Inflazione, Schnabel (Bce): “Nel 2022 calerà, ma i rischi restano”
Il membro Bce elenca tra i pericoli i colli di bottiglia dell'offerta e l'aumento dei salari. Per Algebris e Allianz GI per nuovi annunci dell’Eurotower bisognerà aspettare dicembre
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Quella che doveva essere una riunione tranquilla per il board della Bce, senza grosse tensioni dal punto di vista della politica monetaria in attesa del meeting di dicembre, potrebbe invece rivelarsi particolarmente insidiosa. Colpa della pressione sui prezzi che si fa sempre più pesante e della crescita dell’Eurozona che appare sempre più debole. Una sorta di incudine e di martello che impongono a Christine Lagarde e colleghi il difficile compito di rassicurare i mercati preoccupati di restare indietro rispetto all’aumento dell’inflazione.
“Lo scenario ‘goldilocks’ della banca centrale dell’ultimo decennio, con un’inflazione, a volte in modo preoccupante, al di sotto dell’obiettivo, che giustificava misure politiche eccezionali e quindi sosteneva l’attività e i mercati, è giunto al termine. I mercati valuteranno la reazione della Bce”, afferma Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, secondo cui il rischio che le aspettative d’inflazione possano disancorarsi dall’obiettivo della banca centrale è chiaramente aumentato.
“La componente relativa ai prezzi alla produzione dell’indice Pmi composite di ottobre si è attestata a 60,3, il livello più alto da oltre dieci anni, mentre l’inflazione Ppi a luglio era al 13,7% su base annua e la compressione dei margini continua – sottolinea l’economista -. I colli di bottiglia legati alle carenze di input chiave come i semiconduttori e i problemi di ricostruzione delle catene del valore persistono. Allo stesso modo, le aspettative di inflazione su tutte le scadenze (da 1 anno a 30 anni) sono attualmente un po’ al di sopra del 2%”.
Dunque, il compito principale della presidente sarà quello di calmare le preoccupazioni del mercato sull’inflazione e sul timore che Francoforte stia attendendo troppo a lungo. “Lagarde dovrà procedere lungo una linea sottile per tenere sotto controllo le aspettative d’inflazione senza essere costretta dai mercati ad una vera e propria azione politica”, avverte Wolburg.
Per l’economista di Generali Investments, Lagarde dovrebbe ribadire quanto affermato recentemente sul fatto che il picco dell’indice dei prezzi è considerato sì un fenomeno transitorio, ma che i rischi al rialzo legati alla persistenza dei colli di bottiglia e alla crescita dei salari più alta del previsto fanno sì che la Bce monitori “attentamente il rischio circa le prospettive dell’inflazione”. Allo stesso tempo continuerà a mettere in evidenza i fattori straordinari (ad esempio il taglio temporaneo dell’Iva in Germania, gli effetti base sull’energia, la ripresa post-Covid, i colli di bottiglia) che spingono l’inflazione attualmente sopra il 3% su base annua e li contrasterà con varie misure d’inflazione sottostante (Pcci, supercore, Hicp ex energia) sottolineando che sono ancora sotto la soglia del 2%.
“Il messaggio implicito – conclude Wolburg – sarà che la soglia per l’innalzamento dei tassi è ancora lontana. I mercati stanno attualmente prezzando un tasso di deposito di zero a 3 anni, di -0,15 a 2 anni e -0,43 a un anno. Tra le righe comunicherà che il (probabile) aggiustamento verso l’alto della traiettoria dell’inflazione alla riunione di dicembre non altererà le prospettive dei tassi e che i mercati si sono spinti troppo oltre nelle loro aspettative sul rialzo dei tassi”.
Se quindi le parole che verranno scelte dal board saranno importantissime, i gestori danno per scontato che non c’è all’orizzonte alcuna rivoluzione della politica monetaria, neppure a dicembre, quando l’Eurotower pubblicherà nuove proiezioni macroeconomiche, compresa la valutazione inaugurale per il 2024, e comunicherà il piano per l’allentamento quantitativo dopo la fine del Pepp a marzo 2022.
“Mentre non abbiamo una view forte sul mix di sigle di acquisto di asset oltre marzo 2022, pensiamo che il Consiglio direttivo eviterà un cliff effect sugli acquisti di asset e sceglierà invece di ridurre gradualmente il ritmo dagli attuali 90 miliardi di euro al mese a un tasso stabile tra 40-60 miliardi di euro al mese nel corso del secondo trimestre del prossimo anno”, afferma Konstantin Veit, senior portfolio manager european rates di Pimco, secondo cui la Banca centrale europea manterrà l’attuale quadro di revisione del ritmo degli acquisti di asset su base trimestrale, con l’obiettivo di relegarli gradualmente da strumento di estrazione della durata a puro strumento di segnalazione del tasso di politica nel tempo.
“Infine – aggiunge -, ci aspettiamo che la Bce annunci ulteriori operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro) a dicembre, anche se a condizioni meno generose rispetto alla fase della crisi pandemica”.
Quanto al post-Pepp, per Veit una volta che gli impatti della pandemia sul livello dell’inflazione saranno sufficientemente neutralizzati, strumenti di acquisto di asset più regolari torneranno alla ribalta per affinare l’assetto politico post-Covid a partire dal 2022. “I risultati della revisione della strategia istituzionalizzano il recente spostamento della Bce dall’intensità alla durata del sostegno di politica monetaria, che si riflette in un focus sulla conservazione dell’attuale orientamento di politica monetaria – sottolinea -. Ciò che conta per l’orientamento di politica monetaria è l’ammontare totale degli acquisti di asset, mentre la divisione tra i programmi rappresenta in gran parte una decisione politica”.
“Ci aspettiamo che il Pepp finisca a marzo 2022, e che l’App ordinario venga in compenso aumentato dagli attuali 20 miliardi di euro al mese, dato che i progressi verso l’obiettivo di inflazione a medio termine del 2% sono ancora incompleti – conclude l’esperto Pimco -. Pensiamo che le differenze tra Pepp e App siano gestibili, principalmente limitate a piccole discrepanze riguardanti le scadenze anticipate e le valutazioni relative all’esclusione dei titoli di stato greci nell’ambito dell’App. Quindi, non pensiamo che siano necessari grandi cambiamenti all’App, o l’introduzione di un altro programma di acquisto. Ma la Bce potrebbe certamente decidere di introdurre una serie di acquisti temporanei per facilitare la transizione”.
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