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In Italia, al secondo posto c’è Pictet Am. Ma non basta essere grandi per vincere: i fund selector guardano sempre più alla sostenibilità. La “Fund Brand 50” del 2022
Blackrock, Jp Morgan Am e Fidelity. In testa non potevano esserci che loro, i tre colossi dell’asset management a livello globale, che non svettano su tutti solo per masse in gestione e scala operativa, ma anche per brand reputation. A sancirlo la Fund Brand 50 stilata come ogni anno dalla fintech Broadridge Financial Solutions, che misura e classifica l’attrattiva del marchio dei gestori patrimoniali in base alle percezioni dei selezionatori di fondi.
Ebbene, dalla classifica emerge che il gruppo di testa non varia se si va a guardare le sotto-graduatorie regionali, ma che non basta essere grandi per essere apprezzati, visto che scorrendo gli elenchi non mancano i fornitori di prodotti di nicchia, gli specialisti dei mercati locali e i grandi one-stop-shop providers. Insomma, alla fine è comunque sempre una questione di qualità.
La clasifica globale 2022
Guardando alla classifica globale, rispetto all’anno scorso il podio non cambia: BlackRock, Jp Morgan Am e Fidelity, appunto. In quarta posizione c’è però la novità più grande, con Pimco che dal sesto posto sale rubando la maglia numero quattro a Capital Group, finito fuori dalla top ten.
Quinto resta Vanguard, mentre al sesto posto sale Franklin Templeton. Seguono Schroders, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Invesco. L’anno scorso dal settimo posto in poi c’erano invece Pictet Am, T. Rowe Price, Franklin Templeton appunto e Allianz Global Investors.
In Europa
I fund selector del Vecchio Continente confermano il podio globale, ma cambiano le posizioni successive. Pictet Am, Robeco, Amundi, Schroders, Morgan Stanley, Pimco e Nordea compongono la top ten 2022 dalla quarta posizione in poi.
Insomma, anche se i primi cinque marchi globali sono tutti giganti del settore sia in termini di asset in gestione che di scala operativa, i nomi che compongono la top 50 regionale dimostrano le priorità dei fund selector europei. Le qualità ritenute più importanti al di qua dell’Oceano sono infatti la “strategia di investimento attraente”, seguita a pari merito dal “pensiero orientato al cliente” e dal “mantenersi informati”. I selezionatori statunitensi hanno invece privilegiato la “solidità” prima del “pensiero orientato al cliente”.
L’interesse per la sostenibilità e per i fornitori di fondi tematici si è però intensificato in tutte le regioni, trainato dalla domanda degli investitori finali. E in Europa gli asset manager con un track record credibile negli investimenti verdi hanno goduto di un notevole vantaggio rispetto ai ritardatari della sostenibilità.
“Il secondo anno di pandemia ha portato le società di gestione patrimoniale a sentire il bisogno di avere salde le loro strategie digitali, mentre allo stesso tempo aree di investimento chiave come Esg e investimenti tematici hanno dimostrato l’importanza dell’innovazione – ha sottolineato Chris Chancellor, vice presidente distribution insight di Broadridge -. La crescente prevalenza dell’Esg nell’asset management ha ridefinito le prospettive di coinvolgimento del marchio e stabilito un nuovo tipo di rapporto tra cliente e gestore costruito lungo linee ideologiche”.
In Italia
Venendo al nostro Paese, al primo posto c’è sempre il colosso guidato da Larry Fink. In seconda posizione, invece, Pictet Am ruba il posto appartenuto nel 2021 a Fidelity, che scende così sul gradino più basso del podio. Saldi al quarto e quinto posto Jp Morgan e Morgan Stanley, cui seguono Pimco, Amundi, Nordea, Schroders e iShares.
L’anno scorso la top ten dalla sesta posizione in poi vedeva Schroders, Pimco, M&G Investments, Nordea e Amundi.
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