L’11 aprile i tassi non verranno toccati, ma gli investitori cercano chiarimenti sui tagli. Per i gestori le mosse dei colleghi Usa non condizioneranno l’Eurotower ed è possibile un ‘salto’ a luglio
Christine Lagarde, presidente della Bce
Nessuna sorpresa ma qualche certezza in più. Dal meeting di aprile della Banca centrale europea, i mercati non si aspettano movimenti sui tassi, ma sperano che per la prima volta Christine Lagarde e colleghi traccino con maggiore chiarezza la strada per la prima riduzione del costo del denaro a giugno. E possibilmente oltre, visto che il vero interrogativo è quale direzione prenderà la politica monetaria dopo quella data, anche alla luce dell’accresciuta incertezza circa le mosse Federal Reserve.
A marzo l’inflazione dell’Eurozona ha rallentato al 2,4%, rafforzando la prospettiva che la Bce sia prossima ad avviare un ciclo d’allentamento, probabilmente prima dell’istituto centrale Usa. E le minute della riunione di marzo hanno confermato che agli occhi del Consiglio il primo taglio “sta diventando visibile”. Secondo la maggior parte dei gestori, pur ribadendo il suo approccio dipendente dai dati, l’Eurotower giovedì dovrebbe quindi mostrare una crescente fiducia nella ritirata dei prezzi e preannunciare una riduzione dei tassi prima dell’estate. L’attenzione sarà quindi puntata sui dettagli: se verrà cioè esplicitamente indicato giugno e se sarà data qualche indicazione sul ritmo delle riduzioni.
Secondo Frederik Ducrozet, head of Macroeconomic Research di Pictet Wm, il dato dell’inflazione di marzo ha fornito grande sostegno all’ipotesi giugno, ma perché diventi certezza bisogna ancora attendere la seconda prova: la conferma della moderazione della crescita salariale, con il dato trimestrale che verrà pubblicato il 23 maggio. Per questo l’esperto vede la Bce in attesa questa settimana e si aspetta un tono accomodante, che getti le basi per l’inizio del ciclo di allentamento a giugno (a meno di sorprese al rialzo sulle retribuzioni). Tuttavia Ducrozet ritiene improbabile che il board si impegni su un determinato ritmo. “Prevediamo ancora un totale di quattro tagli nell’arco dell’anno, per un totale di 100 punti base, che porteranno il tasso della deposit facility al 3% entro fine 2024”, afferma.
Konstantin Veit, portfolio manager European Rates di Pimco
Per Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, l’Eurotower ribadirà il suo approccio dipendente dai dati pur mostrandosi più fiduciosa sul raffreddamento dei prezzi. La prima sforbiciata dovrebbe quindi arrivare a giugno, e di lì in poi Lagarde procederà con cautela con ulteriori tagli di 25 punti l’uno senza indicazione sulle effettive tempistiche. “Attualmente il mercato prevede circa 85 punti base: a nostro avviso, ciò sembra ragionevole e non si discosta molto dalla nostra previsione di base di tre tagli per quest’anno”, precisa Veit.
Franck Dixmier, global cio fixed income di Allianz Global Investors
Anche secondo Franck Dixmier, global cio Fixed Income di Allianz GI, se giugno appare quasi una certezza, i tempi e la portata delle future sforbiciate rimangono invece questione aperta. “Ci aspettiamo un discorso misurato, che confermi l’altissima probabilità di un primo taglio a giugno, presentandolo come un primo passo verso la normalizzazione della politica monetaria”, osserva. Precisando però che Lagarde probabilmente insisterà sul fatto che le mosse successive non sono scontate e dipenderanno dalla traiettoria dell’inflazione. “Le aspettative del mercato sono estremamente elevate, con una probabilità del 98% di un taglio di 25 punti base a giugno. Tuttavia, se le parole della Bce dovessero deludere gli investitori, potrebbero sorgere tensioni sui mercati, soprattutto in un contesto in cui cresce l’incertezza sulla tempistica del primo allentamento Fed”, spiega. Per Dixmier, però, il leggero divario con i colleghi americani non ostacolerà Francoforte, che dovrebbe invece riaffermare la propria autonomia decisionale.
Possibile un ‘salto’ di luglio
Des Lawrence, senior investment strategist di State Street Global Advisor, per giovedì prevede una riunione interlocutoria. Ma si aspetta accenni al fatto che “l’inflazione si sta muovendo nella giusta direzione e che il taglio dei tassi nel meeting di giugno sarebbe coerente con la debolezza dei dati in arrivo sui consumi privati e sul sentiment dei consumatori”. Nonostante il fatto che il tono di Lagarde dovrebbe essere misurato, l’esperto conferma la sua previsione di una riduzione complessiva di 100 punti base per quest’anno.
Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac
Per Kevin Thozet, membro del Comitato investimenti di Carmignac, la riunione di giovedì sarà una delle più rapide della storia. E il messaggio sarà ‘nulla da segnalare’ visto che la presidente è stata molto chiara cinque settimane fa e che nel frattempo i dati sono stati in linea con le aspettative. “Secondo le nostre previsioni, la Bce dovrebbe ridurre i tassi di interesse a giugno, con un possibile ‘salto’ a luglio”, afferma l’esperto. Spiegando che, superata l’estate, potrebbero accadere molte cose, ma che i 3-4 tagli annunciati da Francoforte implicano riduzioni in successione a partire da settembre. “Questo contesto offre uno scenario favorevole ai mercati del credito europei. La tenuta dell’economia fa sì che i tassi di default rimangano contenuti, mentre la disinflazione (o il contenimento dell’inflazione ciclica) consente alla politica monetaria di essere più accomodante. Privilegiamo le scadenze brevi e intermedie”, conclude.
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