Cina, la sostenibilità diventa popolare
Goh (Aberdeen): “I funzionari della Shanghai Stock Exchange hanno spiegato che sono circa 600 le società cinesi che oggi pubblicano un bilancio di responsabilità sociale, in cui illustrano i criteri Esg”
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Un ciclo unico nella storia pluridecennale della crescita economica cinese. Ecco a che cosa siamo di fronte secondo Stephen Green, economista di Capital Group, secondo cui sono due le domande cruciali riguardo il 2019 di Pechino: verrà lanciato un nuovo programma di stimolo che aiuti a contrastare il chiaro trend di rallentamento? E, se sì, sarà abbastanza importante da avere un impatto significativo?
“Per il momento i mercati azionari sembrano essere ottimisti – assicura -. I titoli cinesi sono cresciuti del 15% nei primi due mesi dell’anno, secondo i dati dell’Msci China Investable Market Index. Dopo un 2018 difficile, gli investitori sono ottimisti rispetto a un rimbalzo economico, accoppiato a un accordo per evitare una guerra commerciale con gli Usa su larga scala. Crediamo che le probabilità che si raggiunga un accordo a breve siano elevate, ma al tempo stesso siamo convinti che l’economia cinese continuerà a rallentare, con le misure di stimolo che deluderanno le aspettative del mercato”.
Ed è per questo dunque che, secondo l’esperto, quello attuale è un ciclo unico nella storia pluridecennale della crescita cinese. “Diversi indicatori chiave dell’economia stanno rallentando in maniera coordinata: immobiliare, esportazioni, manifattura, spese al consumo e fiducia delle imprese. Qualche aumento degli investimenti nelle ferrovie non basterà a invertire questo trend. Ci vorrà tempo prima che questo ciclo si concluda”.
“Un dato da monitorare attentamente è il tasso di crescita del credito, interessato da un trend discendente su base annua a partire dal 2010. Le nostre stime indicano come possibile una minima crescita nel 2019 ma, lo ripetiamo, non abbastanza da influire in maniera significativa sul rallentamento del ritmo di crescita del Pil cinese. “, avverte Green, che mette in guardia anche dal protrarsi della guerra commerciale con gli Usa che ha già causato un significativo calo del commercio nella seconda metà del 2018.
Tutto questo non vuol dire che manchino le occasioni. “Gli investitori con un approccio cauto e selettivo potrebbero trovare opportunità interessanti tanto nelle società cinesi interessati da trend di crescita secolari quanto nelle multinazionali che hanno un importante giro di affari in Estremo Oriente, come Apple, Nike e Starbucks. Buone opportunità sono presenti anche nelle società sia domestiche che estere, che offrono servizi finanziari e legati ai viaggi alla crescente classe media cinese, o nelle società tecnologiche innovative che progettano e producono semiconduttori per i dispositivi mobili e per l’automazione industriale”, conclude l’esperto di Capital Group.