Fida ha analizzato i prodotti tematici venduti ai clienti retail nel nostro Paese. Azionario globale ed europeo le asset class più esplorate, ma le strategie sono quasi tutte ad esclusione. E in top ten il predominio è tutto francese
Nonostante il dibattitto sollevatosi negli Stati Uniti sul costo di integrare fattori sostenibili negli investimenti, la finanza etica non smette di catalizzare l’interesse e i capitali dei mercati internazionali. Ma, nel variegato mondo ESG, le strategie possono divergere in modo anche significativo e dare luogo ad asset class del tutto nuove. È il caso dei prodotti Net Zero o PAB, pensati per perseguire obiettivi ben definiti nell’ampio perimetro della transizione energetica e che stanno arricchendo sempre di più l’offerta dei fondi attivi e passivi. L’ultimo sondaggio condotto daRobeco evidenzia, ad esempio, come il 79% degli investitori Apac ponga la lotta al climate change tra le priorità delle proprie strategie di portafoglio. Deloitte calcola invece che l’87% delle quotate italiane inserisca fra i propri processi di gestione dei rischi quelli legati alle emissioni di CO2. Alla luce di questo trend, FocusRisparmio ha deciso di analizzare i prodotti di categoria presenti proprio sul mercato tricolore per cercare di individuare schemi ricorrenti e indicazioni utili ad approntare allocazioni efficaci.
I fondi Net Zero sono fondi d’investimento che si impegnano a raggiungere un bilancio di CO2 nullo. Si tratta di un obiettivo allineato all’Accordo sul clima di Parigi, che punta a contenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C rispetto ai livelli preindustriali e a promuovere sforzi per non superare gli 1,5°C. Sulla scorta di tale paradigma, prodotti di questo tipo selezionano i titoli di aziende che dimostrano un forte slancio verso la sostenibilità e dotate di piani concreti sia per ridurre le emissioni future sia per rimuovere dall’atmosfera quelle già prodotte attraverso la riforestazione o l’uso di tecnologie in grado di catturare sostanze nocive. Senza dimenticare la possibilità di escludere dal portafoglio le realtà che operano in settori ad alta intensità di carbonio.
L’universo di analisi
A circoscrivere l’universo d’osservazione è stata Finanza Dati Analisi (Fida), società di sviluppo software per i servizi finanziari e di analisi di dati nel risparmio gestito, che ha calcolato per FocusRisparmio gli andamenti realizzati fino al 20 maggio 2025 dagli strumenti interessati. In base ai risultati, che raggruppano i prodotti in categorie omogenee per politica d’investimento e altre caratteristiche quali-quantitative, risultano distribuiti in Italia un settantina di fondi Net Zero attivi su un totale di 350 Isin mentre gli Exchange Traded Funds quota su Borsa contano 46 unità (250 la popolazione complessiva). “Si tratta di strumenti che offrono l’opportunità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico, supportando aziende che si impegnano a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere un futuro più sostenibile”, ha detto la financial analyst di Fida Monica Zerbinati.
Fonte: FIDA
Tanto azionario e scala globale. Ma prevale ancora lo screening
Per quanto riguarda lo stile, oltre due terzi hanno carattere azionario mentre la parte restante si focalizza su obbligazioni (20%) o adotta strategie a ritorno assoluto e diversificate (10%). “Si tratta tendenzialmente di veicoli con esposizioni geografiche globali ma non mancano i focus sul mercato europeo così come su quelli americano e sull’Asia-Pacifico”, sostiene Zerbinati, che spiega come gli emittenti siano quasi sempre corporate e soprattutto large o mid cap. Se si guardano invece le categorie di appartenenza, fa poi notare, è possibile riscontrare la prevalenza degli investimenti tematici ESG e dell’ecologia: “L’85% promuove caratteristiche ambientali o sociali nelle proprie politiche mentre il 15% considera la sostenibilità come obiettivo primario”, precisa infatti l’esperta. Tra le strategie prevale infine lo screening negativo, seguito da quello basato su norme.
Guardando alla top ten dei fondi più redditizi, risulta subito la predominanza delle case di gestione francesi in termini di rappresentanza: a partire da BNP Paribas, che compare ben due volte, per arrivare ad Amundi, presente in classifica addirittura con cinque prodotti. Un chiaro segnale di come, probabilmente anche per ragioni di prossimità geografica, l’industria d’Oltralpe sia quella che riesce più facilmente a proporre il Net Zero sul nostro mercato domestico. Il gruppo guidato dai Jean-Laurent Bonnafé, in particolare, conquista la prima posizione sia per le performance year-to-date sia per quelle su base annua: rispettivamente +17,7% e +32,77%. Merito di Easy Low Carbon 300 World, prodotto allineato al Paris Aligned Benchmark (Pab) e che unisce l’esclusione all’approccio best in class per selezionare titoli in grado di ridurre le emissioni di portafoglio del 50% (+ un ulteriore 7% annuo) rispetto all’universo di investimento iniziale. Quanto al secondo asset manager parigino, colpisce una proposta commerciale articolata in molteplici fondi che investono tutti sul tema ma con un diversa copertura geografica: non solo globale, dimensione che ha comunque fruttato il 17% da inizio anno ed è valsa alla società la medaglia d’argento, ma anche europea e perfino emergente. Da segnalare anche il terzo posto di Robeco così come il fatto che i migliori risultati a tre anni siano di Lombard-Odier.
Fonte: FIDA
Anche nell’universo degli ETF si riscontra una netta prevalenza di prodotti francesi, con Bnp Paribas e Amundi che rafforzano la leadership delle performance nel periodo di tempo considerato da Fida. Prima e seconda posizione sono infatti confermate ma stavolta Bnp si assicura anche l’ultimo gradino del podio. Degna di menzione è infine la doppia presenza della linea Xtrackers di DWS, che testimonia come anche la Germania abbia voce in capitolo quanto all’offerta nel nostro Paese. Sul fronte delle aree geografiche spicca l’azionario europeo, a riprova di come investitori e imprese del Vecchio Continente siano tra i più intraprendenti rispetto alla sfida della transizione ecologica.
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