Secondo Lemanik, un ulteriore 5%-7% di correzione è un’ottima porta d’ingresso per aumentare l’equity in portafoglio. E l’epidemia potrebbe spianare la strada all’easing fiscale
Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik
I crolli dei listini, si sa, possono creare anche opportunità per gli investitori. E nel caso del coronavirus, gli occhi sono puntati sull’equity. “Nella fase attuale di emergenza, i mercati azionari hanno registrato una correzione importante dai livelli massimi raggiunti a metà della scorsa settimana -afferma Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik -. La nostra view è che se un tale sell-off, innescato probabilmente anche da algoritmi e sistemi di trading passivi, dovesse perdurare fino a raggiungere un ulteriore 5%/7% di correzione dai livelli attuali, si presenterebbe un’interessante porta d’ingresso per aumentare l’esposizione azionaria”.
Se infatti, fino a pochi giorni fa il tema del Covid-19 sembrava circoscritto alla Cina, con assunzioni di ricadute sul Pil domestico e immediato recupero, che portavano i mercati finanziari a essere particolarmente compiacenti anche grazie al sostegno delle banche centrali, ora la diffusione del virus in Europa e in particolare in Italia ha fatto emergere i timori di un congelamento dell’attività manifatturiera, dei servizi, e via dicendo. A tali timori, come evidenzia il gestore, il mercato ha risposto con una reazione immediata, lasciando poco spazio agli operatori per aggiustare le posizioni, probabilmente molto poco avverse al rischio fino a solo pochi giorni fa. “È evidente che le ripercussioni economiche saranno importanti, con una probabile contrazione del Pil europeo e, come annunciato ieri dall’ente sanitario americano, anche negli Usa in caso di contagio Oltreoceano”, spiega-.
“In questa fase, i rendimenti da titoli governativi e corporate, nonostante qualche allargamento di spread, sono sempre estremamente bassi – continua Scauri -. Questo continua a mantenere attraenti i rendimenti garantiti dall’equity”.
E non solo. Il virus potrebbe anche scatenerà altre reazioni positive per gli investitori. “Il tema coronavirus potrebbe essere preso come motivazione necessaria e sufficiente per il tanto discusso easing fiscale – conclude Scauri -. Visti i problemi in Italia di probabile contrazione del Pil nel primo trimestre, il tema dei gilet gialli in Francia e le difficoltà del settore automobilistico in Germania, una svolta su un’apertura a una minore fiscalità coordinata a livello europeo potrebbe finalmente dare il cambio alla politica monetaria della Bce”.
Obiettivo: fronteggiare la volatilità in attesa di capire l’impatto del coronavirus. Che non affonderà la Cina, secondo Amundi, ma ridurrà la crescita mondiale al 3%. Ecco come riposizionare i portafogli