Piazza Affari terra di rendimenti sul lungo periodo. I migliori fondi a dieci anni
I consigli dei migliori gestori azionario Italia per fronteggiare momenti di alta volatilità da qui alle elezioni europee.
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I migliori fondi azionari globali large cap blend (value & growth) per rendimento annualizzato a tre anni
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Pur essendo stato un “anno orribile”, nel corso del quale l’industria europea del risparmio gestito ha registrato flussi netti per 208 miliardi di euro – il peggior risultato dal 2011 – nel 2018 a livello di singole categorie i fondi azionari globali large cap blend sono stati i più venduti in Europa, con circa 33 miliardi di euro di raccolta netta (di cui 23 in fondi attivi e 10 in passivi; fonte: Morningstar Direct), seguiti a ruota dai fondi azionari Usa large cap blend (27 miliardi, di cui 4 in fondi attivi e 23 in passivi).
Tali flussi hanno probabilmente rispecchiato l’ottimismo degli investitori riguardo alle prospettive di crescita economica americana. Tuttavia, il vento è cambiato nell’ultima parte dell’anno, in particolare a dicembre, quando i fondi azionari statunitensi a grande capitalizzazione hanno subito deflussi per 2,8 miliardi e Wall Street ha archiviato il peggiore dicembre dal 1931, soprattutto sulla scorta dei timori per la crescita globale e di tensioni commerciali tra Usa e Cina.
Le decisioni sui tassi e la forward guidance della Federal Reserve hanno poi fatto il resto. Tuttavia rispetto agli ultimi mesi del 2018 il clima è decisamente migliorato, con i banchieri centrali (Powell in primis) che hanno ammorbidito la politica monetaria e il contesto di mercato che è tornato a essere favorevole per le classi di investimento rischiose – prova ne sia il rally messo a segno dai listini da inizio anno (+7,38% il guadagno dell’indice Msci World in EUR, dati al 31 gennaio, fonte: Factsheet MSCI World index).
Alla luce dei progressi nella trattativa Usa-Cina sul commercio, anche i mercati emergenti hanno poi messo il turbo: il saldo da inizio anno del CSI 300, che monitora l’andamento delle 300 maggiori società cinesi e dello Shanghai Composite mostra guadagni sostanziosi: il rialzo è infatti del 25% per il primo e del 20% per il secondo (dati al 25 febbraio).
In un contesto di crescita macroeconomica globale che continua a essere moderatamente positivo, alcuni dei migliori gestori di fondi disponibili in Italia scrutano l’orizzonte dei mercati azionari globali per i mesi a venire.
Quali sono i fattori chiave che possono influenzare la vostra prospettiva per l’azionario globale nel 2019?
Hilde Jenssen, membro del team di gestione del fondo Nordea 1 – Global Ideas Equities
In questo periodo di trimestrali stiamo vedendo una correzione al ribasso delle stime sulla crescita degli utili, da un +19% a un +11% negli Stati Uniti e a un +6% in Europa, in calo dal +9% previsto solo pochi mesi fa. Mentre molte società hanno manifestato cautela per il 2019, ci sono piccoli segnali di un possibile turnaround nella seconda metà dell’anno nel caso in cui si dovessero allentare le minacce commerciali e le banche centrali continuassero con una politica monetaria accomodante. Le valutazioni azionarie a livello globale sono allineate alla loro media storica decennale. Un altro possibile catalizzatore per la performance dell’azionario è il ritorno degli investitori istituzionali sui mercati globali. Al momento, infatti, gli istituzionali presentano un livello di liquidità storicamente elevato a fronte di un’esposizione azionaria globale ai minimi da due anni e mezzo a questa parte.
Jan Keuppens, portfolio manager del fondo Global Stars Equities di Robeco
L’anno è iniziato in maniera positiva per i mercati, nonostante le stime degli utili siano destinate a scendere: il che avviene di consueto. Le valutazioni non erano particolarmente elevate se si prevede un’accelerazione della crescita economica nel corso dell’anno. E questo continua a essere il principale fattore che influenzerà i mercati in positivo o in negativo nel 2019. Molto dipenderà dalle conseguenze delle attuali tensioni commerciali. Per quanto sia estremamente difficile prevedere il risultato di negoziazioni politiche così complesse, crediamo che alla fine prevarrà la logica di mercato.
Quirien Lemey, Gestore del Fondo DPAM Invest B Equities NEWGEMS Sustainable
Lo scenario per il 2019 rimane sfidante a causa delle elezioni europee a maggio e a un insieme di problematiche geopolitiche che riguardano specialmente i rapporti tra Stati Uniti e Cina. Inoltre, la crescita globale sta rallentando. Ma rimaniamo lo stesso risoluti e puntiamo sul futuro. Infatti, investiamo solo in società che, secondo noi, saranno in grado di modellare la società del futuro dal punto di vista delle scelte dei consumatori, delle industrie, dei governi e dell’ambiente. Abbiamo identificato sette maggiori tematiche in cui vogliamo investire. Esse compongono l’acronimo NEWGEMS: Nanotechnology, Ecology, Wellness, Generation Z, E-Society, Manufacturing 4.0, Security. Integriamo inoltre degli indicatori di performance ESG che caratterizzano ciascuno di questi temi nel nostro processo d’investimento, poiché siamo convinti che l’analisi dei rischi e delle opportunità legate agli aspetti ESG dovrebbero far parte di qualsiasi processo di analisi fondamentale.
Quali sono secondo voi le prospettive dell’equity statunitense rispetto agli altri mercati sviluppati e ai mercati azionari emergenti?
Quirien Lemey, Degroof Petercam Ci sono molte società negli Stati Uniti connesse agli investimenti tematici che trattiamo. È vero che in linea di massima il mercato statunitense è alquanto costoso ma esso va osservato da una prospettiva bottom up, ovvero con un’attenzione particolare alla selezione finale delle aziende. Negli Stati Uniti sono ancora in corso grandi innovazioni e progressi tecnologici. Nei mercati emergenti le valutazioni sono più basse ma in questi contesti si deve prestare più attenzione in termini di governo societario e protezione dei brevetti che queste società possiedono. Si può comunque agire indirettamente sui mercati emergenti attraverso l’investimento in società sviluppate che operano in tali Paesi.
Jan Keuppens, Robeco In generale troviamo che i titoli che offrono un rendimento sul capitale investito più alto sono quelli delle società statunitensi, mentre le valutazioni appaiono più interessanti in Europa, in particolare nel settore value. Alcuni dei (sub)settori più ciclici come quello automobilistico e dei servizi petroliferi presentano valutazioni particolarmente interessanti qualora la crescita dovesse accelerare. Considerata la corsa che si è registrata a partire dagli ultimi giorni del 2018 siamo moderatamente più cauti sul breve termine.
Hilde Jenssen, Nordea Crediamo che gli Stati Uniti rimangano il motore della crescita mondiale, con una crescita degli utili a doppia cifra nel 2019. Un possibile scenario include il raffreddamento delle tensioni commerciali che andrebbe a beneficio degli Stati Uniti, ma anche delle economie europee dato che il sentiment negativo sull’Europa ha causato una contrazione delle valutazioni sui livelli del biennio 2010/2011, mentre i fondamentali rimangono solidi e gli utili in crescita. La Fed inoltre potrebbe trovarsi costretta a limitare la propria politica di tightening prima di quanto atteso dal mercato e ciò potrebbe offrire spazio a una ripresa dei mercati emergenti.
Dove individuate le migliori opportunità nell’azionario globale per il breve-medio termine (paesi, settori, specifiche società)?
Jan Keuppens, Robeco Nel corso delle operazioni di stress test del portafoglio nelle diverse situazioni prestiamo grande attenzione ai bilanci e alle valutazioni. L’elevato free cash flow yield del portafoglio dovrebbe fornire un certo livello di protezione dai ribassi nei periodi più difficili. Continuiamo a preferire i titoli tecnologici con valutazioni interessanti dato che il rendimento del capitale investito è elevato, i bilanci sono solidi e i buoni flussi di cassa generati garantiscono ampi margini di manovra alle società. Adottiamo un approccio bottom-up quindi non abbiamo alcun obbligo di allocazione a livello regionale o settoriale.
Hilde Jenssen, Nordea Dal punto di vista delle valutazioni, nei nostri fondi globali vediamo opportunità nei settori dei beni di prima necessità (consumer staples), negli industriali e nella sanità (healthcare). A livello geografico, invece, continuiamo a reputare interessanti gli Stati Uniti, dove la crescita degli utili è attesa rimanere solida e il mercato azionario potrebbe trarre vantaggio di un aumento dell’avversione al rischio da parte degli investitori. Infine, mentre l’impatto della Brexit sulle Piazze europee è difficile da prevedere, un accordo e/o le aspettative di un accordo dovrebbero comunque portare a un rinnovo della fiducia verso i mercati azionari del Vecchio Continente.
Quirien Lemey, Degroof Petercam Vediamo opportunità in tutto il mondo. Abbiamo un approccio davvero globale e siamo disposti a investire ovunque, con una logica però di lungo termine, che non prevede quindi spostamenti continui da una regione all’altra del mondo in base a scelte di pura allocazione geografica. In termini di temi più performanti, l’IT è stato un settore di spicco, così come le società legate al mondo del ‘cloud’, come ServiceNow, Coupa e Pluralsight, nuovo arrivato del fondo, che ha vissuto un forte rilancio principalmente grazie ai risultati molto positivi di ServiceNow. I servizi di comunicazione hanno registrato ottimi risultati, a seguito del rialzo di gennaio delle azioni di EA e Nintendo, aziende specializzate nella produzione di videogiochi e console. Aptiv è stata la società che ha registrato la migliore performance nel mese, migliore di qualsiasi altra società legata al mondo automobilistico. Rimaniamo quindi fermi sulle nostre convinzioni.
“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.