Metaverso, ecco le aziende su cui puntare ora secondo BlackRock
Per BlackRock è inutile aspettare: la nuova frontiera del mondo digitale è già ricca di occasioni da non lasciarsi sfuggire. Investendo soprattutto su due gruppi di aziende
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Dopo aver corso a perdifiato per mesi, i titoli tech Usa sono passati nel giro di poche settimane di questo inizio 2022 da primi della classe ad osservati speciali. Qualcuno è arrivato a perdere fino al 40% da inizio anno, il Nasdaq è colato a picco e le trimestrali hanno mostro luci e ombre di un settore su cui nessuno aveva osato sollevare dubbi fino a poco tempo fa. Che succede? Il rally è al capolinea? Si torna con i piedi per terra a valutazioni più ragionevoli? I gestori si dividono quasi equamente tra chi parla di un rallentamento passeggero e chi teme che la bolla stia per scoppiare.
I rischi all’orizzonte però sono innegabili: dalla fine della pandemia, che ha garantito alle Big tech tassi di crescita incredibili, alle regole più stringenti che molti Paesi vorrebbero adottare per contenere lo strapotere di queste aziende, fino all’inflazione e alle conseguenti mosse delle banche centrali.
Ancora una volta la cartina al tornasole è rappresentata dai numeri, quelli dei bilanci. Da un lato i vincitori: Apple, ha battuto ogni attesa, portando a casa utili record per 34,6 miliardi di dollari, in progresso del 20%; Microsoft non è stato da meno con profitti in crescita del 21% a 18,8 miliardi e fatturato su del 20% a 51,7 miliardi; Alphabet ha superato le stime con ricavi 75,3 miliardi, in aumento del 32%; Amazon ha raddoppiato i profitti a 14,32 miliardi con ricavi per 137,41 miliardi di dollari (+9%), oltre le previsioni.
Dall’altro lato ci sono invece quelli che hanno fatto scattare l’allarme per tutti. A partire da Meta. La società che controlla Facebook e Instagram ha chiuso il quarto trimestre 2021, con ricavi per 33,67 miliardi di dollari, dai 28,07 di un anno prima, e un utile netto di 10,29 miliardi di dollari (-8%), sotto le attese. Non solo. Mark Zuckerberg, che ora rischia di uscire dalla top 10 dei miliardari globali, ha anche annunciato che per il trimestre in corso prevede ricavi tra i 27 e i 29 miliardi di dollari, mentre gli analisti si attendevano una cifra intorno ai 34,53 miliardi. Inevitabile il tracollo a Wall Street: – 26% e 250 miliardi di capitalizzazione in fumo nel giorno dei conti.
Non è andata meglio a Netflix, che pur avendo chiuso con ricavi per 7,71 miliardi di dollari, in aumento del 16%, e un utile netto di 607 milioni, ha deluso pesantemente sul fronte degli abbonati facendo precipitare il titolo.
Dunque è iniziata la grande rotazione dai titoli tech? “La minaccia dell’aumento dei tassi, del ritiro del denaro, della stretta quantitativa e dell’inflazione può creare un mix che rallenta la crescita economica, il che potrebbe esacerbare il de-rating del mercato”, commenta Mark Hawtin, investment director di Gam, secondo cui alcune aree del mercato lasciano intendere che una grande flessione è possibile. “Per noi il grande rischio è il rallentamento della crescita. Se la crescita rallenta, anche le entrate e gli utili inizieranno a rallentare, e quindi la valutazione che stiamo pagando per le aziende inizierà a sembrare costosa”, sottolinea.
In generale però, fa notare Hawtin, i nomi ad alta crescita tipicamente scendono prima e si riprendono prima. “Ma c’è una mancanza di esperienza in contesti di ribasso per i grandi nomi del segmento digitale più maturi (Google, Facebook, Apple) – precisa -. Le aree a maggiore crescita nel mercato richiedono un atteggiamento più attivo quando si investe e si gestisce il rischio in un mercato volatile. Quando la volatilità aumenta, i volumi di scambio aumentano e di conseguenza i numeri delle entrate delle aziende possono essere migliori di quanto il mercato si aspetti. Questo rende difficile prevedere il mercato, ma stabilendo dei livelli, è ancora possibile catturare parte della crescita quando vira”.
Per Rob Lovelace, vice chairman e presidente di Capital Group, la direzione del mercato non è cambiata. “Dopo la correzione generata dal Covid – spiega – nel primo trimestre del 2020, le azioni non solo hanno subito un rialzo ma hanno continuato l’espansione di quello che ora ci rendiamo conto essere un mercato rialzista che dura da dieci anni. Ciò è stato determinato dallo stesso gruppo di azioni tecnologiche Usa che chiamiamo solitamente FAANG, ossia Facebook (ora Meta), Amazon, Apple, Netflix e Google (ora Alphabet)”.
Secondo Lovelace, questa tendenza a lungo termine persiste. “Il Covid ha interrotto la salita, tuttavia non ha cambiato la direzione fondamentale dei mercati – assicura -. In questo momento vediamo opportunità in società con basi solide, che stanno conseguendo guadagni elevati, e non solo nelle loro aree di attività strategica, come i FAANG ma anche Tesla che, a nostro avviso, dovrebbe entrare a far parte di questo gruppo. Siamo anche entusiasti dei progressi nel settore dell’assistenza sanitaria”.
Per quanto riguarda Meta, a favore di Zuckeberg gioca il suo metaverso, che sta già raccogliendo ingenti investimenti e che a detta di molti è un’occasione da non perdere. “Se l’ultimo decennio è stato tutto incentrato sulla digitalizzazione, il prossimo potrebbe esserlo sul metaverso”, osservano Sylvie Sejournet e Anjali Bastianpillai, rispettivamente senior investment manager e senior product specialist di Pictet Am.
I due esperti evidenziano come questa idea stia diventando particolarmente popolare tra la Generazione Z, ossia tra le persone nate tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni del 2010, che oggi rappresentano un terzo della popolazione globale. Veri nativi digitali, sono già a proprio agio con gli ambienti virtuali grazie allo streaming digitale e alle piattaforme di social media (come Instagram o Snapchat), nonché attraverso videogiochi come Fortnite e Roblox, dove possono immaginare e creare i propri avatar. Secondo una ricerca di Bloomberg, il mercato globale del metaverso potrebbe crescere fino a circa 800 miliardi di dollari entro il 2025.
“Ciò rappresenta una grande opportunità per il settore digitale, e per coloro che vi investono. Talmente grande che la società capogruppo di Facebook ha ritenuto opportuno cambiare il suo nome in Meta. La sua visione del metaverso del futuro include avatar digitali, visori per la realtà virtuale ed esperienze immersive per social network, gaming e fitness, con ulteriori opportunità di monetizzazione tramite l’e-commerce”, concludono Sejournet e Bastianpillai. Quattro, secondo loro, le aree chiave necessarie per accedere finanziariamente al metaverso, tutte dotate di un forte potenziale di crescita e sviluppo: hardware, software, cloud e infrastruttura.
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