Obbligazionario, opportunità con un approccio più attivo
Jolly (Schroders): “Il tempo delle tattiche ‘buy and hold’, tenere in portafoglio azioni e obbligazioni e beneficiare della crescita stabile dei prezzi, è quasi al termine”
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“Nel prossimo meeting, la Fed rischia di avere moltissimi motivi per alzare ancora una volta i tassi di interesse di 25 punti base. Rivolgete un pensiero ai decisori politici della Federal Reserve. Al prossimo Federal Open Market Committee (FOMC) del 18 e 19 dicembre, sembra che alzeranno ancora i tassi. Questo potrebbe scatenare reazioni via Twitter, e non solo dalla Casa Bianca. Anche a Wall Street, nelle ultime settimane sono aumentate le preoccupazioni, secondo le quali la Fed nell’attuale fase del ciclo potrebbe esagerare”. Questo è l’assunto da cui parte l’analisi degli esperti di Dws sulle prossime mosse della banca centrale Usa.
“Tali preoccupazioni – spiegano gli analisti – hanno senso alla luce della recente debolezza dei mercati finanziari. Ma sono fortemente in disaccordo con i dati disponibili sulla salute sottostante dell’economia americana. La disoccupazione, infatti, ha continuato a ridursi a livelli mai visti da quasi 50 anni. In questo contesto, la crescita dei salari è stata sorprendentemente moderata durante l’attuale ed ampio ciclo economico. C’è stato un leggero aumento dei dati più recenti”.
Quindi, i mercati finanziari si preoccupano per nulla? “Non proprio. L’indebolimento della crescita della domanda, le condizioni finanziarie più rigide, gli attriti commerciali, la forza del dollaro e la crescita più debole nel resto del mondo alla fine limiteranno la necessità di ulteriori aumenti dei tassi d’interesse. Il problema è che questi potenziali freni alla crescita americana sono mutevoli e tendono a cambiare di giorno in giorno”.
“Al contrario, la politica monetaria, anche nei momenti migliori, funziona solo con ritardi lunghi e variabili. Gli errori politici sono certamente possibili. Fortunatamente, non crediamo che l’economia americana sia sul filo del rasoio, dove lievi cambiamenti politici possano destabilizzare l’economia”, concludono gli economisti di Dws.