Il metallo prezioso è salito notevolmente nel 2024. E per i gestori continuerà a farlo anche nel 2025 grazie a una serie di fattori. Nel mirino ci sono i 38 dollari l’oncia, ma c’è chi non esclude quota 45
Non solo oro. Dalle elezioni presidenziali americane dello scorso novembre anche l’argento ha ingranato la quinta. Le tensioni geopolitiche internazionali hanno infatti spinto gli investitori verso i beni rifugio, provocando un vero e proprio rally del lingotto ma anche una notevole corsa del fratello meno nobile che, nonostante il rafforzamento del dollaro e gli acquisti cinesi sotto le aspettative, ha archiviato il 2024 con una performance a due cifre. E il trend, secondo molti gestori, non sembra destinato a rallentare, grazie a una serie di fattori che dovrebbero permettere al metallo prezioso di crescere ancora nel 2025.
Benjamin Louvet, head of commodities di OFI Invest AM, ritiene ad esempio che l’argento potrebbe mettere a segno quest’anno un aumento del 20%, tra 36 e 38 dollari l’oncia. E ancora più ottimista è Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée, che non esclude possa raggiungere quota 45 dollari.
La doppia anima dell’argento sostiene la crescita
Benjamin Louvet, head of Commodities di OFI Invest AM
“Secondo i dati riportati dal Silver Institute, lo scorso anno l’argento potrebbe aver registrato il secondo livello di consumo più alto della storia”, afferma Louvet. La crescita è da imputare alla doppia anima di questo metallo che, oltre a essere un bene prezioso, è anche un ottimo conduttore di elettricità ed è ampiamente utilizzato nelle tecnologie a basse emissioni di CO2 e nella mobilità elettrica. “Lo scorso ottobre, BloombergNEF affermava che le applicazioni industriali ormai assorbivano il 55% della domanda totale, sostenuta in particolar modo dalla crescita del comparto solare, stimata al 27% annuo dal 2015 al momento della rilevazione”, sottolinea l’esperto.
Non deve insomma sorprendere che la richiesta sia aumentata del 158% tra 2019 e 2023, mentre si stima che il 2024 abbia fatto registrare un altro +20% circa. “Il ruolo del fotovoltaico in questi risultati è stato importante sotto molti punti di vista: non solo si sta diffondendo, ma la tecnologia su cui si basa si sta evolvendo verso modelli che richiedono ancora più argento”, osserva Louvet. Che rimarca come, dal punto di vista delle installazioni, si prevede che anche nel 2025 diverranno operativi nuovi pannelli, soprattutto in Cina, anche se si stima a un ritmo più lento rispetto agli anni passati.
… e dei veicoli elettrici
Oltre all’energia solare, anche il mercato dei veicoli elettrici si è notevolmente ampliato. E Louvet fa notare come il comparto, nonostante il rallentamento europeo dovuto alla sospensione dei sussidi agli acquirenti in diversi Paesi, abbia comunque continuato a registrare solidi guadagni in Cina (+40% secondo Le Monde), negli Stati Uniti (+9%) e in Canada (+9%). Con una performance finale globale stimata attorno a un +25%. “Inoltre, gli standard ambientali che dovrebbero entrare in vigore nell’UE nel 2025 potrebbero dare una nuova spinta al settore anche nel Vecchio Continente”, aggiunge. Evidenziando anche l’avvento di veicoli low cost con marchi cinesi, in cui gruppi europei hanno acquisito partecipazioni.
“Se dal lato della domanda la prospettiva è quella di un aumento costante per i prossimi anni, l’offerta presenta invece delle difficoltà”, osserva quindi l’esperto. Che cita ancora il Silver Institute, secondo cui la produzione è rimasta sostanzialmente invariata dal 2014, e nel 2024 potrebbe addirittura aver subito una flessione dell’1%. “Lo scorso anno si è registrato il quarto anno consecutivo di deficit di mercato e, visto l’aumento della domanda ampiamente descritto, le riserve si stanno assottigliando a ritmi molto sostenuti”, avverte Louvet. Insomma, tra capacità produttiva limitata, scorte in rapido calo e una richiesta in costante crescita è quasi inevitabile che la previsione dell’esperto sia di un 2025 in ulteriore rialzo per le quotazioni dell’argento: “Un aumento del 20%, tra 36 e 38 dollari l’oncia, sembra l’outlook più probabile”, conclude.
Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée
Anche Kinsella si sofferma sul notevole deficit tra domanda e offerta. “Negli Stati Uniti gli investitori hanno iniziato ad accumulare argento fisico in vista della potenziale imposizione di un nuovo regime tariffario statunitense. Questo processo prevede il prelievo di lingotti da Londra e da altre borse e il loro collocamento negli USA”, spiega. Aggiungendo che la diminuzione dell’inventario free-float della LBMA (London Bullion Market Association) significa che ora c’è una minore quantità di argento fisico disponibile per il resto del mondo. Cosa che ha portato all’aumento dei prezzi. “Riteniamo che questo causerà ulteriori incrementi nei prossimi mesi”, sostiene.
Non solo. L’esperto UBP fa anche notare come i PMI manifatturieri hanno iniziato a migliorare in tutto il mondo: uno sviluppo positivo per l’argento, dato il suo utilizzo nei prodotti elettronici e industriali. “Il risultato è che il miglioramento della domanda industriale potrebbe diventare un importante fattore di crescita dei prezzi nel resto dell’anno. È probabile che in Asia la domanda dei consumatori rimanga solida, in particolare in India”, osserva.
Il rapporto con l’oro
Kinsella ricorda anche che finora il prezzo dell’oro ha raggiunto nuovi massimi storici e che l’argento è salito di pari passo grazie al suo storico beta rispetto al lingotto. “Il rapporto tra i due metalli mostra che, agli attuali prezzi di mercato, occorrono circa 90 once d’argento per acquistarne una d’oro. Si tratta di un livello incredibilmente elevato e implica che l’argento è notevolmente sottovalutato rispetto al metallo giallo”, analizza. Facendo notare che quindi dovrebbe salire a livelli di circa 45 dollari per oncia per vedere un ritorno al rapporto storico. “Quando in passato il rapporto si è attestato sui livelli attuali, negli anni successivi l’argento ha registrato una significativa sovraperformance, con guadagni annualizzati di circa l’8% in media. Alla riunione di settore della LBMA alla fine del 2024, i partecipanti al mercato erano concordi nel ritenere che sarebbe salito a livelli di circa 45 dollari per oncia nel 2025”, afferma. Concludendo che al momento il posizionamento degli investitori non è affatto elevato e lascia ampio spazio a istituzionali e retail per aumentare le loro esposizioni nei mesi a venire.
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