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Per generare rendimenti solidi rispetto a un benchmark, soprattutto in mercati particolarmente efficienti come quello Usa, i gestori devono essere pronti ad assumersi dei rischi. “Essenzialmente, i gestori attivi devono imparare ad essere a loro agio anche in situazioni di disagio”, afferma Taymour Tamaddon, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – US Large Cap Growth Equity di T. Rowe Price.
Come? “Innanzitutto, è importante che capisca esattamente cosa mira ad ottenere e che resti fedele alla sua filosofia. Nel nostro caso, indipendentemente dal contesto, cerchiamo di costruire un portafoglio ‘per tutte le stagioni’, includendo le società growth che riteniamo saranno in grado di registrare buone performance in gran parte dei contesti economici e di mercato”, spiega Tamaddon.
Ma cosa succede quando il contesto di mercato peggiora o una singola società si trova ad affrontare una sfida reale? “In questi casi facciamo un passo indietro e torniamo allo step precedente – precisa il gestore -, focalizzandoci sul modo in cui la società trae profitti per determinare il valore reale delle sue azioni. Le nostre convinzioni si definiscono sulla base della nostra view sul valore reale di una società e non in base al prezzo del singolo titolo. Ciò se fatto bene, ci consente di avere evidenza su eventuali sell-off indiscriminati che potrebbero interessare il mercato in generale o un singolo titolo e trarne vantaggio”.
Ecco, secondo Tamaddon, tre esempi di società che recentemente sono state ‘scomode’” da detenere in portafoglio, ma che sono rimaste solide sul lungo termine.
La prima è Facebook. “Al momento è un business polarizzato, alla luce dello scandalo su Cambridge Analytica e le conseguenti preoccupazioni riguardo alle questioni di privacy – osserva il gestore -. Tuttavia, riteniamo che la società stia gestendo attivamente tali questioni, soprattutto per quanto concerne i dati di parti terze. In termini di regolamentazione per le società tech, non si sa ancora con certezza quali regole stiano cercando di implementare le autorità competenti al momento”. A detta di Tamaddon, si tende spesso a sottovalutare il fatto che Facebook continua ad attrarre utenti sulla sua piattaforma, con circa 400 milioni di persone che si sono iscritte dopo che sono emerse le questioni sulla privacy. Nello stesso periodo è aumentato anche il numero di inserzionisti negli annunci pubblicitari sulla piattaforma.
“Oltre ad attrarre utenti e inserzionisti, Facebook si sta anche muovendo sul lato della monetizzazione delle sue attività – aggiunge -. Abbiamo aumentato la nostra posizione sul titolo all’interno del nostro fondo T. Rowe Price US Large Cap Growth Equity, dopo aver notato un aumento della sua risposta in termini pubblicitari, soprattutto in riferimento alla crescita della funzione ‘stories’”.
Un secondo esempio è costituito da Tencent, su cui T. Rowe Price investe da oltre 10 anni, da quando la società aveva una capitalizzazione di soli 3 miliardi di dollari, a differenza degli attuali 440 miliardi. “Più in generale, investiamo nelle principali piattaforme tech globali da molti anni, quindi abbiamo una conoscenza approfondita del funzionamento di questo tipo di modelli di business”, precisa Tamaddon, secondo cui sebbene Tencent continui a sperimentare una crescita significativa, ha un tasso di monetizzazione che si attesta soltanto al 30%, rispetto a piattaforme simili negli Usa. “Sebbene non ci aspettiamo che tale tasso raggiunga la parità rispetto ai competitor da un giorno all’altro, riteniamo che anche solo il passaggio dal 30% al 50% sarebbe estremamente significativo”, afferma.
“Tuttavia – aggiunge -, il sentiment è naturalmente importante quando si parla di Tencent, come dimostrato da quanto accaduto nel periodo compreso tra marzo e settembre 2018, quando il titolo ha perso il 40% sulla scia dei timori legati alla crescita cinese. Al tempo, il nostro analista basato a Hong Kong aveva previsto una probabilità del 4% di assistere a perdite e del 96% di vedere rialzi su un orizzonte di tre anni. Ciò dimostra che, se abbiamo una forte convinzione in riferimento a un modello di business e una conoscenza approfondita del suo potenziale, possiamo trarre vantaggio da dislocazioni anche scomode”.
Infine Boeing. La società aerospaziale, su cui t. Rowe Price investe da diversi anni, rappresenta chiaramente una società controversa al momento, dato che sta affrontando proprio ora la questione delle tragedie che hanno riguardato il suo modello 737 MAX, che continua ad essere inutilizzato per i voli. “Sebbene questi recenti episodi siano estremamente tristi, in quanto investitori di lungo termine, è importante per noi ri-esaminare le ragioni alla base della nostra scelta iniziale di investire nella società, guardando al contempo alle prospettive future – argomenta -. In primo luogo, è inusuale detenere in portafoglio una società come questa, ampiamente percepita come ciclica. Tuttavia, Boeing rappresenta la metà di quello che effettivamente è un duopolio globale ed è una società meno ciclica di quanto si pensi generalmente. Le tendenze dei passeggeri aerei sono favorevoli a livello globale, e crediamo che il 787 della Boeing, con la sua fusoliera in materiale composito, sia il prodotto più innovativo e a basso consumo di carburante disponibile. Come tale, il 787 sta attirando una forte domanda e generando un significativo flusso di cassa”.