Auto, i dazi di Trump fanno tremare i mercati: la view dei gestori
La Casa Bianca ha annunciato tariffe del 25% su tutte le importazioni del settore. Per gli analisti, l’impatto non risparmierà nessuno, neppure gli USA. Ma le opportunità non mancano
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Dalle aspettative d’inflazione per l’Eurozona arrivano segnali contrastanti, che rischiano di frenare l’attesa svolta della Banca centrale europea. Secondo il sondaggio di dicembre, condotto dallo stesso istituto centrale, i consumatori del blocco hanno infatti rivisto al ribasso le loro attese sui prezzi a un anno e al rialzo quelle a tre. Una tendenza che, secondo i gestori, potrebbe essere letta da Francoforte come un invito alla prudenza sulle tempistiche di un taglio dei tassi.
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Le previsioni dei cittadini europei sul carovita nei prossimi dodici mesi sono diminuite in dicembre per il terzo mese consecutivo, attestandosi al 3,2% dal 3,5% di 30 giorni prima. Si tratta del livello più basso da febbraio 2022. Il dato a tre anni è invece passato dal 2,4% al 2,5%, restando ben al di sopra del target Bce. Invariato è invece rimasta la rilevazione dell’incertezza sui prezzi a un anno, così come si sono mantenute sul -1,3% le attese di crescita economica per lo stesso arco temporale. In calo all’11,2% dal 11,4%, infine, il tasso di disoccupazione a breve-medio termine.
La Consumer expectations survey (Ces), condotta in 11 Paesi per un’incide sul Pil dell’Eurozona pari al 96%, viene attentamente osservata dall’Eurotower nella consapevolezza che previsioni delle famiglie sul carovita influenzano la domanda di salari e l’atteggiamento verso il risparmio e la spesa. A questo proposito, il presidente della banca centrale spagnola Pablo Hernandez de Cos ha ribadito che Francoforte non si lascia guidare dalle attese dei mercati ma fa affidamento sulle proprie prospettive e analisi economiche. Gli operatori propendono infatti per un taglio dei tassi di interesse ad aprile, mentre la maggior parte dei policymaker sembra preferire giugno. Il governatore si è detto fiducioso che l’inflazione stia tornando all’obiettivo e che la prossima mossa sarà una riduzione del costo del denaro ma ha affermato che il consiglio continuerà a farsi guidare dai dati. “Seguiamo la nostra valutazione”, ha scandito. Sulla stessa linea il collega cipriota, Constantinos : “Non si può sapere o annunciare da adesso quando inizieranno i tagli dei tassi di interesse: abbiamo bisogno di vedere i dati”.
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In questo senso, i dati della Ces non incoraggiano un taglio imminente. Come fa notare Tomasz Wieladek, capoeconomista europeo di T. Rowe Price, il sondaggio di dicembre mostra che le aspettative dei consumatori sui prezzi a lungo termine si stanno stabilizzando al 2,4-2,5% e questo è chiaramente un livello superiore all’obiettivo Bce. “Per quanto breve, la serie temporale indicava un’aspettativa al 2% prima della recente impennata dell’inflazione”, dice l’esperto. Sottolineando come l’attesa a tre anni, in particolare, fosse chiaramente ancorata al 2%. “La stabilizzazione delle aspettative è quindi prova del disancoraggio”, avverte. Secondo Wieladek, insomma, si tratta di numeri destinati a rendere la Bce più cauta nei confronti di un allentamento. “I dati si aggiungono alle prove che rendono un taglio ad aprile meno probabile di quanto attualmente previsto”, afferma. Per poi concludere: “Ritengo che l’attuale sell-off dei Bund sia ancora in corso”.
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