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Il bollettino economico ribadisce: politiche restrittive finché necessario. Intanto l’economia dell’Area è vista espandersi oltre le attese nel breve grazie ai consumi delle famiglie. Ma i rischi non mancano
Il focus è ancora la lotta all’inflazione e, per questo, la traiettoria delle politica monetaria non può essere segnata. A due settimane esatte dal primo taglio dei tassi, il bollettino economico della Banca centrale europea (BCE) ribadisce la linea “senza vincoli” annunciata dell’istituto al termine del meeting. E sottolinea che i prezzi dovrebbero rimanere al di sopra dell’obiettivo anche nel 2025. Buone notizie invece sul fronte dell’attività economica di Eurolandia, che potrebbe bissare il successo del primo trimestre e continuare a marciare oltre le previsioni (almeno nel breve).
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Politiche restrittive finché necessario
La BCE “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi” e anche dopo la sforbiciata del 6 giugno resta “determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”. Per questo, recita il bollettino, è pronta a mantenere il costo del denaro “su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”. Tuttavia, pur con un carovita tornato ad accelerare al 2,6% nel mese di maggio, “gran parte delle misure relativa alla componente di fondo (quella che esclude i beni a maggiore volatilità, ndr) sono nuovamente scese ad aprile” e confermato “un quadro di graduale diminuzione delle pressioni sui prezzi”.
Inflazione al 2% solo nel 2026. Ma i salari si raffreddano
Secondo lo staff dell’Eurosistema, l’indice dei prezzi nell’Area si attesterà al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, la stima nei tre anni è invece del 2,8%, del 2,2% e del 2%. Il bollettino sottolinea poi come gli stipendi continuino a crescere a un ritmo sostenuto, compensando i passati rincari. Per l’Eurotower, come osservato nell’incremento delle retribuzioni contrattuali durante il primo trimestre, è quindi probabile che si registri un’oscillazione del costo del lavoro sul breve termine ma gli indicatori prospettici segnalano comunque una moderazione della dinamica salariale nel corso dell’anno. I profitti stanno infatti assorbendo parte del pronunciato aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, riducendone gli effetti inflazionistici.
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Ripresa sostenuta dalle famiglie. Ma restano rischi
Quanto all’economia di Eurolandia, la crescita dovrebbe attestarsi allo 0,9% nel 2024, all’1,2% nel 2025 e al 2% nel 2026. La ripresa all’inizio di quest’anno, si legge, “ha superato i livelli attesi dagli esperti della BCE” ed è destinata “a proseguire a un ritmo superiore rispetto a quello precedentemente previsto”. Merito della domanda estera e dei consumi, che sono sorretti dal “miglioramento del reddito disponibile reale” ma anche del graduale aumento della fiducia e delle ragioni di scambio”. Quanto ai rischi, questi restano bilanciati nell’immediato ma con un orientamento al ribasso sul medio termine: l’indebolimento dell’economia mondiale o l’inasprimento delle tensioni commerciali tra i principali Paesi peserebbero infatti sulla crescita dei 27. Mentre la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente restano le principali minacce a livello geopolitico. “Si potrebbero verificare una minore fiducia verso il futuro e un’interruzione degli scambi internazionali”, viene evidenziato. Non va infine trascurato l’impatto del cambiamento climatico, che la BCE ritiene foriero di una possibile accelerazione dell’inflazione rispetto ai livelli previsti.
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