Ecco dove sbaglia chi critica gli investimenti sostenibili
Ruolo dell’industria del risparmio, etichette Esg, orizzonte temporale: Murray, head of investment per la divisione internazionale di Federated Hermes, risponde ai detrattori
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Si chiama Fida Esg Rating ed è il primo giudizio di sostenibilità a livello italiano del risparmio gestito. Realizzato con un sistema di valutazione specifico e in linea con la nuova normativa europea, lo strumento è stato messo a punto da Fida, gruppo tricolore leader nella raccolta, analisi e distribuzione di dati e informazioni di alta qualità sui prodotti finanziari, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze informative che stanno emergendo dalla modifica delle regole Ue.
Le tematiche Esg sono ormai da tempo al centro dell’interesse di tutti gli operatori del sistema economico e, in ambito finanziario, tale attenzione si è resa ancor più pressante e attuale con l’entrata in vigore, lo scorso 10 marzo, del Regolamento Ue Sfdr (Sustainable Finance Disclosure Regulation), relativo all’informativa sulla sostenibilità. La nuova normativa prevede infatti una serie di regole di trasparenza ai partecipanti dei mercati finanziari, asset manager e consulenti, che obbligano a illustrare come le politiche in ambito ambientale, sociale e di governance siano integrate nel processo. Regole destinate a diventare nel prossimo futuro sempre più specifiche e cogenti.
Per dare vita al Fida Esg Rating, il gruppo ha negli ultimi mesi erogato un questionario a tutte le società di gestione di prodotti distribuiti in Italia, i cui dati raccolti contribuiscono a definire sia il grado di sostenibilità delle società di gestione sia, attraverso una combinazione con altri elementi tra i quali le analisi dei portafogli, quello dei prodotti. L’obiettivo è quello di soddisfare le richieste crescenti di trasparenza offrendo agli asset manager opportunità di visibilità e agli investitori strumenti efficaci di ricerca.
Accanto alla metodologia di valutazione dei portafogli, Fida affianca infatti l’analisi complementare delle procedure organizzative e le policy adottate dai gestori per garantire scelte di investimento che tengano conto della sostenibilità. Se l’analisi di portafoglio prende in considerazione i risultati dell’attività di selezione in maniera puntuale, la valutazione del gestore realizza invece una sorta di analisi ex ante degli strumenti messi in campo per raggiungere tali risultati.
“L’attività di raccolta, analisi e distribuzione di dati e informazioni sui prodotti finanziari richiede, come base di partenza, una profonda conoscenza di eventi, novità e normative che impattano sul mercato. Solo in questo modo, infatti, è possibile seguire l’evoluzione del mondo circostante e focalizzare la ricerca e l’analisi sulle variabili più rilevanti, fornendo risultati di alta qualità e di concreta utilità per gli utilizzatori”, ha evidenziato Gianni Costan, amministratore delegato di Gruppo Fida.
“Questa politica guida da sempre l’attività di Fida, e ci ha portato oggi, con Fida Esg Rating, a realizzare uno strumento in grado di rispondere in modo approfondito ed esaustivo alle esigenze di informazione e di analisi da parte degli operatori con specifico riferimento alle tematiche environmental, social and governance. Un aspetto, quest’ultimo, che lungi dall’essere un semplice elemento complementare si sta sempre più confermando come uno degli aspetti fondamentali e imprescindibili per gli investimenti del prossimo futuro”, ha concluso Costan.
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