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Dal 2013 al 2020 è cresciuto del 53%. In aumento anche gli iscritti: 1,6 milioni, di cui il 41% donne. Ma sale l’età media: meno giovani e più pensionati attivi
Ben 100 miliardi di patrimonio e oltre 1,6 milioni di iscritti, di cui quasi la metà (41%) donne. Sono questi i due numeri clou che da soli bastano a dare le dimensioni del sistema italiano delle Casse di previdenza private. Un sistema in continua crescita, stando a quanto emerge dall’XI Rapporto dell’Adepp, l’Associazione degli Enti presieduta da Alberto Oliveti, che, nel complesso, lo scorso anno ha erogato 626.000 prestazioni per un valore di 7,4 miliardi.
In particolare, in netto aumento appare il patrimonio che dal 2013 al 2020 è cresciuto di circa il 53%, passando dai 65,6 miliardi di euro del 2013 ai 100 miliardi del dicembre scorso. Quanto agli iscritti, invece, neppure il Covid ha portato a un rallentamento. Nell’anno della pandemia, mentre in Italia gli occupati diminuivano di quasi il 2% (-1,95% secondo l’Istat), i liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza riunite nell’Adepp sono infatti saliti di oltre l’1%.
Numeri che, si specifica, “restano ampiamente positivi, anche considerando non solo i liberi professionisti ‘puri’, ma l’insieme degli iscritti alle Casse, che include anche 98.000 pensionati attivi e 560.000 fra parasubordinati, dipendenti e categorie similari (il totale è passato da 1,672 a 1,68 milioni di iscritti, +0,47%)”.
Sale però l’età media degli iscritti. La classe d’età più popolosa tra gli esponenti delle varie categorie è compresa tra i 40 ed i 50 anni, seguita da quella tra i 50 ed i 60 anni. Ne deriva quindi che la maggioranza degli iscritti alle Casse si colloca tra i 40 e i 60 anni, con il numero dei giovani, gli ’under40’, calato drasticamente dal 41% del 2005 all’attuale 28%. Nello stesso arco temporale è di contro aumentato il numero degli ‘over60’, salito dal 10% al 20%.
Quanto al reddito, la componente giovanile dei liberi professionisti vede le proprie entrate in pesante ‘dislivello’ rispetto alle performance dei colleghi ultracinquantenni: gli under40, infatti, guadagnano un terzo degli over50. Se infatti, in media, nel 2020, i redditi sono pari circa 15.100 euro per chi ha meno di 30 anni e pari a poco meno di 28.000 euro nella fascia 30-40 anni, dai 50 ai 60 superano i 50.000 euro, con punte di oltre 58.000 per i professionisti uomini.
Un dislivello retributivo che non è solo generazionale ma anche geografico. I professionisti del Sud Italia dichiarano infatti un reddito del 48% inferiore ai colleghi del Nord, mentre gli associati del Centro dichiarano il 21% in meno. Se si osservano le medie, infatti, i primi arrivano a 24.383 euro, i secondi sfiorano i 47.000 euro. Nel documento si sottolinea, infine, come le entrate contributive siano aumentate del 106% in 16 anni (dai 5,4 miliardi del 2005 agli 11,1 del 2020).
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