Eurozona, l’inflazione concede una tregua. Ma non alla Bce
A marzo prezzi in frenata al 6,9%, sui minimi da 13 mesi. Ma sale il dato core. S&P: “A maggio nuovo aumento dei tassi”
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“Negli ultimi anni il risparmio gestito ha inseguito troppo i trend di breve periodo. Negli Usa, ambiente a noi familiare, l’investimento per obiettivi di lungo termine è la normalità e le allocazioni vengono riviste con frequenza e in misura molto minore. È ancora troppo presente nel mondo della consulenza italiano la concentrazione su potenziali cambi di strategie e allocazione. Nella maggior parte dei casi, ben oltre del 50%, i movimenti di portafoglio non solo non sono necessari ma sono addirittura deleteri”.
La ricetta è semplice ma non banale. Una visione quella di Capital Group espressa dall’head of Client Group Matteo Astolfi che invita a non lasciarsi affascinare dalle mode, ma punta alla sostanza.
“Sarebbe bene affidarsi a soluzioni, certamente meno trendy, ma ben più diversificate e orientate al lungo periodo. Minor turnover significherebbe più tempo per la gestione della relazione e per l’educazione del cliente che va ascoltato e guidato in una necessaria verifica in caso di momenti di turbolenza. Se non sono cambiati gli obiettivi e se vengono confermati i motivi per cui si è scelto quel prodotto non c’è alcuna ragione di cambiare, a prescindere da quale sia la casa di gestione”.
L’obiettivo principale non può che essere costruire portafogli core con fondi core e non portafogli con fondi di nicchia o trendy che dovevano essere satellite e che sono incautamente diventati core. Salvo poi scoprire che si trattava di tutti fondi growth che hanno subito un crollo negli ultimi 12 mesi.
Il 2023 sarà un anno positivo per i bond in generale. Il motivo principale è che il 2022 è stato l’anno peggiore per i bond per effetto del repentino rialzo dei tassi. C’è anche una ragione meno considerata e cioè che il livello di partenza non permetteva alcuna attenuazione delle discese e della volatilità dato che lo yield era sostanzialmente inesistente. La grossa novità per il 2023 è che la partenza è ben diversa. Al primo gennaio si registravano livelli medi di rendimento che non si vedevano da oltre 10 anni in molti dei comparti dell’asset class. La presenza di questa quota di income determina che anche qualora dovesse proseguire con la stessa intensità la politica monetaria restrittiva di Fed e Bce l’impatto sui portafogli sarebbe ammortizzato da questo ‘cuscinetto’.
Il fondo Capital Group Multi-Sector Income è un obbligazionario flessibile. I quattro motori di performance del fondo sono rappresentati dai settori investment grade, high yield, debito emergente e debito cartolarizzato, a cui si aggiunge la componente della liquidità che i gestori possono detenere in misura maggiore in fasi di mercato particolarmente volatili. Si tratta di una tra le strategie di maggior successo negli Stati Uniti e in tre anni ha raccolto circa 9 miliardi di dollari. Da novembre è entrato a far parte anche della Sicav lussemburghese.
La strategia offre certamente il vantaggio della diversificazione su una asset class dalle ottime prospettive. Si ottiene, infatti, esposizione a quattro comparti del reddito fisso, ognuno con un gestore dedicato e coordinati da un principal investment officer. La gestione attiva permea, quindi, sia le quattro componenti a livello di selezione dei titoli sia la visione complessiva di portafoglio a livello macro.
La capacità gestionale non è affatto una commodity. È possibile discutere del merito e dei risultati, andando nel dettaglio di un’infinità di particolari come possono essere le performance di breve periodo, ma definire l’expertise e la filosofia dell’active management una materia prima indifferenziata è eccessivo, controproducente e rischia di mettere tutti sullo stesso livello, quando così non è.
La nostra missione come società è migliorare la vita delle persone grazie ad investimenti di successo. Per fare questo è importante tenere fede al proprio Dna, così come avere dei partner solidi. Capital Group è il primo gestore al mondo di fondi comuni aperti a gestione attiva ed è naturale la realizzazione di collaborazioni con primari wealth manager come nel caso del lancio del Capital Group MSI.
Notiamo nel mondo della distribuzione un effettivo aumento della selettività. L’operazione che sta interessando il fondo MSI significa per noi lanciare in un gran numero di paesi europei e asiatici una strategia in cui crediamo fermamente con un periodo iniziale di attenzione per un unico distributore estremamente rilevante. Ci sono ancora molte strategie negli Stati Uniti che possono essere importate e non escludiamo questo possa avvenire anche con un focus geografico più ristretto.
L’approccio di Capital Group al mondo della distribuzione discende direttamente dalla struttura del capitale della società. Capital Group non è quotata e ha più di 400 soci con nessuno che possiede più del 2,5% della società. Questo fa sì che possiamo investire sulla nostra crescita guardando al lungo periodo con una forza tale da farci percepire l’andamento dei mercati nel 2022 come un piccolo incidente che fa parte della vita normale della nostra industria. Puntiamo quindi ad una crescita strutturale in Italia come in tutti i paesi di Europa e Asia in cui siamo presenti. Retail distribution e fund buyer sono i nostri interlocutori naturali. Rientrano certamente nel nostro perimetro i clienti discrezionali, i fondi di fondi e le unit linked.
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