Il comparto dedicato al reddito fisso in renminbi ha da poco superato i 2 miliardi di Aum: il gestore e capo della divisione Fixed Income spiega le strategie del fondo e la view sull’asset class
Hayden Briscoe, Head of fixed income, Global Emerging Markets and Asia Pacific di UBS Asset Management
Il comparto China Fixed Income (RMB) di UBS (Lux) Bond Sicav ha da poco superato i due miliardi di dollari di asset under management, a riprova di come da inizio anno ad oggi l’interesse degli investitori sia sempre più rivolto verso comparti obbligazionari asiatici e soprattutto cinesi.
“E’ un mercato che consente agli investitori di ottenere maggiori rendimenti, grazie alla politica economica del paese e alla sua flessibilità, caratteristica che gli consentirà di continuare a crescere in modo considerevole”, commenta a FocusRisparmio Hayden Briscoe, Head of fixed income, Global Emerging Markets and Asia Pacific di UBS Asset Management.
Può spiegarci il vostro processo di investimento, dall’universo degli investimenti al portafoglio?
In UBS Asset Management adottiamo un processo d’investimento molto rigoroso e puntiamo a coniugare le nostre competenze a livello globale, acquisite grazie alla nostra dimensione internazionale, con la nostra presenza onshore e la nostra lunga esperienza in Cina. Questo ci permette di inserire le view sviluppate in Cina in un quadro globale più esteso. La nostra view d’investimento globale è fortemente radicata nel nostro processo d’investimento grazie alla creazione di un Fixed Income Investment Forum, composto dai professionisti più senior ed esperti di UBS Asset Management a livello globale. Questo forum definisce i macro-temi, i rischi, le prospettive delle variabili macroeconomiche e formula le idee d’investimento.
Qual è oggi la vostra view sull’asset class?
A nostro avviso, la gestione attiva è l’approccio più appropriato per investire nel reddito fisso cinese attuale. La struttura dinamica del mercato e il cambiamento delle normative hanno creato delle aree di inefficienza all’interno del mercato stesso, permettendo agli investitori attivi più diligenti di trarne vantaggio. Le decisioni di investimento si basano sulla ricerca di base e su informazioni approfondite. Crediamo che questo, unito alla gestione attiva dei portafogli a reddito fisso, offra rendimenti costanti e più elevati per i nostri clienti. In particolare, per questa strategia utilizziamo tre leve principali che offrono i rendimenti: decisioni sull’allocation settoriale complessiva, gestione della duration e, infine, opportunità di valore relativo. In termini di allocation settoriale, stabiliamo la percentuale di esposizione in titoli di Stato cinesi, obbligazioni bancarie politiche, agenzie e imprese a partecipazione statale. Un secondo punto fondamentale è rappresentato dalla gestione della duration, per la quale elaboriamo una nostra view sul livello generale della duration e gestiamo il nostro posizionamento lungo la curva dei rendimenti, incorporando fattori tecnici e comportamentali.
Relativamente alle prime posizioni del portafoglio ci sono diversi bond governativi: qual è la caratteristica peculiare che li differenzia dalle emissioni dei paesi sviluppati come gli Usa ma anche la carta europea?
Riteniamo che le obbligazioni onshore cinesi meritino di essere presenti nei portafogli degli investitori come allocation stand-alone e che la loro importanza sia destinata a crescere ulteriormente. Il mercato obbligazionario cinese è oggi il secondo a livello globale, con una dimensione attuale di circa 18.000 miliardi di dollari, pur essendo ancora fortemente sottorappresentato nei portafogli globali. Questo mercato presenta una bassa correlazione con altri mercati obbligazionari consolidati e una correlazione negativa con i principali mercati del credito. Quindi, qualsiasi integrazione di obbligazioni cinesi onshore in un portafoglio obbligazionario globale ridurrà la volatilità del portafoglio stesso, grazie a una maggiore diversificazione. Allo stesso tempo, il mercato obbligazionario onshore cinese offre interessanti rendimenti al rialzo rispetto ai principali mercati obbligazionari consolidati, soprattutto se paragonato a quelli dei titoli di Stato in Europa. Se la nostra ipotesi è corretta e il mercato onshore cinese si imporrà come prossimo mercato obbligazionario predominante a livello globale, la valuta cinese dovrebbe fare lo stesso e, infine, diventare parte della gestione delle riserve globali.
Durante il 2020 ci sono stati alcuni casi di default nelle imprese cinesi a controllo statale. Lo ritenete un segnale di surriscaldamento dell’economia o un effetto passeggero della crisi da coronavirus?
La ripresa dei casi di default nel settore delle imprese statali cinesi non è, a nostro avviso, un segno di surriscaldamento ma piuttosto una rinnovata attenzione dei policymaker per migliorare la gestione del debito. In Cina abbiamo assistito a un cambiamento in ambito politico, con una nuova enfasi sulla riduzione della leva finanziaria e dei rischi sistemici, con una conseguente stretta sulla liquidità per le parti interessate che è stata a sua volta causa di una maggiore volatilità a breve termine e anche di alcune insolvenze. Soprattutto per quanto riguarda le entità affiliate ai governi locali, sembra sempre più evidente che esistono un certo numero di imprese in cui il profilo di credito stand-alone non è in grado di sostenere il livello di debito, per via del loro potere fiscale. Questi eventi hanno principalmente portato a un’avversione al rischio verso le aree che presentano delle correzioni dei prezzi in tutto il settore, sia nei mercati del debito onshore sia offshore, dal momento che i mercati stanno rivalutando il grado delle garanzie governative implicite. Pensiamo che questo sviluppo sia in definitiva positivo per il mercato, con i rischi che – di conseguenza – saranno incorporati per riflettere la reale qualità dal punto di vista fondamentale, migliorare la gestione del debito rendendola più cauta e limitare le pratiche di prestito eccessive. La posizione cauta della Cina sulle politiche fiscali e monetarie è in contrasto con quelle di molti mercati sviluppati, dove abbiamo visto condizioni molto espansive con l’introduzione di misure fiscali senza precedenti
A vostro avviso quali sono le prossime sfide che attendono i mercati finanziari cinesi?
Riteniamo che i principali temi delle iniziative di liberalizzazione del mercato e della graduale apertura agli investitori internazionali continueranno man mano che i mercati finanziari cinesi diventano più maturi. Attualmente gli investitori stranieri rappresentano ancora solo una piccola parte dei partecipanti al mercato onshore, con i policymaker che trainano attentamente il passaggio a una maggiore apertura del mercato. La maggiore partecipazione degli investitori offshore e delle agenzie di rating internazionali sarà positivo per i mercati finanziari onshore e incrementerà la pressione sulle aziende affinché aumentino la trasparenza e le strutture di governance delle aziende. Per quanto riguarda le agenzie di rating internazionali, le joint-venture esistenti tra agenzie di rating locali e internazionali stanno portando nuovi elementi nel quadro di valutazione del credito onshore. S&P è stata una delle prime agenzie di rating internazionali a offrire servizi di rating a partire da gennaio 2019, attraverso una divisione interamente controllata. In futuro, assisteremo a un aumento della copertura da parte delle agenzie di rating internazionali man mano che il mercato continua a svilupparsi, oltre che alle recenti modifiche normative che consentono di creare entità onshore interamente detenute da tali agenzie di rating.
Qual è il cliente ideale per il vostro fondo e perché pensate che sia adatto a un investitore italiano?
Chi investe sul lungo periodo e cerca di cavalcare un trend di asset allocation pluriennale. Opportunità di mercato: le obbligazioni onshore cinesi offrono maggiori rendimenti e diversificazione per gli investitori europei e aiutano a bilanciare gli asset rischiosi all’interno dei portafogli. I mercati obbligazionari onshore cinesi si sono sviluppati e sono cresciuti molto, al punto da essere decisamente più accessibili e ci sono più insight e una maggiore trasparenza come mai prima d’ora.
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