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Approdato in Gazzetta Ufficiale l’AML Package, che prevede nuove regole contro money laundering e finanziamento del terrorismo nonché l’istituzione di un’autorità di vigilanza a Francoforte
Dopo quasi tre anni dalla proposta iniziale, la complessa costruzione del pacchetto UE antiriciclaggio, l’AML Package, è stata completata. A fine giugno il provvedimento, composto dalla VI Direttiva Antiriciclaggio, dal Regolamento Antiriciclaggio e da quello Amla, è infatti approdato in Gazzetta Ufficiale dopo essere stato approvato dal Parlamento il 24 aprile 2024 e adottato dal Consiglio dell’Unione europea il 30 maggio. Un traguardo che porta con sè importanti novità.
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Una nuova Authority
Il Regolamento Amla, che si applicherà a partire dal 1° luglio 2025, istituisce l’Autorità per l’Antiriciclaggio e il contrasto al finanziamento del terrorismo (Amla). Si tratta di un’agenzia decentralizzata dell’UE che coordinerà le autorità nazionali per garantire l’applicazione corretta e coerente delle norme in materia. L’obiettivo sarà trasformare la supervisione dell’antiriciclaggio e del contrasto del finanziamento del terrorismo all’interno dell’Unione ma anche migliorare la cooperazione tra le unità di informazione finanziaria. L’organismo, con sede a Francoforte, avrà dunque il compito di supervisionare l’attuazione delle sanzioni finanziarie e le entità più rischiose, intervenire in caso di carenze nella vigilanza, fungere da centro di smistamento e mediare le controversie.
Un percorso iniziato nel ’90
Il Regolamento Antiriciclaggio (2024/1624) e la IV Direttiva antiriciclaggio (2024/1640) nascono da una richiesta dell’Ecofin (Economic and Financial Affairs Council), che a novembre 2020 aveva chiesto alla Commissione europea di dare priorità alla creazione di un quadro unico di regole armonizzate per il settore finanziario relative agli obblighi imposti a determinate istituzioni – i cosiddetti “soggetti obbligati” (ad esempio banche, gestori di patrimoni e criptoasset o agenti immobiliari e virtuali) – per la prevenzione del laundering ma anche la trasparenza sulle persone dietro tali istituzioni e l’uso improprio di strumenti in grado di garantire l’anonimato. La prima Direttiva in tal senso era stata adottata nel 1990 al fine di prevenire l’uso improprio del sistema finanziario: il testo prevedeva che gli interessati applicassero i requisiti di due diligence sulla clientela, da identificare e verificare l’identità dei quelle sospette.
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Cosa è previsto
Le normative approvate dall’UE assicurano che tutte le persone con un interesse legittimo, dai giornalisti alle organizzazioni della società civile fino alle autorità competenti e agli organi di vigilanza, avranno accesso immediato, diretto e gratuito alle informazioni sulla proprietà effettiva delle istituzioni contenute nei registri nazionali e interconnesse a livello UE. Non solo: il pacchetto non si limita a istituire una nuova autorità di supervisione centrale ma conferisce maggiori poteri alle Unità di informazione finanziaria (UIF) per analizzare e individuare casi di laundering e finanziamento del terrorismo nonché per sospendere le transazioni sospette. Si prevedono inoltre misure di due diligence e controlli rafforzati sull’identità dei clienti, in modo da imporre ai cosiddetti “soggetti obbligati” di segnalare le attività opache alle UIF e alle altre autorità competenti. Tutta una serie di prescrizioni a cui, dal 2029, dovranno attenersi anche le società di calcio professionistiche di alto livello coinvolte in transazioni finanziarie di alto valore con investitori o sponsor.
Disposizioni anche per gli individui
La legislazione contiene disposizioni di vigilanza rafforzate anche per quanto riguarda gli individui con un patrimonio totale di almeno 50 milioni di euro, esclusa la residenza principale, nonché un limite di 10mila euro valido in tutta l’UE per i pagamenti in contanti (a eccezione che tra privati in un contesto non professionale) e misure per garantire la conformità con le sanzioni finanziarie di modo che non siano eluse.
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