Finanza e italiani, una relazione complicata
Solo il 29% delle famiglie possiede uno strumento d'investimento. E il 40% non monitora neanche il proprio portafoglio. Lo rileva l'ultimo Rapporto Consob
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Lo ha detto l’indagine Pisa. Poi a giugno scorso lo ha confermato un’indagine condotta da Banca d’Italia tra i Paesi del G20. Le competenze finanziarie in Italia sono molto basse. Un quadro che colloca il Belpaese al di sotto della media europea in termini di alfabetizzazione finanziaria. Insomma, tra finanza e famiglie italiane c’è una relazione complicata. Come ha ulteriormente testimoniato il Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane per il 2018, presentato ieri a Roma.
Alfabetizzazione
“La cultura finanziaria delle famiglie italiane rimane contenuta – si legge nel rapporto – In media, un intervistato su due non è in grado di definire correttamente nozioni finanziarie di base; il dato scende a meno di uno su cinque nel caso di concetti avanzati”.
Prima di mettersi alla prova, tuttavia, il 40% del campione dichiara di avere, nel complesso, un livello elevato di conoscenze finanziarie. “Tale disallineamento tra conoscenze effettive e percepite trova conferma anche nell’auto-valutazione ex post – recita l’indagine Consob – Tra i concetti attinenti alle abilità di calcolo complementari alla cultura finanziaria, quello di percentuale risulta ampiamente compreso dagli intervistati; viceversa, quasi l’80% del campione non ha familiarità con la nozione di probabilità”.
Il quadro delle conoscenze finanziarie si completa con la cosiddetta risk literacy, definita con riferimento alla familiarità con specifici prodotti finanziari e alla capacità di valutarne il rischio relativo. Tra gli strumenti più conosciuti si annoverano i titoli di Stato (indicati dal 54% degli intervistati), mentre solo il 10% del campione è in grado di ordinare correttamente alcune opzioni di investimento per livello di rischio.
“Le conoscenze finanziarie e le capacità di calcolo sono positivamente correlate al livello di istruzione e ad alcune inclinazioni personali, mentre risultano negativamente associate con l’ansia finanziaria – continua Consob nella sua ricerca – La cultura finanziaria, inoltre, mostra una correlazione negativa con la propensione a sopravvalutare le proprie conoscenze”.
I fattori di background della cultura finanziaria indicati con maggiore frequenza sono l’esperienza e l’interesse personale, mentre all’istruzione scolastica e alle esperienze di investimento si riconosce un ruolo meno importante.
Pianificazione
Il basso livello di alfabetizzazione finanziaria trova riscontro anche nella scarsa attitudine a gestire le risorse familiari nell’ambito di un processo strutturato di pianificazione e controllo. Il 47% degli intervistati dichiara di predisporre un bilancio familiare, mentre solo il 30% tiene traccia scritta delle spese. La maggior parte del campione, tuttavia, valuta gli acquisti attentamente, salda le utenze a scadenza e onora i debiti contratti. Solo un terzo delle famiglie, infine, dichiara di avere un piano finanziario e di controllarne gli esiti.
“Il financial control si associa positivamente a conoscenze finanziarie, abilità di calcolo, inclinazione verso le informazioni numeriche e capacità di auto-controllo, mentre l’ansia finanziaria sembra essere un fattore deterrente – si legge ancora nel rapporto – Fra coloro che non predispongono un piano finanziario, meno del 10% ne riconosce l’importanza, mentre circa il 65% lo ritiene inutile”.
Il 20% degli intervistati non saprebbe come affrontare una riduzione significativa del reddito disponibile, mentre più del 30% si adopererebbe per rivedere al ribasso le abitudini di spesa. Lo stile di vita potrebbe rimanere inalterato per circa un quinto delle famiglie, prevalentemente grazie ai risparmi accumulati”.
Nel dettaglio, le famiglie intervistate risparmiano in modo regolare nel 40% dei casi circa e in modo occasionale nel 36% dei casi; il 25% non accantona nulla, soprattutto per vincoli di bilancio. “L’abitudine a risparmiare in modo regolare si associa positivamente con la propensione a pianificare, la ricchezza e la cultura finanziaria – conclude Consob – È inoltre più frequente tra gli individui più sicuri della propria abilità di raggiungere gli obiettivi prefissati e più inclini all’auto-controllo”.