Brexit: appuntamento al 31 gennaio. In portafoglio vincono i risky asset
L'ennesima proroga dell'uscita dal Regno Unito dall'Ue lascia i mercati indifferenti. I gestori consigliano di stare alla larga dagli asset britannici
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E “Get Brexit done” sia. Boris Johnson ha stravinto le elezioni britanniche conquistando la maggioranza alla Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico. Al partito conservatore andranno infatti 364 seggi su 650, ben oltre la soglia dei 326 necessari per governare senza necessità di alleanze.
Distrutto il laburista Jeremy Corbyn, cui andranno circa 200 seggi, oltre all’infamante record di aver messo a segno il peggiore risultato elettorale dal 1935. “Abbiamo provocato un terremoto e cambiato la mappa politica del Paese, dobbiamo cambiare il partito per essere all’altezza”, commenta l’inquilino di Downing Street per i prossimi 5 anni, sottolineando trionfante come si tratti della “più grande vittoria dagli anni Ottanta”. In effetti i Tory non erano tanto popolari dai tempi di Margaret Thatcher.
Grazie al responso delle urne diventa quindi più chiaro il cammino di uscita dall’Ue, che con tutta probabilità potrà concludersi entro il 31 gennaio, rispettando la proroga concessa da Bruxelles. “Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit”, ha detto il premier, ribadendo che realizzerà “la Brexit entro gennaio, senza se e senza ma” dal momento che si tratta di “una decisione inconfutabile, indiscutibile” del popolo britannico.
Immediata l’esultanza del presidente americano, Donald Trump, che si è congratulato con Johnson per la sua “grandissima vittoria!”. A poche ore di distanza da un primo tweet sulle elezioni nel Regno Unito, Trump ha anche scritto: “Adesso Gran Bretagna e Usa sono libere di mettere a punto un grande nuovo accordo commerciale dopo la Brexit. Questo accordo ha il potenziale per essere il più redditizio di qualsiasi accordo mai siglato con l’Ue”.
Più sobrie le congratulazioni arrivate da Bruxelles. “Mi congratulo con Boris Johnson e mi aspetto che il Parlamento britannico ratifichi il prima possibile l’accordo” negoziato sulla Brexit, ha detto il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. La Ue “è pronta a discutere gli aspetti operativi” delle relazioni future, ha aggiunto, spiegando che i leader avranno una discussione sulla Brexit oggi stesso. “La Brexit avverrà alla fine del mese prossimo. È importante salvaguardare in futuro buone relazioni commerciali con il Regno Unito. Gli europei parlano con una sola voce per l’Europa”, gli ha fatto eco il primo ministro belga, Sophie Wilmes, arrivando al Consiglio europeo a Bruxelles. “Per questo motivo, dobbiamo dare un chiaro mandato al capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, per definire quale sarà il nostro rapporto futuro con l’Uk”, ha aggiunto.
Ma il brindisi più sentito per la vittoria di BoJo è probabilmente quello che gli hanno dedicato i mercati finanziari, dai quali il socialista Corbyn era considerato un serio pericolo e che non hanno mai gradito l’hung parliament. I listini europei, che festeggiano anche l’altra ottima notizia della giornata, quella di un accordo Usa-Cina sui dazi, viaggiano tutti in buon rialzo, mentre la sterlina vola su euro e dollaro (passa di mano a 1,3446 sul biglietto verde e a 0, 8304 su quello europeo) con un impatto negativo sulle esportazioni delle grandi aziende quotate a Londra.
Hsbc non ha dubbi e prevede ulteriori forti guadagni della sterlina, vista la maggioranza schiacciante dei Tory. Secondo gli analisti dell’istituto britannico, il cambio gbp/usd può arrivare potenzialmente a 1,45 entro la fine del 2020. Il risultato porta un po’ di “chiarezza a breve termine” sulla Brexit e significa che le politiche “meno favorevoli al mercato” proposte dal partito Laburista non si concretizzeranno ma il dibattito potrebbe “spostare rapidamente dai rischi una Brexit senza accordo ai rischi di un mancato accordo commerciale”, afferma l’economista Simon Wells di Hsbc. D’altra parte, sottolinea Craig Erlam, senior market analyst di Oanda, la vittoria dei conservatori è stata “superiore alle attese” e ora Johnson “ha un forte mandato per lasciare l’Ue il mese prossimo e ha i numeri per farlo”.
L’azionario, osserva Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets, sale in scia “alla notizia che Usa e Cina hanno raggiunto un accordo di fase 1 sul commercio, che dovrebbe consentire di cancellare i nuovi dazi in agenda il 15 dicembre”. Inoltre, prosegue l’esperto, il Dax trae beneficio anche dall’esito definito delle elezioni britanniche, che scongiura il rischio di una “Brexit confusa e dei relativi effetti sull’economia tedesca”. Le dimensioni della vittoria dei conservatori, sottolinea l’analista, “significano che il premier Boris Johnson sarà in grado di far passare l’accordo” sull’uscita del Regno Unito dall’Ue “in Parlamento entro la fine di gennaio”.
“Per una bizzarria della storia, il conservatore Boris probabilmente presiederà la fine dell’austerity” osserva Francesco Castelli, responsabile fixed income di Banor Capital. “La spesa pubblica servirà a compensare il rallentamento economico ormai conclamato: Brexit è stata per i conservatori una vittoria politica ma gli effetti economici negativi si stanno facendo sentire”.
Ciononostante, il mercato finanziario sta reagendo in maniera positiva. “Gli investitori temevano la mancanza di una maggioranza chiara o l’avvento di un governo statalista”, osserva Castelli. “Rimossi entrambi i pericoli, riteniamo ci sia spazio per un ritorno in massa degli investitori internazionali, disimpegnatisi dopo il referendum del 2016. Il forte apprezzamento della sterlina da metà ottobre ad oggi, se visto in prospettiva ultradecennale, è solo un parziale recupero rispetto a una situazione di sottovalutazione cronica. Riteniamo quindi che la sterlina resti ancora attraente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Joerg Zauner, economista di Union Investment, che sottolinea come però “gli sviluppi continueranno a essere monitorati attentamente dagli investitori” alla luce del percorso negoziale che Ue e Uk dovranno percorrere per raggiungere un accordo commerciale. “Fino a quando non si avrà chiarezza in merito alle relazioni economiche fra Bruxelles e Londra la situazione rimarrà incerta”, avverte.
Anche secondo Aneeka Gupta, associate director research di WisdomTree, la netta maggioranza del partito conservatore indica che Londra è sulla buona strada per uscire dall’Unione Europea entro gennaio 2020, dato che il suo accordo di ritiro arriverà sicuramente in Parlamento entro il termine del 31 gennaio. “Il programma del Partito Conservatore promette di non prolungare il periodo di transizione oltre il 2020, ma ci aspettiamo che una proroga sia richiesta, dopo la data intermedia del 1° luglio, e concessa a tempo debito – avverte -. Ci aspettiamo un miglioramento del sentiment del rischio e un rally di sollievo delle asset class, anche se si prevede che l’incertezza riemerga a tempo debito. Il Partito nazionale scozzese è sulla buona strada per ottenere consensi significativi in Scozia e potrebbe probabilmente portare col tempo a nuove richieste di un altro referendum sull’indipendenza”.
Quanto ai mercati, Gupta sottolinea che la sterlina è cresciuta notevolmente nei confronti del dollaro Usa in risposta ai sondaggi di uscita, salendo a 1.351, segnando il livello più alto dal maggio 2018. “L’inflazione è destinata a rallentare, in concomitanza con il rafforzamento della sterlina, il che renderà necessario un taglio dei tassi di interesse in una fase successiva. Ci aspettiamo rendimenti più elevati lungo le curve del mercato dell’oro, derivanti da un mix di diminuzione delle aspettative di taglio dei tassi a breve termine e aumento della domanda di rifugio sicuro. Alla luce dell’entità del rally della sterlina, non ci aspettiamo che il Ftse 100 performi bene, dato che l’80% dei ricavi è generato all’estero. Tuttavia, i titoli nazionali, che hanno sovraperformato dai primi di settembre, hanno maggiori probabilità di registrare un vento contrario a seguito dei risultati elettorali. Anche i titoli azionari europei più popolari saranno probabilmente scambiati in misura maggiore; in particolare, ci aspettiamo che nel breve termine sovraperformino i titoli finanziari, poiché fortemente correlati al rischio no-deal”, conclude.
“Manteniamo un posizionamento di portafoglio neutrale rispetto alla Brexit – spiega Ken Hsia, portfolio manager dello European Equity Fund di Investec AM -. Gran parte della nostra esposizione al Regno Unito riguarda le società multinazionali che traggono la maggior parte dei loro ricavi all’estero, anche se deteniamo Lloyds Bank e il gruppo edilizio Berkeley Group. Riteniamo che entrambi i titoli rappresentino asset di qualità scambiati con uno sconto che dovrebbe beneficiare della riduzione dell’incertezza economica”.