Reddito fisso: cala il rischio geopolitico, sale il rendimento
Gero Jung (Mirabaud Am) vede buone opportunità nel debito sovrano degli Emergenti in valuta forte. L'analisi
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La liquidità pompata nel sistema dalle banche centrali abbonda, non solo nei conti correnti dei risparmiatori italiani, ma anche nei bilanci di banche d’investimento e asset manager internazionali.
Il problema è che questa liquidità è sempre più frammentata, ossia di difficile accesso per gli operatori, dal momento che se da un lato l’offerta è florida, la domanda invece latita.
“Questo può rappresentare un’incertezza per noi asset manager attivi nel reddito fisso”, spiega Flavio Carpenzano, senior portfolio manager fixed income di AllianceBernstein, in una conversazione con FocusRisparmio.
In questo contesto la velocità di esecuzione degli ordini diventa fondamentale nel momento in cui un operatore vuole smobilitare una parte di portafoglio. “È all’interno di questo quadro sfidante che abbiamo sviluppato una tecnologia digitale proprietaria che ci aiuta a far fronte in maniera più efficiente a questa problematicità”, spiega il gestore.
Questa tecnologia ha un nome: Abbie. Ecco cosa c’è da sapere sul robot che fa trading con le obbligazioni.
Il nostro processo di investimento obbligazionario è una combinazione di due approcci: uno quantitativo, l’altro fondamentale. A questi due aspetti affianchiamo l’utilizzo della tecnologia che non è va ad incidere sul processo di investimento, esso resta esattamente uguale, bensì lo migliora rendendolo più veloce quindi efficiente. Da questo punto di vista ci sono due innovazioni tecnologiche importanti.
Tutto nasce cinque anni fa con la creazione di un software chiamato Alpha che cerca di risolvere un problema fondamentale per il mercato: l’accesso alla liquidità. In sostanza questo software è un aggregatore di dati. Quello che fa è prendere informazioni dalle piattaforme (memorizza ogni giorno tre milioni di dati, ndr), raggrupparle e restituire come output un unico dato relativo al migliore accesso in termini economici. Oggi la tecnologia di Alpha è replicabile anche da altri soggetti, il valore che abbiamo in AB è la serie storica dei dati; possiamo contare su un patrimonio dati di più di cinque anni. Poi c’è Abbie, il nostro chat bot che inizialmente metteva in piedi gli ordini per i gestori e allocava in maniera automatica nei portafogli quello che i gestori decidevano di comprare. Dopo gli sviluppi più recenti, oggi Abbie riesce anche a fornire raccomandazioni d’investimento.
L’operatore può chiedere al bot di voler aumentare l’esposizione sul settore bancario. Abbie si connette alla nostra piattaforma di ricerca e selezione i migliori titoli in termini di fondamentali. Poi si connette a Alpha per il check di liquidità e va a filtrare ulteriormente l’output secondo parametri di tipo quantitativo. L’output finale comprende solo ed esclusivamente i titoli che hanno superato i tre livelli di analisi. Su questi Abbie emette la raccomandazione.
Dopo la fase di digitalizzazione e quella successiva di automazione, il prossimo passo evolutivo del settore si chiama machine learning. Abbie in futuro potrà esser in grado non solo di emettere raccomandazioni d’investimento, ma anche di mantenere in memoria tutti gli ordini non eseguiti dal gestore e di riproporli successivamente qualora il prezzo o le condizioni di liquidità dovessero tornare idonee all’acquisto.
Per quanto riguarda i fondi income America in questo momento teniamo una duration media di circa quattro anni e mezzo su un fondo americano. A inizio anno era di circa sei anni, ma abbiamo deciso di ridurla per prendere un po’ di profitto dopo il forte rally sui tassi di inizio anno. Dall’altra parte siamo ancora marginalmente sovrappesati sul credito anche se in maniera più cauta rispetto a un anno fa. Sul fronte corporate andiamo a investire sulla parte IG investment grade perché pensiamo che queste società possano navigare meglio lo scenario di crescita bassa che prevediamo si materializzerà in futuro.
In Europa diamo più valore alla parte del cosiddetto crossover, ossia quella zona dove trovare obbligazioni tripla e doppia B: anche in questo la ragione è lo scenario di crescita basse che stimiamo possa verificarsi. Poi vediamo altre opportunità sui titoli finanziari subordinati, in particolare AT1 e Coco bond.
La gestione del rischio illiquidità è assolutamente cruciale per i nostri fondi. Questo è il motivo per cui storicamente siamo riusciti a dare liquidità anche in momenti turbolenti dove non c’era. Oggi stiamo molto attenti ai profili di liquidità dei fondi, per questo tendiamo a evitare titoli di aziende con rating tripla C o singola B sia perché hanno un rischio creditizio molto più alto in uno scenario di crescita bassa sia perché sappiamo che la liquidità sul mercato potrebbe essere scarsa. Da questo punto di vista è molto importante andare a vedere lo spread o il rendimento che questi titoli offrono, oltre che a calcolare il rischio creditizio di default o di volatilità dello spread, con un’attenzione particolare al premio di liquidità che questi titoli presentano. In certi casi il premio di liquidità secondo noi non è adeguato. Altro aspetto importante è aumentare marginalmente la componente cash nel portafoglio. Facciamo questo non solo con un discorso di gestione attiva e prudente della liquidità ma anche per un discorso di opportunità, ossia per andare a utilizzare il cash come riserva nel caso in cui la volatilità aumenta e si vuole entrare nel mercato a migliori condizioni di prezzo.