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L’Eurotower segnala rischi al rialzo per l’inflazione. Ma evidenzia un calo record della domanda di prestiti in scia alla stretta monetaria. L’economia è attesa in crescita
Le pressioni sui prezzi sono ancora intense e restano significativi rischi al rialzo per le prospettive di inflazione. Così la Banca centrale europea, nel consueto bollettino mensile, smonta ogni possibilità di una pausa nella stretta monetaria. Il lavoro, insomma, non è finito e i tassi resteranno restrittivi finché serve. Anche se gli effetti degli aumenti stanno iniziando a farsi sentire, con un calo della domanda di prestiti ai minimi da quasi vent’anni.
“L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi rimangano intense”, viene spiegato nel bollettino, in cui si sottolinea che gli ultimi dati sono in linea con la valutazione a medio termine di marzo scorso. Allo stesso tempo, i rialzi dei tassi “si stanno trasmettendo con vigore” alle condizioni di finanziamento, “mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale restano incerti”.
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Restano le pressioni inflazionistiche
La Bce ritiene che nel breve periodo le pressioni inflazionistiche possano quindi generare aumenti al dettaglio più forti del previsto, mentre la guerra in Ucraina rischia di spingere di nuovo al rialzo i beni energetici e alimentari. Anche le aspettative di inflazione, che persistono al di sopra dell’obiettivo del 2%, potrebbero far salire i prezzi nel medio termine, così come aumenti maggiori delle retribuzioni o dei margini di profitto. Fra i rischi al ribasso, gli esperti dell’Eurotower vedono invece eventuali nuove tensioni nei mercati finanziari e una domanda più debole, riconducibile ad esempio a un più marcato rallentamento del credito bancario o alla più intensa trasmissione della politica monetaria.
In ogni caso, viene garantito nel documento, le decisioni future del board “assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo del carovita all’obiettivo del 2% nel medio termine e rimangano tali livelli finché necessario”.
Pesanti effetti sul credito
Un obiettivo ancora lontano da raggiungere mentre la cura da cavallo contro l’inflazione sta cominciando a mostrare i suoi pesanti effetti collaterali sul credito. “Il calo della domanda di prestiti da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale mentre la contrazione della domanda di finanziamenti da parte delle famiglie si è rivelata la più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003”. Una flessione superiore alle aspettative espresse dagli intermediari nel trimestre precedente e che le banche motivano con il livello dei tassi di interesse.
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Economia resiliente
Quanto all’economia dell’Eurozona, per ora non ci sono dubbi: la crescita proseguirà anche nel secondo trimestre, seppure a un ritmo moderato. Gli economisti segnalano anche che gli investimenti delle imprese dovrebbero essere tornati a salire agli inizi del 2023, dopo una contrazione nel quarto trimestre del 2022, e che il mercato del lavoro resta robusto. Infine, visto l’attenuarsi della crisi energetica, la Bce invita i governi a ritirare tempestivamente e in modo concertato le misure di sostegno contro il caro-energia, per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine. Le politiche fiscali, invece, dovrebbero essere orientate a rendere più produttiva l’economia di Eurolandia e ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico.
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