Fida ha esaminato i fondi di categoria venduti in Italia per individuare quelli più performanti. L’oro la materia prima più remunerativa, ma l’argento lo insidia. Strumenti a leva arma a doppio taglio. E in top ten sorprendono gli agricoli
L’oro spinto a un rally senza fine dagli acquisti delle banche centrali, il petrolio che continua il saliscendi in scia alle tensioni in Medioriente. E poi anche i metalli industriali, protagonisti della transizione energetica, e l’uranio, tornato sotto i riflettori con la corsa al riarmo dei Paesi occidentali. Le commodities si sono riprese definitivamente la scena sui mercati, imponendosi come segmento fondamentale per diversificare i portafogli multiasset ma anche e soprattutto per cercare rendimenti aggiuntivi attraverso strumenti a gestione passiva. Ecco allora che, per gli investitori, diviene cruciale fare una mappatura dei prodotti finanziari dedicati e capire quali siano i più performanti. Ma poiché il possesso diretto delle materie prime espone da sempre a rischi e criticità, come problemi di stoccaggio piuttosto che spese di trasporto e degradabilità, il focus non può che dirigersi verso soluzioni efficienti come gli strumenti indicizzati. Per questo FocusRisparmio ha deciso di analizzare ETC ed ETF da inizio anno in modo da individuare schemi ricorrenti e indicazioni utili ad affrontare il nuovo contesto.
Dati disponibili al 21/10/2024. Fonte: Fida – Finanza Dati Analisi
A circoscrivere l’universo d’osservazione è stata Fida (Finanza Dati Analisi), società di sviluppo applicazioni software per servizi finanziari ma anche di distribuzione e analisi dati nel risparmio gestito, che ha esaminato gli andamenti realizzati fino al 21 ottobre 2024 dagli strumenti interessati (raggruppati in categorie omogenee per politica di investimento e altre caratteristiche quali-quantitative). L’analisi rivela come siano 646 i prodotti in circolazione tra exhcange traded commodities ed exchange traded products, di cui 147 quotati su Borsa Italiana. Le categorie costruite dal gruppo sono più di dieci e oltre alla generica ‘Commodities’, che raccoglie i veicoli con politiche più generaliste o indici più variegati, si distinguono per specifica materia prima o per leva finanziaria: aspetto, quest’ultimo, dirimente sulla distribuzione delle performance e sulle statistiche di rischiosità. Oro e argento, come pure metalli e greggio, le famiglie più numerose dentro queste sottoclassi. Si può infine constatare come circa il 38% degli strumenti attualmente disponibili sia stato emesso nel triennio 2006-2008: è infatti questo il periodo in cui quasi tutti i principali gestori si sono proposti sul mercato, dando vita a una stagione che ha visto il proliferare di strumenti semplici e standardizzati non senza la comparsa di strategie smart beta o esposizioni short.
Monica Zerbinati, financial analyst di Fida
“L’investimento in materie prime è in un certo senso qualcosa di naturale e atavico, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che è legato a doppio filo con lo sviluppo della finanza”, sostiene MonicaZerbinati. Secondo la financial analyst di Fida, l’oro e l’argento, sono infatti stati a lungo utilizzati come merce di scambio o unità di misura del valore e continuano tuttora a rappresentare un asset importante. Una dinamica che ha interessato anche bestiame e prodotti agricoli, in egual modo divenuti oggetto di prodotti finanziari specifici e dunque presenti nelle classifiche.
L’oro re delle performance. Ma l’argento si difende.
A livello di prestazioni generali, andando oltre la categoria onnicomprensiva, è possibile osservare come i prodotti dedicati specificamente al lingotto si siano dimostrati i migliori su quasi tutti gli orizzonti temporali. Il gruppo (14 unità) ha infatti primeggiato a uno, tre e sei mesi (rispettivamente +6,1%, +8,7% e + 10,7%) dimostrando come gli investitori non siano rimasti indifferenti a una corsa che ha visto il metallo giallo stracciare ogni record e attestarsi stabilmente oltre quota 2.500 dollari l’oncia. Si difende bene però anche la classe ‘argento’, che conquista la vetta year-to-date grazie a un rendimento del 34%: sebbene abbia rallentato dopo il rally 2023 e alcuni operatori si siano dichiarati cauti, il materiale continua a giocare un ruolo chiave per la transizione energetica ed è visto da molti in rampa di lancio per sovraperformare il ‘fratello maggiore’ grazie alla sue proprietà cicliche quando l’economia globale avrà smaltito del tutto il rialzo dei tassi.
Platinoidi contrastati. Ma attenzione alla leva
E se i risultati degli strumenti a tema petrolio non posso che essere figli delle recenti traversie cui è andato soggetto il greggio, da notare sono invece i risultati altalenanti dei platinoidi: su di loro, che in Italia raccolgono un totale di 3 strumenti dedicati, la decarbonizzazione sta avendo impatti non troppo positivi proprio perché la crescente penetrazione di veicoli elettrici ne frena la domanda. Capitolo a parte è infine rappresentato dalle strategie a leva, che frequentemente conquistano il vertice delle classifiche a breve termine (o scivolano sul fondo). Zerbinati, basandosi sulle analisi storiche, evidenzia che a essi sono associati i peggiori indici di rendimento corretto per il rischio: “È assolutamente vero che sono capaci di cavalcare al meglio i frequenti rally (o crolli) che si verificano sulle commodities”, spiega l’esperta, “ma gli elevatissimi costi di transazione legati ai derivati sottostanti ne minano il profitto in condizioni di mercato normali”. Si tratta quindi di un segmento idoneo a effettuare scommesse di breve o brevissimo termine, ma che non può trovare spazio nei portafogli (anche diversificati) in un’ottica di pianificazione finanziaria.
Tutti i prodotti quotati su Borsa Italiana. Dati disponibili al 21/10/2024. Fonte: Fida
Per quanto concerne gli emittenti, sono circa 45 i gruppi che offrono prodotti sul mercato italiano: tra di essi WisdomTree è quello di maggiore rilevanza, come dimostra la quota di copertura del mercato pari al 48%. A sorprendere è però che le perfomance migliori siano associate a prodotti focalizzati su materie prime agricole, che pure raccolgono attorno a loro solo 48 prodotti di cui 12 quotati su Borsa Italiana. Il primo posto year-to-date è infatti occupato da WisdomTree Cocoa 2x Daily Leveraged, un ETC interamente collateralizzato e pensato per offrire agli investitori un’esposizione a leva sul cacao: il prodotto offre un rendimento complessivo costituito da due volte la performance giornaliera dell’indice Bloomberg Cocoa Sub Excess Return, più il reddito da interessi corretto per riflettere i costi e le commissioni associati.
Prodotti quotati su Borsa Italiana, esclusi quelli a leva. Dati disponibili al 21/10/2024. Fonte: Fida
Se invece si escludono dal novero i prodotti a leva, è possibile notare come tornino a dire la propria strategie incentrate sui metalli e si arricchisca il novero degli asset manager coinvolti. È il caso di Amundi, che con il suo fondo dedicato all’oro fisico offre agli investitori un’esposizione alle oscillazioni del prezzo del metallo giallo. Molte anche le soluzioni sull’argento, nelle quali primeggia ancora una volta WisdomTree ma seguita da Xtrackers.
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