Bce, Panetta conferma nuove misure. E alle banche chiede prudenza
L’esponente dell’Eurotower è preoccupato per una possibile seconda recessione. E avverte: “Italia, Portogallo e Spagna potrebbero restare indietro”. Cancellare il debito? Impossibile
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Il carbone non se lo aspetta nessuno, tutt’altro. La maggior parte degli investitori non ha dubbi ed è convinta che domani Christine Lagarde metterà sotto l’albero dei mercati (e dei governi) un regalo degno di questo nome, che potrebbe consistere soprattutto in un’estensione del Pepp di 12 mesi, fino al giugno del 2022, e in un suo incremento fino a 2.000 miliardi di euro, ovvero un aumento fino a 650 miliardi. Non solo: mentre tutti escludono un intervento sui tassi, è fortemente probabile che la Bce prolunghi il Tltro per le banche e ne migliori ancora le condizioni, dando così avvio al finale scoppiettante di un anno funesto, durante il quale, però, Francoforte non ha quasi mai deluso le attese.
“A nostro avviso la Bce annuncerà un aumento significativo del Pepp di almeno 400 miliardi di euro e offrirà alle banche nuovi programmi di supporto al credito a basso costo. È improbabile che il tasso negativo sui depositi venga modificato, mentre le nuove proiezioni interne includeranno probabilmente una significativa revisione al ribasso dell’attività economica attuale, in quanto i sondaggi di novembre indicano che nel quarto trimestre l’economia si sta nuovamente contraendo”, afferma Gero Jung, chief economist di Mirabaud Asset Management.
La grande sfida per Lagarde è però altrove e riguarda la comunicazione, avverte Jung, che si chiede soprattutto se saranno fatte delle osservazioni precise sulla forza dell’euro, che penalizza ulteriormente i prezzi delle merci importate e di conseguenza l’inflazione. “Un secondo punto riguarda il fatto che lo stimolo monetario è più efficace in una situazione di crisi acuta, ma meno nel rilanciare l’attività, ed eventualmente l’inflazione, quando è già estremamente accomodante – aggiunge l’esperto -. Sarà quindi importante il modo in cui la Bce comunicherà la strategia con cui intende procedere per aumentare gradualmente l’inflazione, anche se mancherà il target di vicino ma inferiore al 2% in un orizzonte di lungo periodo”.
Anche per gli esperti di MFS IM è probabile un’espansione temporale e quantitativa del Qe anti-pandemia (300-400 miliardi di euro e fine 2021) e un’estensione del Tltro, mentre dal punto di vista della comunicazione, sarà confermata l’attuale posizione colomba. “Ci aspettiamo che la presidente della Bce, Christine Lagarde, sottolinei la necessità di mantenere l’attuale flessibilità nell’uso degli strumenti di intervento come il modo più efficiente per raggiungere i propri obiettivi”, prevede Annalisa Piazza, fixed-income research analyst, secondo cui questo sarà probabilmente sufficiente ad evitare che si crei una pressione sui finanziamenti.
Se, infatti la Francoforte dovesse effettuare la sua ricalibrazione senza alcuna significativa sorpresa al ribasso (cioè un Pepp aggiuntivo inferiore a 200 miliardi di euro), per la Piazza i rendimenti dell’Uem avranno poco margine di variazione rispetto ai livelli attuali. “Crediamo che ora il prezzo sia molto più alto – chiarisce -. Accomodanti condizioni di finanziamento sono il presupposto per una strada meno accidentata nella fase di recupero. Se l’inflazione dovesse salire più rapidamente del previsto, la Bce potrebbe iniziare a lasciare che la parte lunga della curva diventi un po’ più ripida rispetto al livello attuale. A margine, il 2021 sarà un anno di grande disponibilità lorda e, senza l’intervento Bce, i rendimenti dovrebbero essere un po’ più alti, anche se ancora negativi fino ad almeno 10 anni, che Lagarde stessa ha definito una condizione favorevole”.
Occhi anche sulle previsioni che domani arriveranno dall’Eurotower. Per Anthony O’Brien, strategist di First Sentier Investors, è probabile che la Banca centrale europea domani “riveda al rialzo le previsioni sul Pil per il 2020, ma che corregga al ribasso anche le sue stime per il 2021”. L’esperto si aspetta che l’inflazione rimanga probabilmente “ben al di sotto” dell’obiettivo fino al 2023 e che la Bce aumenti il programma di Qe di emergenza pandemica di 500 miliardi di euro estendendo le operazioni Tltro.
Dello stesso parere gli esperti di Goldman Sachs, secondo cui le previsioni di Francoforte comprenderanno la stima di una fase più lunga del previsto della fase acuta della crisi pandemica con crescita e inflazione più basse nel 2021. Per questo anche loro prevedono il potenziamento del Pepp (400 miliardi e 12 mesi) e una riconfigurazione del Tltro, ma aggiungono che la la squadra capitanata da Lagarde potrebbe sfruttare ulteriori margini di flessibilità, allungando le scadenze dei titoli da acquistare o includendo nei suoi acquisti anche i fallen angels. Possibilità, questa, che Goldman non ritiene ancora imminente, ma che potrebbe essere presa in considerazione più avanti.
Punta infine l’accento sugli spread Konstantin Veit, senior portfolio manager per i tassi europei di Pimco, secondo cui le politiche della Banca centrale europea ancorano gli asset rischiosi europei, ma i differenziali “hanno fatto molta strada” in termini di contrazione. Per l’esperto i rischi per le prospettive macroeconomiche rimangono “elevati” ed è “ragionevole” un aumento di 600 miliardi di euro del programma di Qe di emergenza pandemica, insieme a un’estensione di sei mesi degli acquisti fino alla fine del 2021. Non solo: Veit si aspetta anche ulteriori operazioni Tltro oltre marzo 2021 e l’estensione del periodo di tasso di interesse preferenziale -1% da giugno a dicembre 2021, “in linea con l’aspettativa di un’estensione del Pepp sullo stesso orizzonte”.
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