Dopo la grande correzione azionaria del 2022 e il recupero del 2023, le società a piccola capitalizzazione restano su valori inferiori alla media storica. Una gestione attiva votata alla qualità può individuare titoli che spicchino il volo anche in un contesto di tassi ‘higher for longer’
Contro ogni previsione, il 2023 si è rivelato un ottimo anno per l’azionario. Il finale è stato persino entusiasmante, con rendimenti particolarmente alti nei mesi di novembre e dicembre. Se il mondo delle large cap è dominato da un gruppo ristretto di mega-cap in grado di trainare gli indici, specie nel settore tecnologico, il panorama delle aziende di piccola e media dimensione offre da sempre un più variegato set di opportunità. Scott Woods, gestore del fondo CT (Lux) Global Smaller Companies, frequenta quest’universo da oltre un decennio e dal 2019 è responsabile del fondo dedicato a quest’asset class in Columbia Threadneedle Investments.
Non siamo più nel mondo dei tassi a zero e, anche se Fed e Bce taglieranno nel 2024, non torneremo più ai livelli di costo del denaro pre-pandemia. Un panorama più sfidante per le piccole e medie imprese. Come se la stanno cavando?
L’aumento dei tassi d’interesse e il rischio recessionerendono il contesto certamente più difficile per le small cap, tipicamente più sensibili alla volatilità economica vista la loro liquidità limitata e la necessità di prestiti per finanziare la crescita. D’altra parte, però, anche i titoli a piccola e media capitalizzazione recuperano con più forza quando il mercato entra in una fase di ripresa. Molte azioni che in passato erano troppo costose sono ora a sconto. In sintesi, una grande opportunità di diversificazione del portafoglio a un prezzo interessante, a patto però di mantenere alta la …
Secondo Greg Peters, co-cio di PGIM Fixed Income, non mancano gli ingredienti per ottenere rendimenti favorevoli positivi dall’asset class. Merito di tassi in calo e del quadro macro. Investment grade e credito di qualità i segmenti su cui puntare
Per Cosimo Marasciulo, head of Fixed Income di Amundi SGR, il taglio FED alimenta una nuova stagione per il reddito fisso. Investment grade ed emergenti i settori su cui puntare, ma attenzione ai rischi geopolitici
Per Salib di Federated Hermes, il mercato è pronto a decollare. Eppure, cercare a ogni costo la massima perfomance può essere controproducente. Meglio investire su più segmenti e ridurre i rischi. Dagli emergenti agli immobili, ecco quali e come cavalcarli
Per Tony Appiah, client portfolio manager di Nuveen, il taglio della FED non intacca lo smalto dei prestiti sindacati americani. “Versatilità, rendimenti elevati e bassi rischi i punti di forza dell’asset class”. Che dovrebbe interessare soprattutto gli investitori europei
Guerre e programmi energetici hanno rilanciato la materia prima, che a febbraio era ai massimi da 17 anni. Ora nuove sfide promettono di far ripartire la corsa. Cosa attendersi e come investire, secondo gli esperti di VanEck
Per Rob Burrows (M&G Investments), il confronto Trump-Harris non ha dato indicazioni su chi vincerà. Ma il tycoon ha dalla sua il sistema del collegio elettorale. Cash, oro e t-bond gli strumenti su cui fare affidamento nel breve. E occhio al dollaro
Greggio vicino ai minimi di 14 mesi in scia ai timori per la domanda cinese e alla decisioni dell’Opec+. Ma per Rick de los Reyes (T. Rowe Price), la commodity potrebbe presto rimbalzare. E per trarne profitto meglio le società minerarie
Per Tony Appiah, client Portfolio Manager di Nuveen, detenere obbligazioni di alta qualità fino a scadenza è la soluzione per non rinunciare ai benefici di nessuno dei due approcci. La ricetta della casa per interpretare al meglio questo stile
In un’economia che peggiora, meglio aumentare la durata finanziaria delle obbligazioni. Secondo gli esperti, il tratto della curva da privilegiare è quello a 3-5 anni, con rendimenti che negli USA arrivano anche al 4,6%
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