3 min
Dai verbali di dicembre emerge la richiesta di valutare una sforbiciata da 50 pb. E una maggiore fiducia sul ritorno al target dell’inflazione. Sondaggio Reuters: tassi al 2% alla fine del primo semestre
La Banca Centrale Europea andrà avanti sulla strada dell’allentamento monetario. È quanto emerge dalle minute dell’ultimo meeting del 12 dicembre scorso, in cui viene sottolineata la forte fiducia nella ritirata dell’inflazione. Tanto che, visto il deterioramento delle prospettive economiche dell’Eurozona rese più preoccupanti da un contesto geopolitico molto incerto, nel corso della riunione alcuni membri del board hanno spinto perché venisse “valutato in modo più approfondito” anche un taglio dei tassi da 50 punti base. Alla fine, com’è noto, l’Eurotower ha optato all’unanimità per una riduzione di un quarto di punto, con la motivazione riportata nei verbali secondo cui un intervento più consistente avrebbe potuto essere percepito come un segnale di una visione più negativa dell’economia rispetto alla realtà.
📰 Leggi anche “Eurozona, l’inflazione rimbalza ma non fermerà la BCE“
Il dibattito all’Eurotower
Insomma, pur avendo ridotto il costo del denaro per la terza volta, e lasciato intravedere un ulteriore allentamento, a Francoforte il ritmo e la tempistica degli ulteriori interventi sono ancora oggetto di dibattito. Con le colombe che temono che la politica monetaria possa rivelarsi troppo restrittiva. In quest’ottica, a loro parere, un taglio maggiore avrebbe invece fornito una sorta di assicurazione contro i rischi al ribasso per la crescita. E contro il pericolo che l’inflazione possa scendere al di sotto dell’obiettivo. Contro questa interpretazione, oltre alla motivazione di non creare allarmare, i falchi hanno anche aggiunto che ad ottobre il Consiglio direttivo ha già dimostrato il proprio impegno a reagire al peggioramento delle prospettive aumentando la velocità degli aggiustamenti.
Inflazione al target entro giugno. Trump permettendo
Nonostante le visioni diverse, c’è comunque un generale ottimismo sul rientro dell’inflazione. Dai verbali emerge infatti che il board è sempre più fiducioso del ritorno all’obiettivo nella prima metà del 2025, in anticipo rispetto alle precedenti previsioni di settembre. Le nuove stime indicano infatti tassi vicini al 2% già nel secondo trimestre e valori significativamente più bassi a breve termine. Tuttavia, i membri hanno sottolineato che non è ancora il caso di abbassare la guardia, dal momento che alcune ipotesi alla base delle proiezioni necessitano ancora di essere confermate dai dati concreti e dipendono dal contributo della politica monetaria. Non solo: cruciali restano anche la tanto attesa ripresa della produttività e soprattutto le decisioni della prossima amministrazione statunitense, cui si aggiungono le incertezze politiche interne.
📰 Leggi anche “Lagarde: avanti con i tagli. Tassi al 2% a giugno“
Gli economisti vedono 4 tagli nel primo semestre
Nonostante la cautela dell’Eurotower, gli analisti scommettono che la BCE continuerà a tagliare i tassi di interesse portandoli al 2% entro metà anno, con altri 4 interventi di 25 punti base. La view emerge da un sondaggio Reuters che ha coinvolto 77 economisti, tutti convinti che Lagarde e colleghi continueranno ad agire con decisione per proteggere l’economia dell’Area. A maggior ragione dopo che è stata confermata la flessione tedesca dello 0,2% nel 2024 (dopo il -0,3% del 2023) e nella prospettiva di dover far fronte a nuove tensioni commerciali scatenate dai dazi USA. Al tempo stesso, per gli esperti la BCE dovrà però trovare un giusto punto di equilibrio fra una politica monetaria che eviti di indurre una recessione e che impedisca anche una ripresa dell’inflazione.
Stando alla survey Reuters, tutti i 77 economisti intervistati tra il 10 e il 15 gennaio prevedono un ulteriore taglio di 25 punti base il prossimo 30 gennaio. E una maggioranza del 60%, ovvero 46 su 77, si aspetta altre tre sforbiciate entro giugno: una a marzo e due nel secondo trimestre, che porterebbero il tasso sui depositi al 2,00%. Una stima sostanzialmente invariata rispetto al mese scorso. I restanti 31 economisti hanno invece espresso opinioni diverse su dove si attesterà il tasso alla fine del secondo trimestre, con stime che variano tra l’1,75% e il 2,50%. Secondo le mediane del sondaggio, il costo del denaro rimarrà al 2,00% almeno fino a metà del prossimo anno.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.