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“Per rilanciare la crescita occorre canalizzare il risparmio verso il deficit di investimenti nell’economia reale”, ha detto il titolare del Mef ai consulenti finanziari riuniti nella kermesse annuale organizzata dall’Anasf
È suonato quasi come un mandato quello del ministro dell’economia Roberto Gualtieri ai consulenti finanziari riuniti nella kermesse annuale di Roma organizzata dall’Anasf.
“Per rilanciare la crescita occorre canalizzare il surplus di risparmio verso il deficit di investimenti nell’economia reale”, ha detto il titolare del Mef. È quindi “prioritario stimolare ricchezza e risparmio ed orientarli verso opportunità d’investimento a lungo termine”.
I risparmiatori italiani, però, sono notoriamente abituati alla convertibilità quasi immediata dell’investimento in liquidità.
Roberto Gualtieri, Ministro dell’economia e delle finanze, si rivolge alla platea di consulenti finanziari durante la plenaria di apertura di Consulentia2020
Vecchie abitudini da sradicare
“Quella della liquidità è naturalmente una risorsa e un valore fondamentale, ma in un mondo caratterizzato da tassi zero o negativi questa attitudine genera anche effetti sub-ottimali per il singolo e per il sistema nel suo complesso”, ha detto il ministro.
“Il tema della crescita – ha osservato – è al centro dell’attenzione del governo e le due grandi sfide sono sostenibilità e innovazione”. Gualtieri ha ricordato l’impegno del governo con l’ultima manovra – green bond, Eltif e rilancio dei Pir – e ha annunciato una nuova stagione di interventi di Finanza per la crescita 2.0. Per quanto riguarda i fondi europei a lungo termine (European long term investment funds), Gualtieri ha confermato che “è in corso un confronto con la Ue per la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato”.
Per quanto riguarda il ruolo della professione di consulente finanziario, il titolare del dicastero dell’economia e delle finanze ha ricordato che questi ultimi sono depositari di un’enorme mission, ossia quella di gestire l’alfabetizzazione e l’educazione finanziaria degli italiani.
I rischi e le sfide del settore
Come anticipato su questo sito dal presidente uscente Anasf, Maurizio Bufi, dalla tavola rotonda di confronto fra reti e cf è emerso che l’educazione finanziaria e il ricambio generazionale sono i “driver” per la crescita e l’innovazione del Paese.
Quanto ai cambiamenti tecnologici, Gualtieri ha osservato che “non possiamo fuggire dall’innovazione, ma l’apporto umano in questo campo sarà sempre fondamentale. Quindi, sì alla tecnologia ma – ha ribadito – l’apporto umano è insostituibile”. Il Ministro ha ricordato, infine, che il Mef, “ha predisposto un programma organico di educazione finanziaria di respiro pluriennale”.
Il primo anello della filiera del risparmio gestito, quello delle case prodotto è in sintonia con le parole del ministro. I gestori sollecitati sull’argomento da FocusRisparmio hanno accolto con favore l’invito di Gualtieri. “La leva fiscale e l’orientamento al lungo termine che sono i due ingredienti principali alla base dei Pir sono le due direttrici su cui improntiamo i nostri prodotti”, conferma Salvatore Cirino, portfolio manager del team equity di Pramerica Sgr.
“Dal 2017 abbiamo portato prodotti che consentono l’accesso ai real asset anche a clienti wholesale, ad oggi in Europa contiamo masse per 50 miliardi di euro su questa categoria. Puntiamo molto su questo tipo di offerta perché è quello che vogliono gli investitori”, gli fa eco Paolo Sarno, responsabile dello sviluppo e della gestione delle attività di Aviva Investors in Europa meridionale (Italia, Spagna e Portogallo).
Le reti: advisor, digital o commercial
Nel corso della plenaria di apertura dal titolo “Tra continuità e cambiamento – driver di crescita e sostenibilità del settore” sono state presentate le evidenze raccolte da Excellence Consulting, società di consulenza manageriale, per mettere a confronto le reti sulle prospettive future dell’industria e sui fattori decisivi per la valorizzazione dei consulenti finanziari.
Particolare attenzione è dedicata ai trend di cambiamento e alle conseguenti linee di intervento – in termini di incremento della produttività, nuove opportunità di business e riconoscimento del talento professionale – che il settore intende attivare per assicurare crescita e sostenibilità nel lungo periodo alla consulenza finanziaria e valorizzare il ruolo del consulente.
Dalla ricerca emergono tre modelli di business a cui possono essere ricondotte le reti: le Commercial Bank driven (BNL BNP Paribas e Deutsche Bank), ovvero quelle che hanno mantenuto una forte correlazione con le banche commerciali e che sostanzialmente ne rappresentano una divisione dedicata alla consulenza finanziaria; le Advisor driven (Azimut Holding, Banca Generali, Fideuram ISPB e Allianz Bank Financial Advisors) che puntano sul ruolo centrale del consulente e si rivolgono sempre di più ad una clientela di alto profilo; e le Digital driven (IWBank Private Investments, FinecoBank, Banca Mediolanum, Widiba).
Guardando al futuro, Primanni sottolinea come “se da una parte uno dei motori della crescita è rappresentato dall’aumento della dimensione della rete, attraverso attività di reclutamento e retention, l’inserimento di nuove leve nel medio termine e in alcuni casi iniziative di internazionalizzazione su nuovi mercati, dall’altra si cercherà di fare leva sul digitale per rendere sempre più distintivo il modello di consulenza, di rafforzare le competenze dei consulenti e di favorire modelli di collaborazione tra cf. Ovviamente a queste azioni si affiancheranno obiettivi di incremento dell’efficienza, attraverso l’ottimizzazione dei processi e l’outsourcing delle attività operative a minore valore aggiunto per consulenti e clienti, ma anche strategie volte al migliore servizio di nuovi segmenti di clientela (es. imprenditori e professionisti) e di sviluppo di expertise specialistiche, come quelle relative alla gestione del passaggio generazionale dei capitali presso i clienti”.