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La caccia al tesoro del consulente finanziario continua nel cuore della nostra penisola, alla scoperta del tessuto economico di Umbria e Marche per capire le nicchie migliori nelle quali individuare nuovi clienti
Proseguiamo il nostro viaggio tra le regioni d’Italia alla scoperta delle caratteristiche economiche e sociali del territorio, che possano permettere una targhettizzazione ideale delle persone ai fini del business del consulente finanziario. Protagoniste di oggi sono Umbria e Marche.
📰 Scopri le regioni analizzate negli appuntamenti precedenti
Umbria, la lenta ripresa dopo il sisma e la pandemia
Usciti dal terribile periodo pandemico, deleterio soprattutto per le piccole e medie imprese, e grazie ai fondi del PNRR, stando ai dati della Banca d’Italia risalenti al giugno 2022, l’Umbria dimostra una lenta, ma continuativa ripresa con una variazione del PIL di +5,5% tra gennaio 2021 e gennaio 2022.
Patria di un gigante dell’industria dolciaria (la Perugina-Nestlé di Perugia), conosciuta a livello mondiale per il tartufo nero delle zone tra Norcia e Spoleto, rinomata anche per i vini DOC e DOCG nell’area del Lago Trasimeno e per l’olio d’oliva sempre nello spoletino, la regione continua ad attestarsi tra le prime italiane per la presenza, sul territorio, di piccole e medie imprese. Al 2022, infatti, sono 94.867 le imprese registrate alla Camera di Commercio Umbra, circa 14.000 in più dell’anno precedente, ma quasi il 90% di queste non supera i 10 dipendenti.
Il tessuto industriale di questa regione però, non è legato prettamente alla tavola e al buon cibo esportato in tutto il mondo.
A rilevare un decisivo incremento alla fine del 2021 sono state, in realtà, prima di tutto le industrie meccaniche, metallurgiche e produttrici di macchinari agricoli – presenti più che altro nell’area di Foligno, seguite da quelle di prodotti tessili e abbigliamento, concentrate nell’Alta Valle del Tevere.
Soprattutto a queste industrie si deve anche l’aumento di esportazioni all’estero, pari a 2,9 miliardi di euro solo nel primo semestre del 2022.
Ottima anche la ripresa del Settore Terziario: alla fine dello scorso anno, l’andamento delle presenze presso le strutture turistiche regionali ha raggiunto massimo storici… e non a caso. Nonostante i lavori tutt’oggi in corso post sisma del 2016 e del 2018, che hanno minacciato di radere al suolo il patrimonio artistico e culinario della regione, i borghi dell’Umbria continuano ad attrarre frotte di turisti, soprattutto dall’estero (+105,4 nei primi 9 mesi del 2022).
Sono quindi varie le nicchie su cui i CF potrebbero puntare, perché appartenenti ad ambiti differenti come:
- industria meccanica, metallurgica e produttrici di macchinari agricoli
- industria di prodotti tessili e di abbigliamento
- viticoltori, produttori di olio e – soprattutto – di tartufo nero
- proprietari di strutture ricettive, soprattutto nelle città di Assisi e Spoleto, siti di beni protetti dall’Unesco
Marche, la regione artigiana d’Italia
A trainare la ripresa delle Marche tra 2021 e 2022 sono decisamente le industrie manifatturiere, il cui fatturato è cresciuto in media del 5%.
Lo storico modello marchigiano, caratterizzato da piccole e medie imprese ad alta specializzazione, distribuite equamente sul tutto il territorio dalle valli al litorale – e che permise la nascita di grandi marchi Made in Italy come Merloni e Guzzini – riacquista vigore dopo lo stop della pandemia, con una crescita delle imprese del legno, del mobile e della meccanica.
Per dare maggiore concretezza a questo dato, basti pensare che sono le Marche la regione madre di Cucine Lube, Scavolini e Benelli, tre aziende che esportano la qualità italiana in tutto il mondo.
E a proposito di esportazione, seconda a queste imprese ma prima nell’esportazione sul mercato USA è l’industria calzaturiera e pellettiera, settore che ha scritto la storia imprenditoriale della regione e che, ad oggi, ospita la produzione di marchi affermati come Tod’s e Hogan (ma anche Nazareno Gabrielli e Poltrona Frau, se pensiamo all’utilizzo della pelle nella produzione di vestiti e complementi d’arredo).
Vedono un andamento positivo anche il settore delle costruzioni (grazie soprattutto agli incentivi statali post sisma) e quello immobiliare, che registra un incremento delle compravendite di immobili pari quasi al 2006, anno in cui toccò il suo apice massimo.
Per quanto però questi ultimi siano in netta crescita, resta evidente che la regione Marche si aggiudichi il titolo di “Prima regione artigiana italiana” con il suo 29,8% di imprese manifatturiere attive al 2022.
Per questo motivo, il mio consiglio è di cercare il proprio target di clienti soprattutto nei settori come la produzione di mobili, abiti, pelletteria, calzature (che rifiorirà soprattutto grazie all’amore che l’estero da sempre dimostra per il Made in Italy) e anche in quello immobiliare, ma come negli articoli precedenti, il segreto è tutto nella specializzazione.
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