Assicurazioni, la Gen AI rivoluzionerà la distribuzione di 6 compagnie su 10
Secondo EY, il settore investirà in questa tecnologia 90 milioni nel 2025 e 140 nel 2026. Trasformando il rapporto con il cliente e i processi interni
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L’intelligenza artificiale corre, le banche per ora provano a inseguire. Tra le prime cinque big per raccolta, Intesa Sanpaolo è quella che negli ultimi tre anni ha comunicato più spesso sul tema, seguita da UniCredit, Banco Bpm, Bper Banca e Mps. È quanto emerge da una ricerca di Excellence Consulting, che sottolinea anche come gli ambiti di applicazione restino in molti casi ancora programmatici e le prime sperimentazioni siano solo in fase di avvio. Troppo poco, considerando che a dicembre sarà pubblicato in Gazzetta europea l’AI Act comunitario cui anche gli istituti di credito dovranno adeguarsi.
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Lo studio, condotto con l’ausilio di Dataskills, ha analizzato 2mila edizioni e circa 10mila articoli pubblicati da luglio 2020 a fine giugno 2023 sul primo quotidiano generalista e sul maggiore quotidiano economico in Italia: parole chiave legate all’Artificial Intelligence in generale e nello specifico nel banking l’oggetto di indagine. A integrare la ricerca quantitativa, anche una parte qualitativa effettuata tramite desk analysis su comunicati stampa, bilanci, piani industriali e dichiarazioni del top management. Dalle due dimensioni è risultato che, tra i 480 articoli con citazioni di AI settore, quasi un quarto è riferito ai primi cinque istituti italiani e cui il 15% solamente alla società guidata da Carlo Messina. Se però si confrontano queste menzioni con quelle totali della banche, il numero appare decisamente contenuto: 2,4% è il peso degli articoli di Intesa che affrontano il tema rispetto alla totalità delle menzioni (76 su 3.139), 0,9% quello di Unicredit (25 su 2.729), 0,5% quello di Bper (5 su 1.032), 0,3% quello di Bpm (4 su 1.281) e Mps (2 su 750).
Numero di articoli che contengono parole chiave legate all’AI. Fonte: Excellence Consulting.
Intanto aumenta la rilevanza dell’AI. Merito anche del lancio di ChatGpt, che ha fatto salire il tema ai livelli di quello Esg. Nel periodo aprile-giugno 2023, a fronte di 71 articoli relativi ai fattori ambientali sociali e di governance nel settore bancario, se ne contano infatti 73 sull’intelligenza artificiale. Quanto ai topic maggiormente associati, in testa ci sono customer experience (61 articoli), cybersecurity (55), credit scoring (31), procurement (30) e chatbot (30). Da notare che dal terzo trimestre del 2022 a giugno di quest’anno questi topic mostrano un andamento costante, a eccezione dell’ultimo, emerso con forza a partire dal secondo trimestre con il lancio in Italia della creature di OpenAI. In questo caso si è infatti passati da una media di 1,5 articoli per quarter fino al marzo scorso alle 13 citazioni del periodo aprile-giugno.
Un confronto tra gli articoli che contengono parole chiave legate all’AI e quelli riferiti ai temi ESG. Fonte: Excellence Consulting.
Le banche stanno poi ampliando gli ambiti di applicazione dell’AI Innovation. Quelli indagati nella ricerca qualitativa sono l’evoluzione del modello di servizio (evoluzione della customer experience e ottimizzazione delle campagne commerciali), l’evoluzione dell’offerta, l’ottimizzazione dei processi interni e la gestione dei rischi. Intesa Sanpaolo risulta applicare soluzioni in tutte le aree indagate, Unicredit e Bpm in tre su quattro, Bper solo in una, mentre Mps non fa alcun riferimento all’uso della tecnologica nel piano industriale in corso.
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Anche se l’entrata in vigore dell’AI Act europeo comporterà l’adeguamento dei processi per le banche che intendono proseguire nell’adozione delle soluzioni di intelligenza artificiale, il tema della nuova normativa è rimasto marginale sui media analizzati. Appena 1,6 articoli in media dal terzo trimestre del 2020 al primo del 2023, fino al periodo aprile-giugno quando, a valle dell’approvazione in Parlamento europeo, si registrano 31 contenuti in soli tre mesi. L’argomento appare però decisamente nei radar degli istituti di credito: un terzo delle pubblicazioni relative all’AI Act (dieci su 31) sono infatti correlate al mondo delle banche e il 14% degli articoli relativi all’AI nel banking nel secondo trimestre 2023 sono relativi proprio alla normativa Ue, contro lo 0,2% di media d’incidenza dei quarter precedenti.
“Dall’analisi testuale degli articoli che trattano di intelligenza artificiale, emerge chiaro come questa si affermerà nel futuro quale macrotrend di evoluzione dei modelli di business nel mondo finanziario al pari della digital transformation o della transizione Esg”, assicura il ceo Excellence Consulting Maurizio Primanni. Che fa notare. come le parole maggiormente associate all’AI siano in generale ‘ricerca’, ‘sviluppo’ e ‘tecnologia’, mentre tra quelle presenti negli articoli che relativi al banking spicchino anche ‘digitale’, ‘crescita’ e ‘servizi’. Suggerendo che la chiave di lettura con cui viene trattato il tema dagli istituti finanziari sia quella di uno strumento per rilanciare la crescita o sviluppare nuovi servizi.
“Esistono certamente esperienze diffuse d’avanguardia, come il nuovo laboratorio CentAI e Isybank di Intesa Sanpaolo o l’Artificial Intelligence Business Incubator di Banca Sella, ma è necessario agire in modo organico e diffuso sui fattori critici di successo: dalla cultura aziendale alla governance, dalle competenze al presidio della qualità dei dati fino alla gestione di modelli di innovazione e alla compliance”, avverte il ceo. Su quest’ultimo aspetto, attraverso il prossimo lancio dell’AI Act, a suo parere, il legislatore europeo dimostra di essere ottimo anticipatore delle evoluzioni del mercato e dei modelli di business. “Seguendo le prescrizioni, le banche potranno infatti creare l’impalcatura per poi portare avanti qualsiasi tipo di evoluzione del loro modello di business che coinvolga l’intelligenza artificiale”, conclude.
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