Antiriciclaggio, Assogestioni organizza 2 giornate di formazione
“Nuovi adempimenti per SGR e intermediari finanziari: esempi pratici e criticità applicative”. Questo in sintesi il menù degli appuntamenti che si terranno il 12 e 26 ottobre a Milano
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La prevenzione e il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo è uno degli ambiti in cui l’attività del regolatore comunitario e nazionale si estrinseca con maggior forza, volta com’è alla sorveglianza sui sistemi di pagamento, alla vigilanza sulle banche e sugli altri intermediari finanziari, con obiettivi di tutela tanto della clientela quanto degli operatori finanziari (per quest’ultimi soprattutto con riferimento all’ambito disciplinare).
La cornice legislativa antiriciclaggio è oggi rappresentata dal decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 e dalle relative disposizioni di attuazione emanate dal Ministero dell’economia e delle finanze, dall’Unità d’Informazione Finanziaria (UIF), dalla Banca d’Italia e dalle altre Autorità competenti.
L’individuazione di un’operazione sospetta passa attraverso regole precise: l’adeguata verifica della clientela, che si basa sul principio del Know your customer (Kyc), la registrazione delle operazioni, le limitazioni alla circolazione del contante e gli obblighi di segnalazione alla UIF. Questi principi dell’antiriciclaggio, che devono essere rapidamente ed efficacemente implementati e rispettati dalla totalità degli operatori finanziari, sono spesso oggetto di continue revisioni e riforme per allineare la normativa ad un contesto economico e finanziario in continua evoluzione.
Il 4 luglio scorso sono entrate in vigore le modifiche apportate dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 90 al decreto antiriciclaggio (decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231) in attuazione della IV direttiva antiriciclaggio. Con l’occasione, il decreto antiriciclaggio è stato revisionato al fine di adattare l’impianto nazionale di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo all’impostazione promossa dal legislatore europeo.
In merito alle novità introdotte, la Assogestioni ha avviato un lavoro di analisi nell’ambito dei competenti gruppi di lavoro e Task Force. Per l’occasione abbiamo intervistato Sonia Maffei, direttore previdenza e immobiliare dell’Associazione, che in conversazione con Focus Risparmio fa il punto della situazione sulla normativa, con particolare riferimento alle principali implicazioni sull’operatività delle società di gestione del risparmio (SGR).
Dott.ssa Maffei, quali sono le principali novità introdotte dal recepimento della IV direttiva antiriciclaggio?
Il novellato testo normativo appare ora maggiormente ispirato al principio dell’approccio basato sul rischio. Questo approccio permea ora l’intero impianto antiriciclaggio consentendo ai soggetti obbligati di “modellare” gli obblighi all’effettivo rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo rilevato.
In ossequio a tale approccio e in linea con quanto previsto dalla IV direttiva antiriciclaggio, il nuovo decreto introduce, in primo luogo, l’obbligo di svolgere un’analisi e una valutazione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Tale analisi, propedeutica alla definizione di idonee misure di contrasto, dovrà essere svolta sia a livello nazionale, da parte del Comitato di Sicurezza Finanziaria, sia da parte dei singoli soggetti obbligati, sulla base della metodologia che sarà definita da parte dell’Autorità di vigilanza.
Il nuovo decreto antiriciclaggio, inoltre, ha introdotto una nuova e più ampia definizione di Persona Politicamente Esposta (PEP), inserendo altresì un criterio di uniformità di trattamento tra soggetti italiani e soggetti residenti in altri Stati membri, o in Stati extracomunitari.
Significative sono altresì: le novità introdotte con riferimento alla titolarità effettiva, finalizzate a incrementare la trasparenza della struttura proprietaria delle entità giuridiche; l’introduzione della fattispecie delle comunicazioni oggettive, che i soggetti obbligati saranno tenuti a trasmettere alla UIF; la revisione dell’impianto sanzionatorio, che ha limitato il novero delle fattispecie incriminatrici che comportano l’irrogazione di sanzioni di natura penale e modificato gli importi e le modalità di irrogazione di sanzioni amministrative.
Quali sono le finalità dell’approccio basato sul rischio, con particolare riferimento ai riflessi sull’operatività delle SGR?
L’analisi e la valutazione dei rischi svolge un ruolo cruciale all’interno dell’impianto nazionale di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo proprio perché consente di identificare le aree maggiormente esposte al rischio e, di conseguenza, di implementare presidi commisurati a tale rischio. Con specifico riferimento alle SGR, l’analisi e la valutazione dei rischi consentirà di individuare le aree di operatività maggiormente rischiose rispetto ai prodotti, alle modalità di distribuzione, alla tipologia di clientela, nonché alle aree geografiche rilevanti.
A tale proposito la Assogestioni, nell’ambito dei competenti gruppi di lavoro e Task Force, ha avviato un lavoro di analisi che si pone l’obiettivo di mappare le attività poste in essere dalle SGR, evidenziare le peculiarità della loro operatività e svolgere una prima analisi del rischio che possa fungere da guida per gli operatori del settore, anche nelle more dell’emanazione delle necessarie istruzioni da parte dell’Autorità di vigilanza.
Un’ulteriore importante novità del decreto antiriciclaggio riguarda l’introduzione di un nuovo approccio per la modulazione degli obblighi di adeguata verifica della clientela. Cosa c’è da sapere in merito?
Recependo l’impostazione adottata dalla IV direttiva antiriciclaggio, il nuovo decreto non individua più delle fattispecie a basso rischio di riciclaggio rispetto alle quali è possibile applicare misure semplificate di adeguata verifica della clientela. Spetterà, quindi, ai soggetti obbligati valutare in quali situazioni sia possibile modulare l’estensione e la frequenza degli adempimenti, sulla base di un approccio basato sul rischio.
Appare, quindi, di fondamentale importanza che i soggetti deputati all’adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela, nonché della rilevazione delle operazioni sospette, siano in grado di valutare correttamente i rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo al fine di adempiere agli obblighi in modo consapevole e coerente con i rischi rilevati. Questo proprio in virtù della circostanza che la normativa è quasi interamente modellata sull’applicazione dell’approccio basato sul rischio.
Qual è il principale ambito di azione e sensibilizzazione di Assogestioni in chiave antiriciclaggio?
Per i soggetti obbligati i programmi di formazione del personale assumono un’importanza sempre maggiore, in quanto necessari a divulgare la normativa e a sensibilizzare il personale a tutti i livelli organizzativi. A tale esigenza la Assogestioni ha voluto dare risposta, in primo luogo, con un corso di formazione specifico, che si è tenuto nel mese di ottobre. A questo faranno seguito ulteriori iniziative volte a offrire ai propri associati programmi formativi mirati e focalizzati sulla realtà operativa delle SGR.
Quali sono le tempistiche dell’effettiva entrata in operatività dei nuovi adempimenti in materia di antiriciclaggio?
Le nuove disposizioni sono entrate in vigore lo scorso 4 luglio; il decreto legislativo n. 90 del 2017 ha tuttavia stabilito che, per quanto concerne le disposizioni emanate dalle Autorità di vigilanza di settore ai sensi di norme previgenti, abrogate o sostituite, queste continueranno a trovare applicazione fino al 31 marzo 2018.
Per una piena applicazione delle nuove disposizioni, quindi, sarà necessario attendere l’emanazione dei nuovi provvedimenti attuativi da parte delle Autorità di vigilanza di settore. A questo proposito, auspichiamo che i nuovi provvedimenti attuativi saranno elaborati con l’obiettivo di modulare concretamente gli obblighi antiriciclaggio rispetto all’effettiva operatività dei diversi soggetti attivi nei mercati finanziari, al fine di consentire una piena e coerente applicazione dell’approccio basato sul rischio.