro Paese. In questo modo, ponendoci a metà strada tra asset quotati liquidi e asset illiquidi non quotati riusciamo, su un arco temporale lungo, a contemperare le esigenze del gestore per quanto riguarda la liquidabilità degli asset di portafoglio e dall’altra parte quella del cliente di avere una più bassa correlazione con i Public Market (che è una delle peculiarità dei fondi di investimento alternativi)”.
Sulla base della esperienza con l’attuale Eltif, la conclusione di De Astis è quindi che il fondo ha mostrato di essere più resiliente in momenti di stress del mercato rispetto ai tradizionali fondi aperti. E ciò, ha raccontato nel corso dell’evento, è emerso ad esempio con la correzione del mese di marzo, una delle peggiori correzioni di sempre del mercato azionario italiano per intensità e velocità. “Del resto è proprio nei momenti di forte correzione dei mercati che la partecipazione a un fondo chiuso può fornire risultati più stabili, sottraendo l’investitore dall’essere influenzato nelle sue decisioni dalla volatilità di breve”, ha assicurato.
Intercettare i nuovi trend investendo in micro cap
Passando ai nuovi trend, il responsabile Italian Equity di Eurizon ha fatto un esempio di nuovo sperimentato in prima persona. “Nel caso del prodotto gestito dal mio team parliamo di un’asset class ben precisa, vale a dire le micro cap quotate (prevalentemente all’Aim) – ha argomentato -. Coprire efficacemente le società a bassa capitalizzazione impone una forte conoscenza dei titoli e la costruzione di competenze all’interno dei team di asset management, perché sono titoli poco seguiti dagli analisti, che richiedono un’attenta selezione”.
Un punto fondamentale che fa la differenza su questo mercato è, secondo De Astis, avere risorse per fare analisi: persone che hanno le conoscenze e gli strumenti per seguire titoli piccoli e medi sui quali può non esserci un’adeguata copertura da parte degli analisti, su cui possono presentarsi grandi opportunità per chi conosce bene le società ed è in grado di individuarne il valore.
Quanto all’allocazione settoriale, considerando l’ampio orizzonte temporale del prodotto, il team di De Astis ha scelto un’impostazione volta a intercettare i trend prevalenti dei prossimi anni, gli stessi che saranno oggetto di particolare attenzione anche per il Next Generation EU. “Tra questi i settori legati all’Economia Circolare e all’Healthcare dove si possono intercettare trend solidi e sostenuti da una domanda aggregata forte anche in tempi di crisi – ha concluso -. Importante anche il New Tech, un comparto che ha una portata molto ampia e include una serie di sub-settori come cloud computing, 5G, Internet of things, big data, cybersecurity, etc. Settori e società che traggono vantaggio in questa fase di passaggio dell’off line all’on line, dalla necessità di operare in remoto, di una maggiore scurezza informatica, ma più in generale dal processo di digitalizzazione delle aziende e, infine, per arrivare al settore dei Networks (inteso come Reti infrastrutturali) che dovrebbero beneficiare tra l’altro della futura programmazione economica dei governi”.
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