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Nel 2021 superati i 786 miliardi. Gli asset in portafoglio valgono il 17,8% rispetto al 2020. E la liquidità pesa meno
Dopo i record della raccolta e del risparmio gestito, il 2021 si conferma un anno storico per le reti facendo segnare anche il massimo assoluto del patrimonio. A tirare le somme è Assoreti, secondo cui il patrimonio dei risparmiatori seguiti dai consulenti finanziari degli intermediari associati ha toccato quota 786,4 miliardi a fine dicembre, il 17,8% in più rispetto alla valorizzazione di fine 2020 (+14,1% al netto delle variazioni campionarie intervenute nel corso dell’anno).
Strumenti finanziari, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi-previdenziali hanno raggiunto quota 663,6 miliardi di euro rappresentando, nel loro insieme, l’84,4% del patrimonio, lo 0,7% in più rispetto al 2020. Di questi, 554 miliardi sono investiti in prodotti del risparmio gestito, pari al 70,5% del portafoglio, e 109,6 miliardi in strumenti finanziari amministrati.
La componente strettamente finanziaria (Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) è aumentata del 19,5% (+15,1% al netto delle variazioni campionarie), mentre le performance dei mercati finanziari e la raccolta netta contribuiscono alla crescita patrimoniale rispettivamente per il 7,9% e il 7,2 %. La liquidità si attesta a 122,8 miliardi, con un’incidenza in portafoglio del 15,6%, in calo dello 0,7%, che si conferma sui livelli pre-pandemia.
“Le attese sul settore sono state mantenute – commenta il presidente Assoreti, Paolo Molesini -. I risultati confermano l’impegno continuo portato avanti dalle Associate, nel corso di un anno così complesso, nel fornire risposte concrete alla fiducia di quei risparmiatori che si sono affidati alla consulenza finanziaria. Risposte che si traducono oggi in una crescita del valore del patrimonio e che collocano la consulenza finanziaria come risorsa irrinunciabile per il sistema-Paese”.
“Con questa solidità – aggiunge Molesini -, guardiamo al nuovo anno con rinnovato ottimismo per affrontare nuove sfide e contribuire al progresso economico nazionale, aggiungendo valore agli investimenti e sostenendo giovani risparmiatori, con particolare attenzione e responsabilità verso la gestione sostenibile dei patrimoni che gli italiani hanno affidato alla nostra industria”.
Nell’ambito del risparmio gestito la valorizzazione degli Oicr, sottoscritti direttamente, risulta pari a 254,1 miliardi di euro, con un’incidenza complessiva sul portafoglio pari al 32,3% (-0,3% sul 2020). In particolare, le gestioni collettive aperte domiciliate all’estero raggiungono i 224,4 miliardi e rappresentano il 28,5% del patrimonio (-0,2%), i fondi aperti di diritto italiano salgono a 25 miliardi con un’incidenza del 3,1% (-0,3%) mentre i fondi chiusi mobiliari, con dinamiche di crescita più sostenute (+62,7%), raggiungono i 4,3 miliardi di euro ed un peso in portafoglio di poco superiore al mezzo punto percentuale (+0,2%).
La valorizzazione delle gestioni individuali si attesta a 85,7 miliardi, con un’incidenza in portafoglio del 10,9% (+0,4%); l’aumento del peso è riconducibile alle Gpf che, con 41,6 miliardi, salgono al 5,3%, mentre le Gpm, con 44,1 miliardi si mantengono stabili. Il comparto assicurativo/previdenziale vale 214,2 miliardi di euro, con un’incidenza in portafoglio del 27,2% (-0,2%); le unit linked raggiungono 110,2 miliardi di euro ed i prodotti multiramo 38,8 miliardi, con un peso generale che si attesta al 18,9% (+0,5%).
A fine mese, il contributo complessivo delle reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si attesta a 456 miliardi di euro, con un’incidenza del 36,1% sul patrimonio totale investito in fondi (patrimonio gestito pari a 1.263,3 miliardi di euro – dato provvisorio). A fine 2020 l’incidenza era del 33,9%.
Quanto al risparmio amministrato, la componente in titoli sale a 109,6 miliardi e rappresenta il 13,9% del patrimonio totale (+0,6%). Si conferma la netta prevalenza della componente azionaria, con 50,9 miliardi, seguita da titoli di debito pubblici (17,6 miliardi) e corporate (16,6 miliardi); in crescita gli exchange traded product che raggiungono quota 8,9 miliardi.
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