Sdg, lo sviluppo sostenibile rischia lo stallo. Occhi sulla Cop27
Secondo lo “SdgReckoning” di M&G nel 2021 13 obiettivi Onu sono rimasti fermi, 2 hanno fatto un passo indietro e solo 2 hanno accelerato. Per abrdn, la Cop27 dovrebbe essere decisiva
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Non sta andando bene. Nonostante si senta sempre più parlare di net zero, transizioni ecologiche e svolte green, il mondo appare ancora ben lontano dalla vera rivoluzione che le sfide climatiche impongono. L’amara evidenza emerge da due report, uno dell’Onu e l’altro dell’Ue, che lanciano l’allarme sui mancati sforzi in materia di riduzione delle emissioni e rendono ancora più cruciale l’appuntamento di novembre con la Cop27.
Stando all’Unfccc, l’agenzia per il clima delle Nazioni Unite, gli attuali impegni per la decarbonizzazione presi dai 193 Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi sul clima porteranno a un aumento delle temperature medie globali di 2,5 gradi Celsius al 2100 rispetto ai livelli pre-industriali. L’Accordo prevede invece che il riscaldamento globale sia tenuto sotto i 2 gradi, e possibilmente entro 1,5 gradi.
Nel Vecchio Continente, avverte l’Agenzia europea dell’ambiente, per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 nella lotta ai cambiamenti climatici gli sforzi devono più che raddoppiare. Nel 2021, infatti, le emissioni Ue hanno ripreso ad aumentare, in particolare nei settori dei trasporti, dell’industria e dell’approvvigionamento energetico. Mentre nel 2020 Ue e Stati membri avevano raggiunto i target per il taglio delle emissioni, le rinnovabili e l’efficienza energetica, secondo i dati preliminari, lo scorso anno le emissioni di gas serra sono aumentate del 5% rispetto al 2020. E l’unica magra consolazione è che restano comunque del 6% inferiori al livello pre-pandemia 2019.
“L’iniziativa della Cop, associata agli impegni e alle misure politiche annunciate dai membri della Cop stessa, delinea il panorama in cui gli investitori possono muoversi e guidare la transizione a basse emissioni di carbonio. L’ambizione e la coerenza (o l’assenza di tali condizioni) delle politiche governative a sostegno di una transizione sostenibile di settori e servizi chiave, come l’energia e i trasporti, saranno determinanti non solo per il raggiungimento degli obiettivi climatici ma anche per l’entità degli impatti sociali ed economici della transizione”, osserva Stephanie Maier, global head of sustainable and impact investment di Gam Investments.
Ovviamente la transizione presenta anche opportunità senza precedenti. Come fa notare la Maier interi nuovi settori si espanderanno rapidamente, come le energie rinnovabili, i biocarburanti, i trasporti ecologici, la riduzione dei rifiuti e la produzione alimentare sostenibile, offrendo agli investitori vaste opportunità di stimolare la crescita di nuovi settori. “Dalle carni di origine vegetale ai sistemi di smaltimento della plastica, i nuovi prodotti e le innovazioni a basse emissioni di carbonio stanno entrando in funzione e attirano l’interesse dei mercati finanziari”, osserva l’esperta, sottolineando come il settore privato sia in una posizione unica per stimolare la crescita verde.
“L’anno scorso gli investimenti globali nella transizione energetica hanno raggiunto i 755 miliardi di dollari e queste opportunità sono destinate a crescere. Recenti analisi stimano che gli investimenti sul clima cumuleranno 24,7 trilioni di dollari nelle città dei mercati emergenti entro il 2030”, evidenzia.
La Cop27, che si terrà in Egitto dal 6 al 18 novembre, sarà quindi cruciale. “È fondamentale restare in corsa per raggiungere gli obiettivi a lungo termine in linea con l’Accordo di Parigi e riorientare i piani nazionali verso sistemi energetici puliti e sostenibili, riconoscendo al contempo le sfide immediate in materia di sicurezza energetica e disponibilità economica. Si prevede che per un certo numero di Paesi verranno presentati dei Contributi Nazionali Determinati (Nationally Determined Contributions, NDC) aggiornati, la cui portata sarà tenuta sotto stretta osservazione”, chiarisce la Maier.
E un tema chiave, a detta dell’esperta, sarà la valutazione dei progressi collettivi compiuti dopo l’Accordo di Parigi. “Si spera anche che l’ingiustizia climatica sia uno dei temi principali, soprattutto se si considera che la conferenza si terrà in Africa, che contribuisce a meno del 4% delle emissioni energetiche mondiali, ma che rischia di soffrire molto dell’aumento delle temperature globali. Possiamo anche aspettarci aggiornamenti dalle coalizioni finanziarie che hanno garantito il proprio impegno l’anno scorso, come la Glasgow Financial Alliance for Net Zero”, prosegue.
Certo, conclude la Maier, la politica e i finanziamenti dei governi continueranno a essere fondamentali per il ritmo e i progressi della transizione: “I rischi e le opportunità del clima continueranno a plasmare il panorama degli investimenti. La Cop27 rappresenta un’importante tappa per capire quanto ordinata o disordinata sarà questa transizione”.
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