BoE shock: Pil inglese a -14%. Ma non agisce e delude i mercati
Tassi fermi e Qe invariato. Ma il board si spacca. Ora gli operatori si aspettano un intervento nei prossimi mesi
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La Bank of England prevede che l’economia britannica soffrirà un contraccolpo meno severo di quanto inizialmente previsto dalla crisi del Covid19, ma che per la ripresa ci vorrà più tempo, e ha deciso di tenere i tassi invariati all’1,1%. La BoE ha rassicurato gli investitori sul fatto che non ci sarà una stretta nei prossimi tempi, ma il governatore Andrew Bailey ha anche detto che sebbene i tassi negativi “siano parte della nostra cassetta degli attrezzi, per il momento non abbiamo un piano per utilizzarli”. La decisione di tenere i tassi invariati è stata presa con il voto unanime Monetary Policy Committee (Mpc).
La Banca centrale britannica ha migliorato le sue “proiezioni indicative” di crescita, prevedendo che il Pip britannico si contrarrà del 9,5% quest’anno, dopo un programma di stimolo senza precedenti finalizzato a sostenere le imprese nazionali e i posti di lavoro durante la crisi. Sebbene si tratti di quella che sarebbe la peggiore performance dell’economia negli ultimi 99 anni, il dato è comunque migliore di quello elaborato lo scorso maggio, quando la contrazione attesa era indicata intorno al 14% (e che sarebbe stata la peggiore performance degli ultimi tre secoli). Tuttavia, l’istituzione guidata da Andrew Bailey ha ammonito di non aspettarsi un ritorno dell’economia a livelli pre-Covid “fino alla fine del 2021”.
Gli esperti non sono rimasti sorpresi dalla decisione della BoE di lasciare i tassi invariati. “Non è una sorpresa che il Comitato di Politica Monetaria della Bank of England abbia lasciato i tassi e il target del QE invariati rispettivamente allo 0,1% e a 745 miliardi di sterline”, ha commentato in una nota David Riley, Chief Investment Strategist di BlueBay AM. “Tuttavia, la banca centrale ha fatto sapere di aspettarsi che la prossima mossa di politica monetaria consisterà in un inasprimento, piuttosto che in un ulteriore stimolo, in base alle previsioni per una ripresa economica a V. Dopo le aspettative di una contrazione del Pil del 9,5% quest’anno, la BOE prevede un rimbalzo a +9% nel 2021, insieme alla convergenza dell’inflazione verso il target al 2%”, argomenta Riley.
L’esperto esprime qualche perplessità sulla possibilità che la ripresa sia tanto solida quanto prevede il Comitato, a causa “delle continue incertezze sull’andamento del virus e sulla disoccupazione, così come sul risultato delle negoziazioni commerciali tra Regno Unito e UE”. La disoccupazione secondo Riley probabilmente raggiungerà un picco vicino al 10% entro fine anno, mentre la BoE prevede un 7,5% massimo, e “l’incertezza sui negoziati con Bruxelles peserà sulla spesa delle imprese. Credo che sia plausibile aspettarsi che la banca centrale debba rivedere la propria posizione e fornire maggiore supporto all’economia. Sembrerebbe però che l’istituto si sia distaccato dall’idea di tassi di interessi negativi e che lo stimolo possa realizzarsi sotto forma di maggiori acquisti di Gilt e di misure a supporto della concessione di prestiti bancari”.
In ogni caso, la revisione dell’outlook in termini maggiormente ottimistici ha sostenuto la sterlina, che si è leggermente rafforzata, “ma il mercato dei Gilt mostra scetticismo verso la prospettiva di un inasprimento monetario da parte della BOE nei prossimi anni”.