Capital Markets Union entro un anno, Commissione UE e Esma esortano mercati e operatori
29 marzo 2018
di Eugenio Montesano
3,30 min
La Commissione spinge verso lo sviluppo dell’Unione dei mercati dei capitali con una serie di proposte, parte di una più ampia strategia per convogliare il risparmio privato verso l’economia. Riflettori puntati anche sul rafforzamento della vigilanza.
Ultime da Bruxelles sulla Capital Markets Union (Cmu): in due recenti speech, separati tra loro, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il presidente dell’Esma Steven Maijoor hanno parlato dell’importanza di accelerare il progetto di attuazione dell’Unione dei mercati dei capitali “in modo che i consumatori, gli investitori e le imprese europee possano beneficiare di mercati dei capitali più profondi e integrati” (Dombrovskis). Mentre nel suo discorso Maijoor ha sottolineato l’importanza della revisione delle prerogative di controllo delle autorità di vigilanza paneuropee (Esa) e la potenziale espansione del perimetro di vigilanza dell’Esma per accelerare il progetto dell’UE per la Cmu, obiettivo primario dell’esecutivo guidato da Jean-Claude Juncker.
Nell’ultima audizione al Parlamento europeo di Bruxelles, la Commissione ha invitato i colegislatori europei e nazionali ad assicurare la rapida adozione delle riforme fondamentali per il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, come la proposta per il rafforzamento della vigilanza del mercato dei capitali, la proposta sulla ristrutturazione delle imprese e la proposta intesa a offrire nuove opportunità di risparmio per i consumatori, con particolare riferimento al prodotto pensionistico individuale paneuropeo (Pepp).
“Costruire l’Unione dei mercati dei capitali è una responsabilità condivisa e la Commissione non può farcela da sola”, ha detto Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali. “Ad oggi abbiamo presentato 12 proposte legislative sulla Cmu, ma solo tre sono state adottate dai colegislatori. Contiamo ora sul Parlamento europeo e sugli stati membri per intensificare il loro lavoro e adottare tutte le proposte legislative precedentemente alle prossime elezioni europee”, previste per maggio 2019.
L’Unione dei mercati dei capitali è particolarmente importante per i paesi che condividono l’euro come valuta, ha spiegato Dombrovskis, dal momento che “integrerebbe l’Unione bancaria favorendo la condivisione privata dei rischi transfrontalieri nella zona euro, aspetto fondamentale per assorbire gli shock economici a carattere sistemico – obiettivi che fanno parte di un’agenda politica che sta entrando in una fase critica. Bisogna raggiungere dei compromessi il prima possibile, in vista della riunione del leader europei a giugno”.
Distribuzione transfrontaliera dei fondi
A due anni dal lancio del piano d’azione per un’Unione dei mercati dei capitali, la Commissione ha fatto seguito al progetto di creazione della Cmu con la presentazione di un pacchetto di proposte concernenti la rimozione degli ostacoli agli investimenti transfrontalieri e accelerarne la realizzazione.
“I fondi d’investimento sono strumenti importanti per convogliare il risparmio privato verso l’economia e aumentare le possibilità di finanziamento per le imprese”, ha affermato Dombrovskis. “Il mercato UE dei fondi ha un valore complessivo di 14.300 miliardi di euro, ma non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale”. Solo poco più di un terzo (37%) dei fondi Ucits e circa il 3% dei fondi di investimento alternativi sono registrati per la vendita in più di tre stati membri. “Ciò è dovuto anche a ostacoli normativi che attualmente impediscono la distribuzione transfrontaliera dei fondi d’investimento”, ha sottolineato l’alto dirigente europeo.
La proposta della Commissione mira a ridurre gli oneri amministrativi migliorando la trasparenza e semplificando il procedimento per i gestori di fondi che desiderano commercializzare i loro fondi in tutta l’UE. “L’obiettivo è semplice”, insiste Dombrovskis. “Per fare un esempio, vogliamo che un gestore di fondi con sede a Milano sia in grado di offrire facilmente i propri fondi a Riga, mantenendo intatta la protezione degli investitori. Una maggiore concorrenza offrirà agli investitori una più ampia possibilità di scelta e più valore, assicurando nel contempo un livello elevato di tutela degli investitori”.
Rafforzamento della vigilanza comunitaria
Nel suo discorso Dombrovskis ha sottolineato anche l’importanza del conseguimento di una vigilanza più integrata sui mercati dei capitali dell’UE, che rappresenta uno dei tre pilastri della Cmu assieme alla definizione di un passaporto e di standard comuni europei per i prodotti finanziari (di cui lo sviluppo dei Pepp è il primo esempio), e alla definizione di norme armonizzate e semplificate per approfondire i mercati dei capitali.
“La Commissione è pronta a discutere con il Parlamento e il Consiglio europeo per accelerare i negoziati in corso a seguito della nostra proposta, a settembre dell’anno scorso, di riesaminare il funzionamento delle Esa”, ha esortato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario.
E pochi giorni dopo, in occasione del Ricevimento Annuale BVI 2018 al Musée Belvue di Bruxelles, il presidente dell’autorità europea dei mercati Steven Maijoor ha ribadito l’importanza dell’allargamento del perimetro operativo delle Esa in generale e dell’Esma in particolare, ribadendo che l’Authority europea dei mercati “è un forte sostenitore della Cmu. Stiamo lavorando per eliminare alcuni ostacoli al mercato unico nell’ambito delle nostre competenze, in particolare attraverso misure di convergenza della vigilanza e della supervisione a livello europeo”.
La proposta di revisione delle autorità europee di vigilanza della Commissione dello scorso settembre si muove in questa direzione. “Tuttavia, come è emerso, un certo numero di stati membri in seno al Consiglio europeo non condivide il nostro entusiasmo nell’implementare questa serie di riforme all’attuale quadro operativo di Esma, Eba ed Eiopa”, ha ammesso Maijoor.
In merito al tema della delegation (qui un approfondimento) e al ruolo dell’Esma in questo settore, “molto è stato detto in merito al regime proposto dalla Commissione, apparentemente impraticabile secondo alcuni esponenti dell’industria dell’asset management in quanto rallenterebbe il processo decisionale e aggiungerebbe incertezza a livello giuridico” ha osservato Maijoor, replicando che “per coloro che vedono solo complicazioni e oneri aggiuntivi da un rafforzamento del ruolo dell’Esma in materia di delegation, vorrei sottolineare che la rete di coordinamento di vigilanza (Supervisory Coordination Network, forum per reporting e discussioni tra istituzioni e operatori promosso da Esma) ha fatto un lavoro simile negli ultimi sei mesi senza creare alcun problema o rallentamento”.
Inoltre, ha concluso il presidente dell’Authority europea, “vorrei sottolineare che gli strumenti a nostra disposizione secondo la proposta della Commissione – mi riferisco soprattutto alle opinioni – sono uno strumento di convergenza molto standardizzato, che abbiamo usato centinaia di volte già su una gamma di direttive, comprese MiFID I e II”.
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