Dopo il crollo repentino di alcuni dei principali indici, le borse normalizzano i movimenti. Come interpretare la correzione e guardare al medio periodo secondo gli esperti di Schroders
Quanto della volatilità delle borse sia dovuto a un reale rischio recessione è la grande domanda che ha segnato l’ingresso nel mese di agosto. Un interrogativo rafforzatosi dopo un lunedì se non nero quantomeno grigio, con le borse asiatiche che hanno chiuso con cali fino a 10 punti percentuali e Europa e Stati Uniti che hanno seguito la stessa direzione, seppur con minore intensità.
Schroders, uno dei principali gruppi finanziari globali, con un patrimonio gestito pari a 866,2 miliardi di euro (al 31.12.2023), ha messo al lavoro una task force di esperti per comunicare la propria view e provare a rispondere alla domanda delle domande: cosa c’è dietro il il crollo del mercato azionario?
“Negli ultimi giorni”, spiega Simon Webber, head of Global Equities di Schroders, “c’è stato un violento sell-off delle azioni, che ha penalizzato il consenso e le contrattazioni si sono fatte intense. Tuttavia, questi movimenti devono essere analizzati in un contesto di mercati azionari eccezionalmente forti da ottobre 2023 (a metà luglio, l’indice MSCI All-Country World era salito di circa il 32% dai minimi di ottobre, mentre alla chiusura di lunedì 5 agosto perdeva il 6,4% in tre giorni) e una correzione è perfettamente normale”.
Stati Uniti e Fed
La decisione da parte Fed di mantenere i tassi invariati ai massimi da oltre un ventennio, comunicata nella riunione del 30 e 31 luglio, è stata seguita all’inizio di agosto da dati sull’occupazione negli Stati Uniti più deboli, aumentando i timori dei mercai che la politica monetaria statunitense sia troppo attendista e possa facilitare una vera e propria recessione con conseguenze su scala globale.
“Per molti versi”, afferma George Brown, senior US economist di Schroders, “i recenti dati più deboli sul mercato del lavoro mostrano che i tassi di interesse più elevati stanno funzionando come previsto: se i tassi sono restrittivi ci si aspetta un ammorbidimento del mercato del lavoro. Inoltre, gran parte dell’aumento del tasso di disoccupazione è dovuto alla nuova offerta di lavoro a seguito dell’immigrazione attraverso il confine meridionale degli Stati Uniti”.
“È importante non dare troppo peso al rapporto sull’occupazione di un singolo mese”, prosegue. “Dobbiamo aspettare almeno un altro paio di mesi per vedere se si tratta di un trend. I dati sulla crescita economica degli Stati Uniti nel secondo trimestre sono stati solidi, con un Pil in aumento del 2,8% su base annua. Non crediamo che la recente debolezza dei dati statunitensi giustifichi un sell-off della portata che abbiamo visto negli ultimi giorni”, completa.
Tech, più investimenti e meno utili
Il crollo dei mercati azionari a cavallo tra luglio e agosto ha coinciso con la stagione degli utili societari, ma secondo Tina Fong, strategist di Schroders, i numeri comunicati finora non giustificano movimenti così netti degli indici.
“La crescita degli utili”, sottolinea Fong, “è stata buona, intorno al 14%, superiore a quanto il consenso si aspettava per questa stagione degli utili. Sembra però che il mercato sia rimasto deluso dal fatto che l’entità delle sorprese positive sugli utili sia stata più contenuta rispetto ai trimestri precedenti”, con diverse grandi aziende tecnologiche statunitensi che hanno evidenziato l’impatto della spesa per l’intelligenza artificiale. “Per gli investitori, la capacità di queste aziende tecnologiche di monetizzare la spesa per l’intelligenza artificiale rimarrà un tema importante nei prossimi trimestri”, aggiunge sul punto.
Sguardo oltre i picchi
Tra i fattori che hanno innescato il picco di volatilità dei mercati non va ignorata, inoltre, la decisione a sorpresa della Banca del Giappone di aumentare i tassi di interesse allo 0,25% dal precedente intervallo 0-0,1%. Un evento interpretato, però, dagli esperti della casa di gestione come sintomo della convinzione dell’autorità di politica monetaria della forza dei fondamentali dell’economia del Paese, oltre che motivato dalla necessità di mitigare la forza della yen in ottica anti-inflazione.
Lo scenario globale non è quindi così fosco come lascerebbe intendere l’ingresso nel mese estivo per eccellenza, secondo gli economisti di Schroders.
“Un atterraggio morbido per l’economia rimane il nostro scenario centrale e ci aspettiamo ancora che i mercati azionari siano ben sostenuti nel medio termine da una modesta crescita degli utili societari”, dichiara Simon Webber. “L’idea di fondo è che i mercati azionari erano vulnerabili a una correzione, ma i fondamentali delle società sono discreti e l’aumento della volatilità è un’opportunità di riposizionamento in caso si verifichino dislocazioni”, conclude.
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