Azionario Ue, la cautela è d’obbligo. Soprattutto per l’Italia
Basola (Mirabaud Am): “Abbiamo un chiaro sottopeso sui settori ciclici quali finanziari e ‘oil & gas’, mentre preferiamo i difensivi come telefonici e consumi di base”
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Nei prossimi mesi il driver più importante dei mercati finanziari diventerà l’evoluzione del quadro macro. Ne sono convinti i gestori di Anima, che nel loro outlook per il 2020 spiegano di attendersi un miglioramento ciclico, alimentato da condizioni finanziarie eccezionalmente espansive, un ridimensionamento dei rischi geopolitici che hanno accompagnato il 2019 e un utilizzo più attivo della leva fiscale. “Questo contesto dovrebbe permettere all’economia globale di archiviare la terza fase di rallentamento ciclico degli ultimi dieci anni – affermano -: le indicazioni offerte dal flusso di dati non sono univoche, ma i segnali di stabilizzazione del ciclo industriale si stanno moltiplicando e gli indicatori anticipatori suggeriscono una ripresa della crescita già a partire dal I trimestre del 2020. In particolare, a guidare la ripresa saranno Europa e Paesi Emergenti (che più hanno sofferto nel corso di quest’anno), mentre gli Stati Uniti potrebbero essere penalizzati dall’incertezza politica, in vista delle prossime elezioni presidenziali di novembre e dalle sfide di un ciclo sempre più maturo”.
Per quanto riguarda le banche centrali, che nel 2019 hanno messo in atto il più grande allentamento monetario dal 2008, la missione è ormai finita, secondo gli esperti Anima. “Recentemente sia la Fed che la Bce hanno adottato un orientamento più attendista, ma sono comunque ben lontane dal rimuovere gli stimoli in un contesto di assenza di pressioni sui prezzi e revisione della cornice istituzionale di politica monetaria. Del resto, occorre tempo per valutare l’impatto degli stimoli, ma la sensazione diffusa è che i margini di manovra in Area Euro siano molto limitati, per ragioni politiche ed economiche”. In attesa di raccogliere i frutti delle iniezioni di liquidità, i gestori auspicano che avvenga il passaggio di testimone invocato da Mario Draghi, alle politiche fiscali. E non solo nell’Eurozona. “Misure espansive avrebbero un costo contenuto, vista la compressione dei rendimenti governativi, potenzierebbero i benefici degli stimoli monetari e contribuirebbero, come già avvenuto storicamente, a ridurre le disuguaglianze sociali – si legge nel report -. Molti Paesi, nel corso del 2020, dovrebbero adottare un orientamento più espansivo, ma probabilmente l’approccio resterà graduale fino alla prossima recessione”.
Quanto alla trade war, entrambi i presidenti, Trump e Xi Jinping, hanno bisogno di raggiungere un accordo, a detta dei gestori Anima, per mantenere il consenso. “Un allentamento delle tensioni è dunque molto probabile, almeno fino alle elezioni americane. Si tratterà, però, di una tregua, non di una pace duratura, dal momento che, quello fra Usa e Cina, ha assunto i toni, a tutti gli effetti, di uno scontro strategico per la supremazia economica e tecnologica”. In tutto questo pesano anche le elezioni americane che potrebbero avere un impatto cruciale sul contesto economico-finanziario. “L’andamento dei sondaggi sta già lasciando il segno sulle valutazioni dei temi e settori più esposti – si sottolinea nel rapporto -, ma l’implementazione delle proposte più radicali potrebbe incontrare molte resistenze, specie in caso di Congresso diviso”.
Passando alle principali asset class, per mercati obbligazionari e valute, gli gli esperti vedono i titoli di Stato senza grande direzionalità. “Il miglioramento delle prospettive di crescita e il permanere di un sentiment positivo fra gli investitori potrebbero essere associati ad un indebolimento dei titoli governativi, specie in Area Euro – avvertono -. I movimenti saranno però contenuti: le politiche monetarie resteranno accomodanti e i rischi per la crescita orientati al ribasso. In questo contesto, riteniamo probabile una fase di consolidamento dei tassi d’interesse e, pertanto, manteniamo una view non costruttiva sui governativi core. Siamo comunque orientati ad aumentare la duration durante eventuali fasi di debolezza”.
Guardando all’Italia, per gli esperti Btp sono stati penalizzati, negli ultimi mesi, da una pluralità di fattori: un’ondata di prese di profitto e una crescente dialettica a livello governativo, a maggior ragione in seguito alle accese discussioni in atto a livello europeo e domestico sulla revisione del Fondo Salva-Stati e sul trattamento dei titoli governativi nel calcolo dei requisiti di capitale delle banche. “Tuttavia, le misure approvate dalla Bce offrono un supporto considerevole e i titoli di Stato italiani sono ancora interessanti per l’extra-rendimento offerto rispetto agli altri paesi europei; la nostra view resta perciò positiva, a meno di un drastico aumento della probabilità di elezioni anticipate”, è la tesi.
L’approccio all’investimento in obbligazioni societarie resta contraddistinto dalla selettività: le fasi mature del ciclo economico sono caratterizzate da un incremento della dispersione e il trend è già in corso, a detta dei gestori Anima. “La preferenza per il rischio credito rispetto al rischio tasso (attenta selezione di titoli con rating più basso e/o minore seniority e scadenza ravvicinata) resta una caratteristica distintiva della strategia gestionale – sottolineano -. Per quanto riguarda infine i mercati valutari, la view è negativa sul dollaro e neutrale sullo yen. La valuta statunitense, infatti, potrebbe essere penalizzata dall’andamento dei differenziali di crescita fra paesi e dai rischi che emanano dalla politica interna americana, ma il potenziale di deprezzamento rispetto all’euro potrebbe essere limitato in assenza di evidenze più convincenti di riaccelerazione della crescita nel Vecchio Continente e in Cina. Visione neutrale sulla sterlina, dal momento che nel medio periodo i costi economici dell’uscita dalla Ue superano i vantaggi in termini di maggiore flessibilità”.
Anche nel 2020 saranno le azioni l’asset class preferita, affermano gli esperti. “Il mercato azionario globale continua a macinare nuovi massimi storici e a settembre i rendimenti governativi hanno raggiunto i livelli più bassi di sempre, con oltre 17 mila miliardi di dollari di obbligazioni a tasso negativo. La compressione dei premi al rischio costringe a ridimensionare le aspettative di rendimento per il 2020, ma lo scenario è coerente con un apprezzamento delle classi di attivo più rischiose” sostengono.
Scenario macro in miglioramento, politiche economiche espansive e rischi geopolitici in calo rappresentano una cornice favorevole per i mercati azionari, a detta dei gestori Anima. “Le valutazioni assolute sono in linea con le medie storiche, quelle relative attraenti, e le stime degli analisti sulla dinamica dei profitti dovrebbero stabilizzarsi grazie alla ripresa ciclica. La rotazione fra regioni, settori e stili potrebbe offrire grosse opportunità. Inoltre, le preoccupazioni sui fondamentali aziendali sono in calo: la stagione degli utili del terzo trimestre si è chiusa con profitti delle società americane in crescita del 5% escludendo il settore energetico: un risultato considerevole se si considera l’accelerazione registrata un anno fa grazie alla riforma fiscale”.
“Sul fronte dell’allocazione geografica – concludono – , privilegiamo il Giappone, miglior mercato degli ultimi tre mesi, l’Europa e il Regno Unito. Va infine tenuto presente che nel corso del 2019 la rete di protezione offerta dalla Banche Centrali ha depresso la volatilità. In prospettiva, l’incertezza sullo scenario macro e la rilevanza di alcuni sviluppi e appuntamenti politici, primi fra tutti il potenziale impeachment di Trump e l’esito delle elezioni in Usa, potrebbero generare fasi di turbolenza, che a loro volta potrebbero creare opportunità da sfruttare per creare valore, in uno scenario contraddistinto da minore direzionalità per la gran parte delle asset class”.