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Il country head Italia dell’asset manager spiega perché, in particolare per un investitore obbligazionario, i fattori ambientali, sociali e di governance debbano essere considerati come pienamente integrati alla politica di investimento
“Ci troviamo nell’epoca della trasformazione, nell’epoca del superamento della nuova normalità che ci accompagna da dopo la grande crisi finanziaria del 2008, caratterizzata da cicli economici lunghi, interventismo massiccio delle autorità, in particolare monetarie, per tenere controllata la volatilità e crescita moderata”.
“Il mondo è cambiato e sta cambiando”, afferma Alessandro Gandolfi, country head Italia di PIMCO, intervistato da FocusRisparmio per una puntata speciale di BigTalk in occasione del Salone del Risparmio 2022.
Quali sono i fattori che stanno determinando questo cambiamento radicale?
Il primo è fattore è il palesarsi della contrapposizione tra Stati Uniti e Cina come guida dell’economia globale. Abbiamo poi la tecnologia, elemento sempre più dirompente, i cambiamenti climatici che richiedono una risposta immediata e, per il mondo Occidentale, un ripensamento dei modelli democratici in grado di prevenire la crescita dei populismi.
Il 2022 risulta fino ad ora caratterizzato da volatilità, inflazione e cambio di rotta delle politiche monetarie. Investire oggi comporta una serie di complessità maggiori rispetto al passato. Non solo i mercati, ma anche variabili extra-finanziarie entrano sempre più nelle valutazioni dei fund manager. Come vi state muovendo su quest’ultimo punto?
Non condivido la definizione di variabili extra-finanziarie, che a mio parere dovrebbe essere abbandonata. L’attenzione ai criteri ambientali, sociali e di governance oggi sono incorporate ancora di più rispetto al passato nella componente finanziaria. La logica che dobbiamo applicare è quella di guardare alla componente finanziaria così intesa come alla garanzia della sostenibilità. In PIMCO siamo specializzati nel fixed income che parte sempre da una condizione necessaria e non negoziabile: la restituzione del capitale. L’emittente deve assicurare un business model credibile, dare rendimento ma più di tutto deve essere in grado di garantire la restituzione del capitale a scadenza. Oggi quell’emittente non può prescindere dal considerare la propria attività e il proprio business a 360 gradi, in chiave olistica, comprendendo quindi quegli elementi che non dobbiamo chiamare extra-finanziari in quanto essenziali per garantire la sostenibilità del business, la sopravvivenza delle aziende e il ripagamento del capitale investito.
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