2,30 min
Per Francoforte gli investimenti del Ngeu avranno un ruolo primario nel post-Covid. Intanto nel quarto trimestre si rischia un altro calo del Pil. “Pronti ad adeguare strumenti”
La ripresa c’è ma su di lei pende ancora la spada di Damocle di contagi e varianti. La Bce torna a lanciare l’allarme ripartenza per l’Eurozona, sottolineando come, nonostante i vaccini facciano ben sperare, resti fondamentale un ampio e buon utilizzo degli stimoli e soprattutto dei fondi del Recovery Fund necessari per gli investimenti.
“La pandemia continua a porre seri rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo – si avverte nel consueto bollettino mensile -. Il nuovo aumento dei contagi da coronavirus e le rigide misure di contenimento imposte per un prolungato periodo di tempo in molti Paesi dell’area stanno minando l’attività economica”. I tecnici di Francoforte sottolineano che, in prospettiva, la distribuzione dei vaccini iniziata a fine dicembre “induce una maggiore fiducia nella risoluzione della crisi sanitaria”, ma ribadiscono che occorrerà del tempo prima che si raggiunga l’immunità diffusa e che, tra varianti e ondate, non si possono escludere ulteriori “sviluppi avversi della pandemia”.
E gli investimenti aggiuntivi nell’ambito del Next Generation Ue svolgeranno un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa, una volta terminata la pandemia. “Tale strumento – chiariscono dalla Banca centrale europea – produrrebbe un’espansione di bilancio incentrata sul debito pari, in media, a circa l’1% del Pil nell’area dell’euro, nel periodo 2021-2024”.
La squadra di Christine Lagarde sembra a questo proposito riprendere le parole pronunciate da Mario Draghi in agosto, perché spiega che la maggior parte degli interventi finanziati dal Ngeu “dovrebbe essere destinata agli investimenti e alle riforme strutturali volte a favorire la crescita”. Ma aggiunge che è anche “importante garantire l’addizionalità di tali spese rispetto a quelle nazionali, in modo che i fondi erogati dall’Ue non si sostituiscano alla spesa pubblica nazionale per investimenti”, precisando che anche nel caso in cui ciò avvenisse, “ci sarebbe comunque uno stimolo, poiché le sovvenzioni dell’Ue non aumentano il debito pubblico”.
Nel sostegno alla ripresa, la Bce torna a ricordare la propria disponibilità: per continuare a garantire a tutti i settori economici condizioni di finanziamento favorevoli, “continua a essere fondamentale un ampio grado di stimolo monetario”. Tale supporto, si legge, “contribuendo a ridurre l’incertezza e a rafforzare la fiducia, incoraggerà la spesa per consumi e gli investimenti delle imprese, sostenendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine”. Non solo: dal momento che nell’Eurozona “l’incertezza permane su livelli elevati” e che i rischi per le prospettive mondiali “restano orientati al ribasso”, il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti gli strumenti a sua disposizione.
D’altra parte i segnali non sono rassicuranti. Dopo “il brusco e profondo calo” del prodotto dell’area dell’euro nel primo semestre del 2020, la crescita economica ha evidenziato un forte recupero nel terzo trimestre, ma “potrebbe tornare in territorio negativo nel quarto”, osservano da Francoforte, con l’attività del settore dei servizi che “si è fortemente ridotta” mentre il manifatturiero continua a mostrare “una buona tenuta”.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.