La robotica parla emergente
Nei prossimi anni saranno i Paesi in via di sviluppo a offrire le migliori opportunità di investimento. Ne è un esempio la Cina, che da grosso importatore di robotica si prepara a diventare produttore
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Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Giu – Lug 2018 |
Il settore biotech è il settore a più alto livello di innovazione a livello globale; un perfetto connubio tra progresso tecnologico e medico. Grazie alle società di questo settore, molte malattie definite incurabili oggi non lo sono più e, considerando gli elevati investimenti in ricerca che caratterizzano il comparto, questo processo diventerà sempre più concreto in futuro.
“Il settore biotech è tra quelli a più alta intensità di spesa in Ricerca e Sviluppo – fa notare Stefano Reali, fund manager di Pharus Sicav – Spende più del doppio rispetto all’industria farmaceutica tradizionale e addirittura 5 volte l’intero S&P500”.
Ma come si stanno comportando le società biotech?
Le aziende del settore mostrano una crescita di utili del 15-20% all’anno per le società ad elevata capitalizzazione, che aumenta a 70-80% per i laboratori di ricerca. Il settore in generale ha registrato una performance in dollari del 15,5% all’anno negli ultimi due lustri e su un orizzonte temporale di 5 anni la performance è stata del +13% all’anno, di poco inferiore alla crescita degli utili. In termini di valutazione è consigliabile valutare il settore utilizzando il rapporto tra il prezzo e gli utili delle sole società che li generano (chiamato “positive P/E”). In questi termini, il settore tratta a un multiplo di circa 17x, contro il 21x dell’S&P500 e il 19x del settore farmaceutico americano tradizionale. Gli investitori, in questo momento, stanno pagando il 20% in meno un settore caratterizzato da una crescita doppia rispetto al mercato tradizionale e che quindi è sempre stato a premio di circa un 50% rispetto all’S&P500.
Quali le prospettive per il futuro?
Il settore è supportato da trend definiti secolari, come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della spesa sanitaria e il tema dell’M&A. Ci aspettiamo un’accelerazione pronunciata delle attività di fusione e acquisizione nel comparto biotech, grazie anche alla riforma del sistema fiscale statunitense, che prevede aliquote tributarie più basse, ma soprattutto agevolazioni per il rimpatrio della liquidità detenuta al di fuori degli Stati Uniti. La performance di settore nei prossimi anni sarà guidata dalla somma di due effetti: una crescita di utili, che ci aspettiamo in linea con quella registrata nel passato, e un ritorno dei multipli alle medie storiche (re-rating). All’interno del settore privilegiamo le aree che incorporano un maggior potenziale di crescita; tra queste, le società a piccola e media capitalizzazione. Il consenso di mercato si aspetta una crescita annua di utili per questo comparto di un 70-80%, contro una crescita attesa del 15-20% per le società a grande capitalizzazione. L’innovazione è il motore principale del settore e i “pure-player” nel campo della ricerca sono proprio le mid-small caps.
Dove puntare da un punto di vista geografico?
Il settore trova sicuramente la sua migliore espressione negli Stati Uniti, dove convivono la facilità di accesso al mercato del capitale e un contesto regolamentare, politico e culturale favorevole all’innovazione e alla ricerca.