Diventare wellness company finanziaria?
Nuove strategie e narrazioni dell’Offerta Finanziaria al servizio del benessere dei clienti
1 min e 30 sec
Non tutti gli asset manager riusciranno a crescere in futuro. E avranno possibilità di successo solo quelle realtà che saranno in grado di sfruttare al meglio l’innovazione portando il servizio di gestione verso una nuova “eccellenza”, grazie anche all’utilizzo di big data e analytics. Solo seguendo questa via gli asset manager potranno, in futuro, offrire un miglior servizio ai clienti e mantenere i costi sempre più sotto controllo.
È questa la conclusione emersa dalla 15esima edizione della ricerca annuale Global Asset Management 2017: The Innovator’s advantage realizzata da The Boston Consulting Group (BCG), che ha coinvolto 153 player del settore dislocati in 43 paesi differenti e rappresentativi di circa 43 trilioni di dollari, ovvero pari al 62% degli asset under management globali.
Al centro degli sviluppi futuri degli asset manager, secondo quanto riportato da BCG, dovranno esserci le nuove tecnologie, sia da un punto di vista dell’ottimizzazione dei costi, sia dal punto di vista del miglioramento dei servizi di gestione. Dati alla mano, un adeguato investimento nei settori operations e IT potrebbe favorire una riduzione dei costi da un minimo del 20% a un massimo del 35%. Ma si potrebbe arrivare a un taglio dei costi anche del 40% con l’investimento in strumenti di robotica in grado di digitalizzare e automatizzare processi chiave quali, ad esempio, la verifica della concordanza dei dati.
Sul fronte dell’innovazione del servizio, invece, sarà importante investire in un utilizzo più efficace dei big data nell’attività di gestione. Secondo quanto emerso dalla ricerca firmata BCG, infatti, oggi meno del 50% delle società di gestione del risparmio utilizza big data o analytics: un limite che andrà inevitabilmente superato.
Alla luce di queste analisi, secondo i ricercatori di BCG, saranno quattro i modelli vincenti nel mondo dell’asset management: alpha shops, beta factories, solution provider, distribution powerhouse. Nel primo modello rientreranno le società che punteranno a specializzarsi nella gestione di specifiche asset class. Nella categoria beta factories rientreranno le realtà caratterizzate da un’efficiente economia di scala. Solution provider saranno invece le realtà che vanteranno competenze specifiche nella costruzione di portafogli multi-asset, nella selezione dei gestori e nel monitoraggio dei portafogli. Infine, potranno avere un futuro roseo i distribution powershouses, ovvero le società che avranno la capacità di supportare adeguatamente gli intermediari.