L’attenzione alla liquidità dei fondi da parte del regolatore Ue è sempre più alta. In tempo di stress test, per i gestori si aprono finestre di opportunità
Jean-Philippe Blua, partner, head of investment risk and performance – attribution di BlueBay AM
Nel bienno 2019-2020, l’Europa ha acceso un faro sulla liquidità dei fondi. Come testimonia un report di Fitch Ratings di recente pubblicazione, i gestori hanno preso nota facendo i compiti a casa attraverso tecniche di gestione del rischio di liquidità dei fondi sempre più sofisticate, tanto che all’apice delle turbolenze di mercato legate al Covid-19 i fund manager sono stati capaci di gestire la volatilità senza eccessivi scossoni.
Ma l’attenzione alla liquidità dei fondi armonizzati Ucits, oggetto di acquisto da parte della clientela al dettaglio, è solo cominciata. Dal 30 settembre troveranno applicazione le linee guida Esma sugli stress test per valutare la preparazione del settore a potenziali shock negativi futuri, come ha scritto di recente Massimo Scolari su questo sito.
“La liquidità è stata un’area chiave negli ultimi anni e ha catalizzato molto lavoro per migliorare anzitutto il nostro framework di gestione del rischio a essa legato” spiega a FocusRisparmio Jean-Philippe Blua, partner, head of investment risk and performance – attribution di BlueBay AM.
In termini concreti, argomenta Blua, questo ha comportato una serie di azioni per migliorare l’infrastruttura, tra cui “il potenziamento del nostro modello proprietario quantitativo, un maggiore focus sui livelli di liquidità” – e in particolare alle potenziali problematiche legate alla concentrazione, concentrazione degli emittenti, asimmetria tra il rischio di liquidità e le trade conviction – “così come sull’implementazione di rating sul liquidity trading, che fanno leva sull’expertise e la conoscenza dei nostri trader della liquidità nel mercato”.
Quanto è elevata la pressione che le autorità esercitano sugli asset manager, affinché applichino strumenti idonei di gestione della liquidità? L’attenzione per la liquidità da parte delle autorità di regolamentazione è sempre più alta. In Europa, sotto la guida dell’Esma, abbiamo assistito a maggiori richieste di informazioni (come i questionari Ucits), così come all’introduzione di nuovi requisiti regolamentari, quali gli orientamenti sulle prove di stress di liquidità di Esma, la cui implementazione è stata richiesta entro la fine di settembre. Nel lancio di fondi, c’è un’attenzione maggiore nei confronti della compatibilità tra gli asset sottostanti e i termini sulla liquidità della strategia previsti dal mandato.
Come ha affrontato BlueBay il rapido deterioramento delle condizioni di liquidità di marzo? Il nostro team di risk management è costantemente al lavoro per migliorare il profilo di liquidità dei nostri fondi. Agli albori della crisi abbiamo stabilito una lista di posizionamenti e di trade i cui profili di liquidità non erano consistenti con i termini stabiliti nei mandati dei fondi o per i quali la nostra conviction non era sufficiente per giustificare il rischio di liquidità, al fine di aiutare i team di investimento a tenere presenti queste segnalazioni nella riduzione del rischio.
Il vostro team di gestione del rischio è stato in grado di sfruttare questi sviluppi per supportare i nostri gestori di portafoglio? I gestori hanno proattivamente aumentato la liquidità come misura preventiva, con percentuali di cash tra il 7 e il 15% dei fondi all’inizio della fase di debolezza del mercato. Tali percentuali sono state ulteriormente alzate e accompagnate dal messaggio chiaro e condiviso in molteplici occasioni che qualsiasi momento di stabilizzazione del mercato andava colto per vendere cash bond e migliorare ulteriormente la liquidità dei nostri fondi, anticipando potenziali riscatti. Questo approccio proattivo si è dimostrato opportuno data la liquidità pressoché inesistente sul mercato.
Ci fa alcuni esempi di come avete reagito all’illiquidità di mercato nel secondo trimestre di quest’anno? Una mattina, il nostro team investment grade ha eseguito un trade su 10 contratti future sui Treasury USA (per un controvalore nominale di 10 milioni di dollari, ndr) che ha spostato il rendimento di 10 punti base (pb) – o dello 0,1%. Questo dovrebbe essere l’asset più liquido sui mercati finanziari ed è inusuale che una tale mossa di una portata così contenuta abbia avuto questo effetto.
Ecco un altro esempio. Al momento dell’esecuzione di un trade di Gilt UK da 10 milioni di sterline , lo spread bid-ask era 1.675 pb, un livello normalmente atteso per i bond illiquidi HY in condizioni normali. Consapevole di queste condizioni estreme sul mercato, il nostro comitato di market risk ha deciso di aumentare la protezione per i nostri investitori e ha dinamicamente aggiornato i fattori in linea con l’allargamento degli spread bid-ask sul mercato.
L’inasprimento dei parametri di swing pricing ha aiutato i nostri gestori ad affrontare i riscatti quasi quotidiani avvenuti durante il periodo di maggiore debolezza e volatilità. Infatti, i fattori hanno rappresentato una voce di economia dei costi di transazione che ha incentivato i team di investimento a effettuare il più possibile trade verticali nel reperire la liquidità necessaria per i deflussi, mantenendo quindi un profilo di rischio e liquidità stabile.
Ad oggi c’è più turbolenza rispetto al passato, per via dell’aumento dell’attività di trading sulle quote dei fondi – ad esempio più acquisti e più riscatti, ticket più ampi, più investimenti collettivi? Un cambiamento chiave riguarda il fatto che gli investitori ‘sofisticati’, che solitamente sono quelli più grandi nei nostri fondi, comprendono le condizioni di liquidità sul mercato e stanno agendo molto come partner, interagendo proattivamente con noi nel momento in cui riscontrano grossi acquisti o riscatti, al fine di discutere le loro aspettative in termini di flussi alla luce delle condizioni di liquidità.
Quali sono gli strumenti di gestione della liquidità che utilizzate in BlueBay? Operiamo su diversi livelli per gestire il rischio di liquidità, combinando tecniche quantitative e qualitative all’interno del nostro framework di liquidity risk management e liquidity risk control. Quest’ultimo prevede degli orientamenti ‘soft’ e delle limitazioni interne ‘hard’ per tutte le strategie: queste di solito consistono nelle linee guida di concentrazione sull’esposizione dei fondi, sulle questioni legate alle dimensioni o sui limiti all’esposizione ad asset illiquidi.
Il liquidity risk management framework mira invece a identificare proattivamente i rischi di liquidità utilizzando i risultati del nostro modello proprietario di assegnazione di un punteggio, i rating dei team di investimento e gli output del nostro monitoraggio del rischio di tipo bottom-up. Solitamente l’adozione di una posizione su un livello di liquidità si basa sull’asimmetria tra il rischio di liquidità che stiamo assumendo su un trade e la conviction del gestore verso tale trade.
È possibile sfruttare a proprio favore lo strumento degli stress test? L’ampio utilizzo degli stress test sulla liquidità viene impiegato sia sugli asset che sulla concentrazione dei clienti, per offrire supporto il processo di identificazione del rischio. Il risk team, sotto la supervisione del comitato di market risk, prende in analisi anche i rischi identificati come risultato delle procedure stabilite e si interfaccia di conseguenza con i gestori di portafoglio.
Puntiamo a individuare proattivamente i potenziali rischi di liquidità tramite il processo sopra descritto e ad affrontarli prima che i rischi si concretizzino. La combinazione tra la revisione del profilo di liquidità del fondo e il livello di posizionamento permette al risk team di controllare in maniera olistica il rischio di liquidità.
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