Bce, avanti con cautela
Per i gestori, giovedì Francoforte non cambierà direzione ma garantirà pronta flessibilità. Occhi puntati sulle previsioni macro
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Chi si aspettava un ritorno al recente passato ultra dovish è rimasto deluso. È una Bce più falco del previsto quella che nel mezzo della guerra tra Russia e Ucraina ha deciso di accelerare la fine degli stimoli straordinari, pur assicurando di essere pronta a fare tutto il necessario a supporto dell’economia, incluso sostenere la liquidità. Perché “l’invasione russa dell’Ucraina”, così la definisce senza eufemismi Christine Lagarde, avrà un forte impatto sull’Eurozona, ma la ripresa di fondo resta comunque solida.
E così, contro le attese, Francoforte terminerà gli acquisti netti tramite il programma App nel terzo trimestre, se i dati in arrivo confermeranno lo scenario d’inflazione. Acquisti che verranno comunque ridotti: 40 miliardi ad aprile, 30 a maggio e 20 a giugno. Decisamente meno di 40 miliardi del secondo trimestre, 30 nel terzo e 20 da ottobre in poi annunciati lo scorso febbraio. Lo shopping di titoli pandemici, il Pepp, sarà invece completato come previsto a fine mese.
Quanto ai tassi, lasciati invariati (il principale a zero, quello sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali a 0,25%), la stretta non è imminente, arriverà, ma con più calma. “Eventuali adeguamenti avverranno qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti nell’ambito del Paa e saranno graduali”, si legge nel comunicato di fine riunione del consiglio direttivo.
Immediata la reazione dei mercati alla stretta dell’Eurotower. Subito dopo la diffusione del comunicato, lo spread balza oltre quota 160 e schizza il tasso di rendimento del Btp. Corrono anche i tassi degli altri titoli dell’Eurozona, mentre l’euro risale e i listini accentuano il rosso.
“Il ritmo della ripresa sarà più lento di quanto previsto prima della guerra”, ha chiarito Lagarde, arrivata in conferenza stampa con la spilla dell’Ucraina appuntata sul petto. La Bce ha infatti rivisto al ribasso la stima di crescita della zona euro al 3,7% per quest’anno (dal 4,2% indicato a dicembre), al 2,8% per il 2023 (da 2,9%) e confermato un +1,6% per il 2024.
L’Eurotower ha anche esaminato “scenari alternativi sull’impatto economico e finanziario della guerra” secondo i quali l’economia potrebbe essere danneggiata significativamente da un rialzo più acuto dei prezzi dell’energia e delle materie prime. In ogni caso, ha precisato la presidente, l’inflazione, che nel breve termine potrebbe essere considerevolmente più alta, è comunque attesa “scendere progressivamente e assestarsi intorno al 2% nel 2024”.
“La Bce ha lanciato oggi un chiaro messaggio da falco al mercato e agli investitori, affermando che intraprenderà tutte le azioni necessaria per adempiere al suo mandato”, commenta Ed Hutchings, head of rates di Aviva Investors, secondo cui la notizia dell’imminente conclusione dell’App, prima di un rialzo dei tassi, è stata anticipata dal mercato con un primo incremento dello 0,25% atteso per il mese ottobre 2022. “Questo dovrebbe portare i rendimenti dei titoli di Stato europei ad un ulteriore rialzo, in particolare nelle aree geografiche più periferiche come l’Italia e la Grecia, a cui in passato sono stati destinati i sostegni più consistenti”, evidenzia l’esperto.
Sorpreso si dice anche Domenico Siniscalco vicepresidente di Morgan Stanley e responsabile della copertura governativa Emea. “Io non mi sarei aspettato un comunicato come quello di oggi della Bce. I prezzi dell’energia e del grano si scaricano immediatamente sui prezzi. L’inflazione soffrirà ovunque”, spiega nel corso di un webinar di approfondimento sulla situazione Russia-Ucraina. “Ora la prima cosa da guardare – fa notare – è cosa farà la Fed a marzo. La crisi in Ucraina dà una forte botta all’inflazione”.
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia concorda sul fatto che l’esito del meeting sia stato molto più da falco rispetto alle previsioni della vigilia. “In parole semplici la Bce ha lasciato intendere che se l’inflazione continuerà a essere su livelli troppo elevati, terminerà il piano di quantitative easing e si preparerà a un rialzo dei tassi di interesse probabilmente già nel mese di settembre” chiarisce l’esperto, sottolineando come una Lagarde meno accomodante del previsto ha portato una reazione immediata: il mercato obbligazionario ha registrato un forte rialzo dei rendimenti dei bond decennali dei paesi dell’Eurozona, soprattutto degli stati più indebitati.
Di diverso parere Anna Stupnytska, global macro economist di Fidelity International, secondo cui c’è però una discriminate all’orizzonte. E cioè il fatto che nelle prossime settimane lo shock della crescita potrebbe diventare più evidente nei numeri. In questo caso, secondo l’esperta, l’attenzione dell’Eurotower si sposterà probabilmente dal focus sull’alta inflazione verso il tentativo di limitare le difficoltà economiche e di mercato, dato che l’invasione dell’Ucraina e le sue conseguenze si inaspriscono attraverso il sistema. “Non ci aspettiamo che la Bce aumenti i tassi quest’anno e crediamo che il rischio sia sbilanciato verso un maggiore Qe, non verso un minore, soprattutto se le forniture di gas dalla Russia all’Europa dovessero essere interrotte in futuro. Detto questo, i margini di incertezza rimangono attualmente elevati”, afferma la Stupnytska.
“Il percorso di normalizzazione della politica monetaria della Bce potrebbe piegarsi ma probabilmente non spezzarsi, a meno che l’Europa non cada in recessione”, sostiene invece Konstantin Veit, portfolio manager european rates di Pimco, secondo cui nel medio termine Lagarde e colleghi punteranno a terminare gli acquisti netti di asset e a tornare a un tasso di riferimento a zero. Con poche ambizioni al di là di ciò.
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