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In aumento del 7,1% a fine 2021. E il 55% è detenuto da tre casse. Positivo per 3 miliardi il saldo tra contributi e prestazioni. In lieve calo gli investimenti domestici. Mattone sempre al top
Cresce il risparmio delle Casse previdenziali. A fine 2021, le risorse sono salite a quota 107,9 miliardi, in aumento del 7,1%, portando così l’incremento totale a valore di mercato dal 2011 a 52,2 miliardi, pari in media al 6,8% annuo. Il dato emerge dal Rapporto Covip, stando al quale oltre la metà dei risparmi è detenuta dalle prime tre casse: Enpam, dei medici, con 27,673 miliardi e il 25,6% del totale; Cassa Forense, degli avvocati, con 18,006 miliardi, e Inarcassa, degli ingegneri e architetti, con 14,099.
Le prime 5 casse di dimensioni più grandi detengono invece il 74,6% dell’attivo totale e, sull’intero periodo di osservazione, hanno mostrato tassi di crescita media del 7,7% su base annua, oltre la media generale. Guardando agli ultimi dieci anni, la dimensione del settore delle casse di previdenza è quasi raddoppiata (+93,7%).
L’anno scorso il saldo tra contributi e prestazioni è stato positivo per tre miliardi, in deciso aumento rispetto ai 2 del 2020, anno nel quale ha pesato la pandemia. A fronte di 11,2 miliardi (10,3 nel 2020) di contributi incassati, sono state erogate prestazioni per 8,2 miliardi (8,3 nel 2020). In deciso attivo la cassa dei medici (+767 milioni il saldo tra contributi e prestazioni nel 2021) mentre quella dei giornalisti (Inpgi) è in passivo per 196 milioni. Hanno un saldo negativo nel 2021 anche Cipag (Cassa geometri, -31) e Enpaia (Cassa di previdenza dell’agricoltura -10). La platea complessiva delle casse è di di 1,787 milioni di iscritti e 475.000 pensionati.
A spiegare le diverse dimensioni dell’attivo, sottolinea la Covip, concorrono diversi fattori, quali ad esempio le differenze tra i saldi previdenziali che dipendono dai regimi contributivi e prestazionali, oltre che dalle caratteristiche reddituali e sociodemografiche delle diverse platee di riferimento. Per l’Enpam conta avere una larga platea di medici che lavora fino a un’età avanzata e quindi contribuisce a lungo mentre le prestazioni hanno una durata inferiore in media a quelle ad esempio di casse in difficoltà come quella dei giornalisti.
La composizione dell’attivo
Per quanto riguarda la composizione dell’attivo, sul totale delle attività di 107,9 miliardi, le quote di Oicr costituiscono la componente maggioritaria: 58,4 miliardi di euro, pari al 54,2 per cento del totale. L’aumento di 7,3 miliardi rispetto al 2020 è per 5 miliardi dovuto alle quote di Oicvm, per un controvalore a fine anno di 34,9 miliardi, e per 2,3 miliardi agli altri Oicr che totalizzano 23,5 miliardi a fine 2021, di cui 15,6 formati da quote di fondi immobiliari.
Tra le altre classi principali dell’attivo, i titoli di debito ammontano a 20,5 miliardi di euro, di cui 14,7 miliardi di titoli di Stato; i titoli di capitale sono pari a 7,8 miliardi. Nel complesso, considerando anche i titoli obbligazionari e azionari sottostanti gli Oicvm, gli investimenti immobiliari, pari a 19,8 miliardi di euro (19,6 nel 2020), subiscono una flessione in percentuale dell’attivo (18,3 contro 19,4%). Tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 14,8 al 14,4%) e prosegue la discesa del peso degli immobili detenuti direttamente (dal 4,1 al 3,4%).
Gli investimenti in titoli di debito, pari a 39,5 miliardi di euro (36,4 nel 2020), formano il 36,6% dell’attivo, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2020. Tra le diverse componenti, diminuiscono gli investimenti diretti (dal 20 al 19%) mentre aumentano quelli sottostanti gli Oicvm (dal 16,2 al 17,6%). Gli investimenti in titoli di capitale, pari a 20,6 miliardi di euro (18,5 nel 2020), costituiscono il 19,1% dell’attivo, in aumento rispetto al 18,3 del 2020; aumentano sia gli investimenti sottostanti gli Oicvm (dall’11,3 all’11,9%) sia quelli diretti (dal 7 al 7,2%).
Risparmio previdenziale a quota 321,1 miliardi
Il risparmio previdenziale intermediato da casse di previdenza e fondi pensione a fine 2021 ha raggiunto 321,1 miliardi di euro, il 18% del Pil: 107,9 miliardi di euro fanno appunto capo alle casse e 213,2 miliardi ai fondi.
Gli investimenti domestici delle casse ammontano a 37 miliardi di euro, il 34,3% delle attività (-0,3 punti sul 2020); quelli non domestici si attestano a 54 miliardi, corrispondenti al 50%del totale (+2,2 punti percentuali). Nell’ambito degli investimenti domestici restano predominanti gli investimenti immobiliari (18,6 miliardi di euro, il 17,2% delle attività totali) e i titoli di Stato (8,6 miliardi di euro, il 7,9% delle attività totali).
Gli investimenti domestici dei fondi pensione si attestano invece a 40 miliardi di euro (-1,1 punti) mentre quelli non domestici totalizzano a 124,2 miliardi di euro, il 70,4% per cento dell’attivo netto. Nel complesso, scrive la Covip, al netto degli investimenti immobiliari e dei titoli di Stato, le risorse finanziarie destinate alle imprese italiane possono essere calcolate in 13,8 miliardi di euro (12,4 nel 2020), così suddivisi: 7,6 (6,7 nel 2020) investiti dalle casse di previdenza e 6,2 (5,7 nel 2020) impiegati dai fondi pensione.
Padula: necessario completare il quadro regolamentare su fondi
Le casse previdenziali gestiscono ingenti risorse finanziarie e “la prolungata fase di incertezza rende ancora più complesse le scelte di investimento”. Anche per questo serve “un quadro regolamentare adeguato e stabile”, ha spiegato nel corso della presentazione del report il presidente Covip, Mario Padula.
“Le scelte e le responsabilità che competono alle singole casse – ha sottolineato – meritano un quadro regolamentare adeguato e stabile” e il completamento del quadro “favorirebbe il rafforzamento strutturale delle casse rendendone più efficace l’azione”.
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