Fondi H2O, cosa dico al mio cliente?
Due esperti valutano le possibilità di azione di un consulente finanziario con clienti investiti nei fondi dell’affiliata di Natixis Investment Management
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Nel documento di Action Plan verso la Capital Market Union (Cmu), pubblicato il 24 settembre, la Commissione europea ha comunicato l’intenzione di introdurre importanti cambiamenti per i consulenti finanziari.
La Commissione introdurrà l’obbligo di una certificazione europea per i consulenti finanziari che attesti il loro livello di conoscenza, di qualificazione e di formazione permanente. Inoltre, entro il primo trimestre del 2022, la Commissione valuterà la fattibilità della creazione di un’etichetta applicabile ai consulenti finanziari in tutta l’Ue.
La creazione di standard di qualificazione professionale e una label comune di identificazione per tutti i consulenti finanziari operanti nella Ue consentirà di procedere nella direzione di un unico Albo europeo dei consulenti finanziari che, abbattendo le anacronistiche barriere nazionali, fornisca un passaporto per la prestazione del servizio di consulenza in tutti gli Stati membri.
Secondo la Commissione, i consulenti finanziari svolgono un ruolo fondamentale per il sistema finanziario. Tuttavia, il loro livello di qualifiche, conoscenze e competenze continua a differire tra gli Stati membri.
Al fine di ridurre il rischio di vendite abusive, anche in relazione alla sostenibilità, aumentare la fiducia dei singoli investitori nella consulenza e creare condizioni di parità per gli operatori di mercato che offrono consulenza in diversi Stati membri, si ritiene opportuno fissare o migliorare ulteriormente gli standard professionali per i consulenti finanziari.
L’iniziativa della Commissione rappresenta una delle azioni indicate nell’ampio progetto della Cmu all’interno del quale assume particolare rilevanza l’obiettivo di rendere l’Unione un luogo più sicuro nel quale le persone possano risparmiare e investire nel lungo termine.
L’Europa presenta uno dei tassi di risparmio individuali più elevati al mondo. Tuttavia, il livello di partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali resta ancora oggi molto basso rispetto ad altre economie. Ciò priva le imprese Ue e l’economia dell’Unione in generale di investimenti a lungo termine estremamente necessari.
I motivi della limitata partecipazione da parte degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali sono, secondo la Commissione, numerosi. Tra questi si possono identificare i seguenti:
-Gli investitori al dettaglio non beneficiano in maniera sufficiente delle opportunità di investimento offerte dai mercati dei capitali e non possono affrontare in maniera adeguata le loro esigenze previdenziali.
-La limitata comparabilità dei prodotti di investimento simili, che sono regolamentati da legislazioni diverse e di conseguenza soggetti a obblighi di informativa diversi, non consente ai singoli investitori di effettuare scelte informate di investimento.
-La struttura e le caratteristiche attuali dei sistemi di distribuzione non sono sufficientemente competitive ed efficaci in termini di costi.
Il quadro legislativo e regolamentare dovrà quindi contribuire a realizzare un contesto equo per gli investitori, contribuire a sviluppare la fiducia nei mercati dei capitali e trainare la loro partecipazione. Una maggiore partecipazione da parte degli investitori consentirà di canalizzare i risparmi a lungo termine verso le imprese, migliorando l’accesso da parte di queste ultime ai finanziamenti, accelerando la ripresa economica così come la transizione verde e quella digitale.
*Presidente Ascofind, Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente
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