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Il ruolo si è evoluto e ampliato parallelamente ai cambiamenti del mercato, che oggi richiedono a tali istituzioni un elevato numero di servizi, da quelli amministrativi a quelli di supporto strategico ai modelli operativi
Il concetto di banca depositaria è mutato profondamente nel tempo. Se prima aveva soprattutto una definizione normativa-istituzionale, sancita dal quadro regolamentare europeo e di ogni stato membro, ora il concetto di banca depositaria si è trasformato e ampliato fino ad abbracciare quello di “trusted partner”.
Ma chi è un trusted partner? Come spiega Andrea Cattaneo, Head of Securities Services Italy, Switzerland & Iberia, di BNP Paribas, è un soggetto “che si rapporta con i propri clienti con rispetto e responsabilità, nell’ambito di una relazione di reciproco successo, con lo scopo di raggiungere comuni obiettivi”. Questa ridefinizione della banca depositaria è avvenuta parallelamente con i cambiamenti del mercato. Che hanno fatto sì che oggi al soggetto che svolge la funzione di banca depositaria vengano richiesti anche altri servizi: amministrativi, di supporto strategico ai modelli operativi, legati all’accesso dei mercati, legati ai prodotti di investimento, nonché al recepimento dei cambiamenti normativi. “Una trasformazione, quindi, da attore con compiti ben precisi a un ruolo più ampio”, osserva Cattaneo.

Andrea Cattaneo, Head of Securities Services Italy, Switzerland & Iberia, di BNP Paribas
Quali sono le maggiori sfide che oggi devono essere affrontate dai vostri clienti e come rispondete a queste sfide?
Il risparmio gestito, segmento di principale interesse per le attività che svolge la banca depositaria, sta affrontando varie sfide anche su scala globale. Cambiamenti normativi senza precedenti, pressione sui margini e costi in aumento sono tutte dinamiche che possono essere sostenibili solo ristrutturando i propri modelli. Inoltre, l’evoluzione tecnologica e le tematiche Esg sono le nuove tematiche oggetto di discussione di tutto il settore e che si devono trasformare in azioni pratiche.
L’attività di un trusted partner deve articolarsi intorno a questi elementi. Il ruolo istituzionale è quello primario conferito dal regolatore, sia in termini di rispetto e interpretazione della normativa sia di rispetto dei limiti imposti al risparmio gestito. La seconda sfida, quella in merito alla pressione sui margini, può essere affrontata in due modi: con la ridefinizione dei modelli di outsourcing finalizzati all’efficienza; o tramite investimenti in asset class capaci di generare alpha. Non a caso il risparmio gestito sta guardando con sempre maggior interesse ai private market, e molte Sgr tradizionali stanno attivamente approcciando questi asset class ridefinendo le loro strategie di investimento.
La sfida tecnologica delle Sgr va affrontata dialogando con i propri clienti finali e le banche collocatrici, nell’utilizzo funzionale dei processi interni di digitalizzazione. La tecnologia è una sfida che il risparmio gestito affronta da vari angoli e punti di vista: dal lato dei clienti, della struttura interna e nell’analisi dei dati. Mentre il tema Esg è oggi quello che più viene identificato da questo settore come caratterizzante per una Sgr, specialmente per l’importanza che i clienti finali e in particolare quelli più giovani stanno dando a questa tematica.
Le banche depositarie che offrono più servizi in grado di rispondere a queste esigenze riescono a dare un supporto crescente ai clienti. Non è un processo nuovo: noi in BNP Paribas lo facciamo da tempo, lavorando con responsabilità e rispetto per i nostri clienti, supportandoli nelle loro strategie di lungo periodo in queste aree.
Qual è il tipo di servizio/supporto più richiesto?
Sono fondamentalmente due. Il primo è un supporto in ambito Esg in senso più classico: cioè l’analisi dei parametri, riuscire ad analizzare i portafogli rispetto a questi ultimi e alla Tassonomia per capire come sono allocati. Il prossimo passaggio sarà quello di fornire elementi più predittivi, al fine di agevolare l’individuazione degli interventi necessari al miglioramento dei parametri legati alla Tassonomia
Come vi state muovendo per rispondere al meglio a questi cambiamenti di mercato?
Nel 2019 abbiamo lanciato Manaos, un open servicing marketplace che permette una connessione semplice e sicura ai migliori Esg data & service provider. Controllata al 100% da BNP Paribas, Manaos è una società tecnologicamente avanzata e in grado di supportare i clienti nelle attività di Esg sourcing e reporting tramite parametri di mercato riconosciuti ed è in grado di integrare dati Esg dai principali provider di mercato in modo dinamico con i vari portafogli.
Come vede il futuro delle banche depositarie, e quale pensa che sia la possibile evoluzione in base alle esigenze emergenti nel settore del risparmio gestito?
Se analizziamo altri mercati, tra cui quello statunitense, vediamo due dinamiche: la prima è la spinta per il risparmio gestito a focalizzarsi sul gestire e fare investimenti, lasciando alla banca depositaria tutto ciò che è post trading, con tanti servizi e molta trasversalità per poter rispondere alle esigenze di clienti sempre più sofisticati. La seconda dinamica, più a lungo termine, è legata al processo di digitalizzazione dell’industria finanziaria e del risparmio gestito.
Quali sono le peculiarità del mercato italiano e i trend principali?
Nonostante l’Italia sia un mercato maturo, è allo stesso tempo molto dinamico. Se guardiamo agli ultimi 18 mesi abbiamo visto importanti player italiani muoversi per ristrutturare i propri modelli operativi e per rispondere alle esigenze di efficientamento dei processi. Il risparmio gestito italiano sta entrando in modo dinamico nei private market approcciando concretamente le tematiche Esg e partecipando ai tavoli di lavoro con le associazioni di categoria.
Tutto questo vi rende la vita più facile o più difficile nel Paese?
Direi più che altro interessante. Affrontare queste tematiche ci dà modo di anticipare i macrotrend che guideranno le attività di banca depositaria. Ci fa piacere essere precursori delle dinamiche innovative nel risparmio gestito, riuscendo attivamente a supportare i clienti italiani e mettendo a fattor comune la nostra esperienza internazionale. Anche se, a volte, questi progetti ci fanno “sudare”.
Come si declinano le vostre strategie nel Paese?
La nostra divisione, Securities Services, oggi è parte integrante della struttura di Cib – Corporate & Institutional Banking e quindi possiamo integrare la nostra offerta con tutta la gamma dei prodotti offerti da Global Market e Global Banking, le altre due divisioni nel mondo Cib. Oggi la strategia si declina con ampia trasversalità per i clienti che serviamo, dalle Società di gestione del risparmio tradizionale, alle assicurazioni, ai fondi pensione e alle casse di previdenza. Sul segmento degli alternativi – come private equity, venture capital e private debt – siamo attivi il nostro obiettivo è di focalizzarci sulle operazioni che possano sostenere il mercato domestico, che è abbastanza brillante anche se con dimensioni contenute.
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