Amundi: il 2022 è l’anno delle grandi trasformazioni
La casa di gestione presenta i principali spunti contenuti nell’outlook annuale. Nei portafogli spazio ad azioni value, emergenti e materie prime
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Amundi spinge l’acceleratore sulla sostenibilità, con il nuovo action plan triennale “Ambitions 2025”, che mira a rafforzare ulteriormente gli impegni Esg del gruppo, e presentato ieri alla stampa nel corso di una video conferenza. La ceo Valérie Baudson ha inaugurato la presentazione ricordando i risultati del precedente Piano Esg 2018-2021, “un piano trasformativo, che è la ragione per la quale oggi ci troviamo in una posizione di leadership sulla sostenibilità in Europa, con oltre 800 miliardi di euro di asset gestiti con approccio Esg e oltre 770 fondi classificati come articolo 8 e articolo 9 (ai sensi del regolamento SFDR, ndr), e oltre 25 miliardi di inflow in asset Esg da inizio anno”.
La filosofia di Amundi, ha spiegato Baudson, si allinea con quello del gruppo Crédit Agricole, cioè lavorare nell’interesse non solo dei clienti ma anche della società. “Ed è questa la ragione per cui, fin dall’inizio, l’investimento responsabile è stato uno dei nostri pilastri fondativi. Questo pilastro, a sua volta, si fonda su tre convinzioni. La prima è che ogni player economico e finanziario ha un ruolo e responsabilità nei confronti della società. La seconda è che prendere in considerazione i criteri Esg per le società in cui investiamo si traduce in una fonte di performance nel lungo termine. La terza convinzione – la mia convinzione – è che accelerare sull’Esg sarà la maggiore leva di crescita per Amundi a livello globale”. Il punto, aggiunge Baudson, non è solo investire ma “finanziare il mondo per come dovrebbe essere”.
Il nuovo piano, che verrà presentato all’assemblea degli azionisti, definisce gli obiettivi sia per il risparmio sia per le soluzioni di investimento per i clienti e la politica di coinvolgimento di Amundi con le aziende. Gli obiettivi Esg saranno inclusi nella remunerazione dei suoi senior manager. Il piano, con cui Amundi punta “a giocare un ruolo attivo, sia sulla transizione energetica, sia sulla coesione sociale” è ancora più ambizioso del precedente, e punta “ad allineare le esigenze dei nostri stakeholder: i clienti – investitori e risparmiatori – le imprese, i nostri collaboratori e i nostri azionisti”, ha dichiarato Baudson.
Per raggiungere gli obiettivi del piano, ci sono tre modi per agire, ha spiegato la ceo: “il primo è dirigere il capitale verso progetti e società che favoriscono transizione energetica ed equa; la seconda è discutere e svolgere attività di engagement con le società di cui siamo azionisti (e con 1,8 trilioni di asset under management siamo spesso gli azionisti principali) su come promuovere la transizione verso gli obiettivi net zero; la terza è assicurarci che noi per primi siamo impegnati su ciò che stiamo discutendo con le aziende”.
Jean-Jacques Barbéris, director of the Institutional and Corporate Clients division & ESG, ha elencato in dettaglio gli obiettivi raggiunti dal precedente piano di sostenibilità. “Avevamo tre ambizioni all’epoca: aumentare l’allocazione di capitale sulle tematiche che erano importanti per noi, ampliare le nostre capacità Esg, e integrare l’Esg in tutti i nostri processi di investimento, con Kpi dati a tutti i nostri manager e da rispettare ogni giorno”. Gli obiettivi, sottolinea Barbéris, sono stati tutti raggiunti e in molti casi superati.
Amundi vanta oggi sul 100% dei suoi fondi a gestione attiva l’incorporazione di criteri Esg e l’obiettivo di raggiungere un punteggio di sostenibilità più elevato rispetto al benchmark, obiettivo perseguito sovrappesando o sottopesando le società nei portafogli in base al loro contributo alle questioni ambientali e sociali. Anche nella gestione passiva l’investimento responsabile è un elemento importante, che oggi rappresenta circa 80 miliardi di euro (dai 19 miliardi di euro nel 2018). Il gruppo ha inoltre impiegato risorse consistenti per specifiche iniziative di promozione della transizione energetica o della coesione sociale, per 31 miliardi di euro (rispetto ai 20 miliardi annunciati, e rispetto ai 10 miliardi del 2018). Il gruppo vanta il più grande fondo di economia solidale in Francia, Amundi Solidarité, con un patrimonio di 400 milioni di euro investito nell’economia sociale e solidale (dai 200 milioni di euro nel 2018); e ha sviluppato un servizio di consulenza sulla sostenibilità dedicato agli investitori istituzionali e ai distributori per supportarli durante tutto il loro percorso Esg.
Il piano precedente ha portato anche importanti risultati in termini di engagement e attività legate ai diritti di voto. Nel 2020, Amundi ha votato in oltre 4.000 assemblee generali annuali e ha avviato un dialogo sulla transizione energetica e il cambiamento climatico con 472 aziende.
Sulla base di questi progressi, e delle nuove sfide che il mondo sta affrontando, Amundi ha deciso di spingere ulteriormente sull’acceleratore. Oltre ad aver aderito alla Net Zero Coalition di Asset Manager nel luglio 2021, Amundi cerca oggi di avviare un percorso più rapido verso la decarbonizzazione, come hanno spiegato Elodie Laugel, chief responsible investment officer di Amundi, Vincent Mortier deputy Cio, elencando le 10 misure chiave per accelerare la trasformazione sostenibile della società.
Per le sue soluzioni di risparmio e tecnologiche, Amundi si impegna innanzitutto a introdurre un nuovo rating di transizione ambientale che valuta gli sforzi delle aziende nella decarbonizzazione delle loro operazioni e nello sviluppo delle loro attività sostenibili, coprendo 400 miliardi di euro di fondi aperti gestiti attivamente. Per incoraggiare le aziende a compiere questa trasformazione, i portafogli mireranno ad avere un profilo di transizione ambientale migliore del loro benchmark. Di conseguenza, i portafogli sovrappeseranno le società che hanno compiuto i maggiori sforzi nella loro transizione energetica.
In secondo luogo, Amundi intende offrire fondi aperti in tutte le asset class con un obiettivo di investimento net zero al 2050.
Il terzo obiettivo è quello di raggiungere 20 miliardi di euro di asset in fondi impact che investiranno in aziende che contribuiscono positivamente alle performance ambientali o sociali. Tale impatto sarà misurato e riportato annualmente.
Inoltre, verrà garantito che il 40% della gamma di fondi passivi sia composto da fondi Esg.
Infine, Amundi sta sviluppando Alto Sustainability, una soluzione di analisi tecnologica progettata per supportare gli investitori nel processo decisionale relativo all’impatto ambientale e sociale del proprio portafoglio.
Le successive misure annunciate riguardano invece l’esercizio dei diritti di voto e le attività di engagement. In particolare, la società punta a lavorare con altre 1000 aziende per definire strategie credibili per ridurre le loro emissioni di gas serra, votare nelle loro assemblee generali annuali e per i pacchetti di remunerazione del management da collegare a queste strategie. E dal 2022, a escludere dal proprio portafoglio le società che generano oltre il 30% della propria attività dalla produzione non convenzionale di petrolio e gas.
Per quanto riguarda il terzo obiettivo annunciato, cioè quello di perseguire direttamente e applicare alle proprie attività gli obiettivi di sostenibilità promossi e richiesti alle altre società, Amundi ha deciso di ridurre le proprie emissioni dirette di gas serra di circa il 30% (rispetto al 2018) per dipendente entro il 2025.
Inoltre, intende collegare il 20% della retribuzione dei suoi 200 dirigenti senior al raggiungimento dei suoi obiettivi di investimento responsabile e a definire obiettivi Esg per tutti i manager e i rappresentanti sales.
Infine, Amundi si impegna a presentare la sua strategia per il clima ai suoi azionisti alla prossima assemblea generale annuale nel 2022.
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